Al vaglio la regolamentazione degli "Home restaurant" - QdS

Al vaglio la regolamentazione degli “Home restaurant”

redazione

Al vaglio la regolamentazione degli “Home restaurant”

giovedì 29 Settembre 2016

La Commissione Attività produttive della Camera ha licenziato il testo base che disciplina l’attività. Chi ama stare ai fornelli può aprire la propria cucina ad amici e perfetti sconosciuti

ROMA – La Commissione Attività produttive della Camera ha licenziato il testo base che disciplina l’attività di Home Restaurant.
Ora la proposta definitiva sarà posta al vaglio dell’aula che, a questo punto dell’iter parlamentare, avrà ampio margine per approvarla. Il testo è frutto di una sintesi di quattro proposte di legge presentate, tra cui quella del parlamentare di Area Popolare Nino Minardo, la prima presentata sulla materia il 28 luglio del 2015 (oltre a quelle successivamente presentate dei parlamentari Cancelleri, Basso e Ricciatti – n.d.r.).
Il testo di legge ha anche lo scopo di  valorizzare e di favorire la cultura del cibo tradizionale e di qualità, in particolare attraverso l’utilizzo prioritario di prodotti tipici del territorio.
Nella proposta, però, si parla di anche tutela della concorrenza. Chi deciderà di fare della propria casa, o della casa di terzi, un piccolo ristorante attraverso l’iscrizione ad apposite piattaforme online dovrà comunicare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e ogni pagamento potrà avvenire solo attraverso sistemi elettronici. Sarà obbligatorio, inoltre, avere una assicurazione per gli eventuali danni civili.
Queste attività, sebbene fin qui non esplicitamente regolamentate, rappresentano già da tempo uno sbocco lavorativo in tutta Italia: persone che per motivi vari si sono reinventate professionalmente.“Ritengo essenziale –  dichiara Nino Minardo – la regolarizzazione di questa attività, per evitare fenomeni di concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori tradizionali e rischi per la salute dei partecipanti.
È fondamentale però dare l’opportunità di poter esercitare questa attività nel rispetto delle regole ma con la possibilità di poter dare a quanti hanno talento in cucina una attività lavorativa redditizia”.
Il nuovo strumento legislativo però impone un limite dei compensi, quantificato in 5000 euro annui. Un importo esiguo per poterlo assimilare ad una attività lavorativa esclusiva, specialmente se da questa somma devono ancora essere sottratte le spese.
Ma cos’è l’Home Restaurant in concreto? è la possibilità offerta a chiunque ami stare ai fornelli di trasformare la propria casa e la propria cucina in un ristorante occasionalmente aperto per amici, conoscenti e perfetti sconosciuti (viaggiatori soprattutto) che avranno la possibilità di sperimentare la cucina originale dei luoghi frequentati abitualmente o in occasione di un viaggio.
Gli Home Restaurant sono senz’altro un valore aggiunto per la scoperta di un territorio grazie alle ricette tipiche realizzate con prodotti locali, in casa propria, creando occasioni di incontro, scambio attraverso la qualità ed il rispetto della tradizione.
La tendenza è partita nel 2006 a New York, per poi diffondersi anche in Gran Bretagna e nel resto d’Europa. Grazie ai social network la moda si è estesa a macchia d’olio dando origine a diverse evoluzioni nel settore.
Una passione, quella della cucina, che si può trasformare in un lavoro. Tuttavia le limitazioni poste ed intese a garanzia di chi svolge l’attività tradizionale di ristorazione, non permettono di far diventare queste attività dei veri e propri business, come avviene ad esempio negli Usa, ma le rilegano ad una sorte di aiuto al reddito, magari per chi è già nel settore dell’accoglienza con B&B e similari.

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