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Messina – Risanamento delle baraccopoli: finanziamenti ridotti di un terzo

Francesco Torre

Messina – Risanamento delle baraccopoli: finanziamenti ridotti di un terzo

martedì 03 Giugno 2014

Esito ignoto del piano di acquisto immobili per Fondo Fucile. Gli altri due programmi solo sulla carta. Fondi regionali da 10,9 a 7,5 mln €. Ma il vero problema stai nei progetti

Messina – Non saranno più 10,9 mln di euro i fondi messi a disposizione dalla Regione siciliana nel bilancio 2013 per il risanamento messinese. L’ultima manovra finanziaria del Governo Crocetta, infatti, ha previsto una decurtazione delle somme di 3,4 mln, lasciando sul tavolo una torta di 7,5 mln €. Un contributo certamente significativo, ma che non sarà necessario nemmeno a rispettare gli impegni già assunti dal Comune per 8,1 mln, i soldi cioè necessari per l’acquisto di 90 immobili e per la demolizione e la successiva riqualificazione di Fondo Fucile.
La decisione della Giunta regionale rischia di mandare in frantumi tutti i piani del sindaco Accorinti e dell’assessore al ramo De Cola. Con i fondi 2013, infatti, a Palazzo Zanca si era deciso di procedere con il totale sbaraccamento di Fondo Fucile, con la riqualificazione di Casa Nostra e con la realizzazione di un parco urbano a Tremonti. Ma si trattava pur sempre di progetti virtuali finanziati da contributi virtuali.
Prendiamo il caso dell’acquisto di immobili per liberare la vasta area di Fondo Fucile. L’amministrazione comunale pubblicò un avviso pubblico a marzo con scadenza ad aprile, poi arrivò la proroga a maggio, allorquando fu comunicato il ricevimento di “un centinaio” di proposte di vendita (da parte di chi? E per quale tipologia di immobile? Non è dato saperlo, dal momento che il Comune non ha pubblicato l’elenco delle proposte, ancora una volta rinunciando al tanto declamato proposito di trasparenza amministrativa). Prima di settembre, comunque, non ci sarà alcun impegno di spesa, mentre gli altri due programmi di risanamento indicati per il 2013 sono al momento esclusivamente sulla carta, e non certo per colpa della Regione siciliana.
Di cosa stiamo parlando, dunque? Del solito scaricabarile tra enti pubblici. E del solito inguardabile teatrino, con i suoi topoi facilmente riconoscibili.
È questa la rivoluzione culturale di cui parlava in campagna elettorale Accorinti? 10,9 mln o 7,5 mln per i comuni cittadini sono cifre enormi che non hanno alcun valore quando poi, nel concreto, non cambia nulla. E finora, sul risanamento, questa sindacatura non ha prodotto ancora alcun risultato.
 

I “risultati”. Allo stato attuale le emergenze restano irrisolte

Messina – A un anno dall’insediamento a Palazzo Zanca, per Accorinti e i suoi uomini è tempo di primi bilanci. Pensiamo al risanamento. Se n’è iniziato a parlare nell’estate 2013, quando tre famiglie si installarono per protesta a Palazzo Zanca, e la Giunta sospese la graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari in quanto il 95% delle domande presentate risultavano mendaci. Datata il 22 dicembre, invece, l’occupazione della ex Scuola di Paradiso, per opera degli attivisti dei movimenti per la casa.
Gli unici documenti concreti di questi primi 365 giorni di attività rimangono dunque i 100 mila euro messi in bilancio per i morosi incolpevoli e il bando di acquisto di nuovi alloggi con i fondi regionali. Risultato: 0 case assegnate, 0 emergenze risolte. Un record che Accorinti ha l’onore di condividere con il suo predecessore, Giuseppe Buzzanca.

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