Sicilia, primato per l’olio d’oliva ma attenzione ai “falsi d’autore” - QdS

Sicilia, primato per l’olio d’oliva ma attenzione ai “falsi d’autore”

Andrea Carlino

Sicilia, primato per l’olio d’oliva ma attenzione ai “falsi d’autore”

sabato 10 Novembre 2012

L’extravergine tarocco danneggia i produttori e i consumatori

CATANIA – Sicilia sul podio per la produzione di olio d’oliva Dop e Ipg.
L’isola arriva terza in Italia. Rappresenta, infatti, il 14% della produzione nazionale, con 1.500 tonnellate di olio prodotto.
Prima la Toscana (4200 tonnellate), seconda la Puglia (2700). Trapani e Siena, inoltre, sono le province col maggior numero di oli a denominazione. In Sicilia i consorzi di tutela sono sei: Val di Mazara, Valle del Belice, Valli Trapanesi, Valdemone, Monte Etna e Monti Iblei. Tra questi, a spiccare, sono Monte Etna, Valli Trapanesi e Monti Iblei, in vista, in particolar modo per le esportazioni (tra il 55% e il 68% dei loro affari).
Però l’olio d’oliva risulta anche l’alimento più contraffatto con ricadute anche per produttori e consumatori. Il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato del 32 per cento anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori".
Agostino Macrì, esperto per la Sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC) dice che “viene fatto passare per olio extravergine del semplice olio di semi miscelato con olio d’oliva o colorato artificialmente con clorofilla e betacarotene”. è quanto dichiara stilando la classifica dell’agropirateria e delle frodi alimentari: “Oltre all’olio, i cibi più contraffatti sono: latte e derivati, vino e miele ed anche pasta che spesso vantano una tipicità del tutto inesistente. Un caso emblematico è il ‘parmesan’ che è una copia taroccata del parmigiano”.
Come difendersi, dunque,dalle frodi? La prima regola è leggere sempre attentamente l’etichetta del prodotto –  perché soltanto attraverso di essa è possibile conoscere l’esatta composizione dell’alimento (ingredienti, additivi, conservanti, ecc.), le modalità di conservazione, la scadenza, il nome del produttore, il lotto di produzione ed alle volte anche l’origine delle materie prime, tutte informazioni che consentono di essere certi su ciò che acquistiamo.
“È di fondamentale importanza leggere la data di scadenza del prodotto, dice Macrì,  in quanto una frode piuttosto comune è quella di vendere prodotti scaduti magari a prezzi stracciati. è comunque buona regola diffidare di prezzi di vendita estremamente bassi soprattutto per determinati prodotti, come ad esempio l’olio extravergine di oliva, in quanto può essere sinonimo di olio di bassa qualità, magari di importazione o, peggio ancora, ‘addizionato’ con olio di semi”.

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