Bonus di 80 euro in busta paga per errore: deve essere restituito - QdS

Bonus di 80 euro in busta paga per errore: deve essere restituito

Emiliano Zappala

Bonus di 80 euro in busta paga per errore: deve essere restituito

mercoledì 08 Giugno 2016

Circa un milione di ignari cittadini sono chiamati a dare indietro le somme percepite erroneamente. Tra i beneficiari non aventi diritto figurano anche numerosi casi di incapienti

CATANIA – Un problema non da poco quello in cui sono incappati numerosi italiani che in seguito a errori e sviste nella dichiarazione dei redditi hanno ricevuto il bonus di 80 euro previsto da Renzi non pur non avendone diritto. Si tratta di circa un milione di cittadini che sono adesso chiamati a restituire la somma in un’unica tranche. Molti di essi erano persino ignari di aver goduto del beneficio e ne sono venuti a conoscenza solo dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi.
Il motivo dell’inghippo sta nel fatto che il beneficio viene attribuito dal datore di lavoro direttamente sulla busta paga, mese per mese, sulla base del reddito da lavoro del dipendente. Sta poi al contribuente dichiarare la presenza di altri redditi (pensioni, rendite da locazione o altro) che possano comportare uno sforamento dei parametri di accesso all’agevolazione.
In questo modo a causa di errori, mancate comunicazioni o entrate impreviste il meccanismo si è inceppato facendo sì che numerosi cittadini che non ne avevano diritto hanno ricevuto il bonus comunque. In questi giorni le associazioni dei consumatori hanno più volte sottolineato quanto l’accaduto sia drammatico. Secondo la loro opinione a essere grave non è solo il fatto che il Governo non sia stato in grado di prevenire la possibilità del verificarsi di simili errori e mancati adeguamenti reddituali, ma soprattutto, la sua attuale pretesa di ricevere indietro l’intero importo in un’unica soluzione. Tra i beneficiari non aventi diritto infatti figurano anche numerosi casi di incapienti, vale a dire con un reddito che sta sotto gli 8 mila euro. Si tratta per l’esattezza di circa 341mila contribuenti; persone che guadagnano talmente poco da non pagare imposte, dal momento che la detrazione fiscale per il reddito da lavoro dipendente supera l’ammontare di tasse che dovrebbero pagare.
Questi soggetti per cui il bonus non era previsto ora sono chiamati a restituirlo, per una cifra pari a circa 160 euro a testa. In questo modo quello che doveva essere un bonus per aiutare i cittadini, si è trasformato per alcuni nell’ennesimo salasso.
Per avere un quadro chiaro dei numeri, dalle dichiarazioni 2015 emerge che a beneficiare del bonus sono stati circa 11,3 milioni di soggetti per un ammontare di circa 6,1 miliardi di euro, mentre le somme erogate dai sostituti d’imposta sono state pari a circa 6 miliardi di euro.
Di questa cifra gli aventi diritto erano solo 10,3 milioni circa. Ricordiamo infatti che per i redditi compresi tra 8mila e 24mila euro il bonus è pari a 960 euro annui, pari, appunto, ad 80 euro mensili. Per i redditi compresi tra 24mila e 26mila euro il bonus Renzi ha calcolato nel seguente modo: 26mila a cui si sottrae il reddito complessivo reale, si moltiplica per 960 e si divide per 2mila, in questo modo si ottiene il valore del bonus 80 euro totale annuo; per i redditi superiori a 26mila euro il bonus Irpef non è dovuto poiché si supera la soglia limite entro la quale il bonus è concesso; infine il già citato caso degli incapienti.

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