San Leone, litorale a rischio erosione, gli interventi non sono più rinviabili - QdS

San Leone, litorale a rischio erosione, gli interventi non sono più rinviabili

Calogero Conigliaro

San Leone, litorale a rischio erosione, gli interventi non sono più rinviabili

venerdì 24 Ottobre 2014

Il fenomeno sta mettendo a rischio il lungomare e con esso le abitazioni e le attività commerciali

AGRIGENTO – La zona balneare di San Leone, con la sua splendida spiaggia delle Dune, deve fare i conti con un nemico non nuovo: l’erosione della costa da parte delle correnti marine. Una criticità già nota da tempo, tornata però prepotentemente alla ribalta negli ultimi tempi con numerosi esercizi commerciali messi in grave difficoltà. Un fenomeno preoccupante, arrivato a minacciare persino la vicina pista ciclabile e l’attigua strada.
Dal Comune della città capoluogo non si è perso tempo per tentare di correre ai ripari, chiedendo aiuto alla Regione Sicilia e alla Protezione civile per un intervento rapido.
“Occorre attivare adeguate misure – ha spiegato il capo dell’Ufficio Tecnico comunale, Giuseppe Principato – siamo di fronte a un’erosione della costa che sta mettendo a rischio la stessa strada e per questo abbiamo presentato il problema al commissario straordinario del Comune, Luciana Giammanco, la quale non ha perso tempo per presentare un’istanza alla Regione, affinché si intervenga in tempo, quantomeno con un’azione tampone. Poi bisognerà studiare un complesso intervento”.
Così dalla Città dei Templi, dopo la disastrosa frana del viale della Vittoria, arriva un’altra disperata richiesta di aiuto verso Palermo, laddove però la situazione, sia politica che economica, è tutt’altro che serena. Trovare i fondi sarà tutt’altro che semplice, secondo il deputato regionale agrigentino Michele Cimino anche a causa della riforma della Protezione civile voluta da Roma, con cui di fatto, secondo Cimino “si è di fatto smantellata una macchina efficiente, che funzionava, legandole le mani”.
Tornando all’erosione, nei giorni scorsi anche dagli ambientalisti, particolarmente attivi sulle problematiche del mare, c’è stata una mobilitazione molto forte, con l’associazione MareAmico che ha lanciato la richiesta di un intervento a più livelli.
“Sono necessarie – ha affermato il presidente Claudio Lombardo – barriere sommerse che riducano gli effetti delle correnti marine che d’estate, in questo particolare punto, erodono la costa. Per il momento è necessario un intervento tampone, con massi per proteggere la pista ciclabile e la vicina arteria stradale, poi ne andrà studiato uno strutturale, più serio”.
 
“Fortunatamente – ha aggiunto – i venti di scirocco dell’inverno fanno sì che la spiaggia si ricrei, per cui credo e spero che per questa stagione non si creeranno danni eccessivi, ma senza un intervento la prossima estate si potrebbe rischiare di vedere interrotta la strada costiera e allora i disagi potrebbero essere evidenti”.
“Purtroppo – ha concluso – fenomeni di erosione della costa non si stanno verificando solo nelle spiagge del capoluogo, ma un po’ in tutto il litorale della provincia, con particolare intensità lungo l’arenile di Eraclea Minoa, dove il mare è penetrato per almeno cinquanta metri”.
Allo stato attuale lo scenario più probabile è quello che vede un intervento tampone da parte dello stesso Comune, ammesso e non concesso che ci siano le somme necessarie per poter realizzare quantomeno il posizionamento, ai bordi della strada, dei massi per creare una barriera contro le onde in caso di condizioni meteo marine avverse.
Per avere un quadro più chiaro della situazione, nei giorni scorsi alcuni consiglieri comunali si sono recati lungo il viale delle Dune in compagnia dei tecnici comunali. Il consigliere ed ex assessore ai Lavori pubblici, Gerlando Gibilaro ha dichiarato che questa erosione sarebbe frutto di errori urbanistici del passato, tra cui per esempio la costruzione del porticciolo turistico.
I problemi per la frazione agrigentina, comunque, non sono legati soltanto all’estate. In queste settimane, infatti, San Leone ha iniziato a fare i conti, come ogni anno, con le prime piogge e i primi allagamenti, che si verificano ormai puntualmente ad ogni acquazzone. Problemi su problemi con cui il sindaco che uscirà dalla prossima tornata elettorale dovrà fare i conti, anche in considerazione del periodo di vacche magre alla Regione.
 


Molte le situazioni critiche presenti nell’agrigentino
 
AGRIGENTO – Non possono dormire sonni tranquilli i proprietari di esercizi commerciali e abitazioni di viale delle Dune, tra le principali arterie di San Leone. Ma la situazione del capoluogo non è l’unica a destare preoccupazione nella provincia agrigentina.
Tra le zone costiere a rischio frane c’è sicuramente da annoverare quella tra Lido Rossello e la Scala dei Turchi, sito nei cui pressi si sono verificati nel corso degli anni almeno due grandi crolli, fortunatamente senza conseguenze sui numerosi frequentatori della zona.
Altra zona a forte rischio idrogeologico è quella di Punta Bianca–Drasy, dove gli ambientalisti vorrebbero instaurare una Riserva naturale, ma su cui gravano seri dubbi: basti pensare a come anche la strada sterrata che conduce nella bellissima località, appaia difficilmente transitabile.
La lista continua con la spiaggetta di Giallonardo, sempre nella zona di Realmonte, quest’anno interdetta. Ma se il lavoro della Guardia costiera è stato incessante sul controllo del territorio, i clamorosi scandali sembrano essersi verificati più per mancanza di controlli da parte del Comune, che denunciano da anni mancanza di personale nella propria Polizia municipale.
Una situazione tutt’altro che tranquillizzante che fa seriamente riflettere sul livello di sicurezza della provincia. Occorre intervenire per evitare che possano ripetersi tragedie come quella che il 27 settembre scorso ha tolto la vita ai piccoli Carmelo e Laura Mulone, nella Riserva delle Macalube.

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