Frodi assicurative, dall’Ivass arriva una nuova banca dati - QdS

Frodi assicurative, dall’Ivass arriva una nuova banca dati

Emiliano Zappala

Frodi assicurative, dall’Ivass arriva una nuova banca dati

venerdì 12 Settembre 2014

Adesso possibile calcolare il coefficiente di rischio di fenomeni fraudolenti

CATANIA – Da uno studio effettuato dall’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) e pubblicato a marzo scorso emergeva che un numero sempre più alto di italiani finisce per stipulare a propria insaputa, durante gli acquisti on-line, polizze irregolari e fraudolente, nascoste sotto mentite spoglie. L’istituto ha cercato dunque di correre ai ripari. È stata pubblicata così la nuova banca dati contro le frodi nelle assicurazioni. Il catalogo ha ricevuto subito il parere favorevole da parte del Garante Privacy che ha approvato subito il decreto per l’istituzione e il funzionamento di tale archivio informatico integrato contro le frodi nel settore. In questo modo, dai dati raccolti, l’Ivass calcolerà per ogni sinistro un “indicatore di anomalia” sul rischio di fenomeni fraudolenti e lo comunicherà immediatamente alle compagnie di assicurazione coinvolte.
In base alla bozza di regolamento, predisposto dal ministro dello Sviluppo economico e dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, l’Ivass ha facoltà di immagazzinare, in un unico database, le informazioni di numerose banche dati come quella dei sinistri, l’anagrafe testimoni e l’anagrafe danneggiati (già istituite presso l’istituto stesso), della banca dati dei contrassegni assicurativi, dell’archivio nazionale dei veicoli, dell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e del Pra (Pubblico registro automobilistico), della banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. Nell’archivio informatico integrato confluiranno poi anche le informazioni sull’installazione e attivazione delle cosiddette “scatole nere”, raccolte a fini antifrode.
Grazie ai dati raccolti sarà quindi possibile calcolare, per ogni sinistro, un coefficiente che stabilisce il rischio di fenomeni fraudolenti. Nel dare il via libera il Garante ha tenuto anche in considerazione i potenziali rischi per la privacy. Pertanto sono stati indicati agli uffici competenti adeguate procedure di tutela già inserite nella bozza di decreto. In particolare il Garante ha richiesto che vengano utilizzati solo dati pertinenti e non eccedenti, oltre che espressamente individuati, rispetto alle specifiche finalità perseguite dall’Ivass con questa iniziativa. Dovranno inoltre essere individuati con precisione tempi e modalità di conservazione dei dati. Particolari misure, infine, dovranno essere adottate per garantire la sicurezza dei dati, anche in fase di trasmissione e conservazione.

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