Telefonia fissa, dall'Agcom addio alla fatturazione ogni 4 settimane - QdS

Telefonia fissa, dall’Agcom addio alla fatturazione ogni 4 settimane

Michele Giuliano

Telefonia fissa, dall’Agcom addio alla fatturazione ogni 4 settimane

mercoledì 29 Marzo 2017

“L’unità temporale per la cadenza di rinnovo dei contratti di rete fissa deve essere il mese”. Per la telefonia mobile la cadenza di rinnovo non deve essere inferiore a 28 giorni

ROMA – Trasparenza e comparabilità dei prezzi nella telefonia significa che tariffe e fatturazione devono essere espresse su base mensile per la telefonia e non inferiore ai 28 giorni come praticano alcune compagnie.
Il criterio per la fatturazione del telefono fisso deve essere il mese, ha detto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in una delibera in cui si affronta anche il tema della conoscenza del credito residuo da parte dei consumatori – che deve essere garantita in modo gratuito, specifica l’Agcom.
“L’unità temporale per la cadenza di rinnovo e fatturazione dei contratti di rete fissa deve essere il mese, affinché l’utente possa avere la corretta percezione del prezzo offerto da ciascun operatore e la corretta informazione sul costo indicato in bolletta per l’uso dei servizi – scrive l’Agcom -. Alla luce dell’evoluzione dei mercati della telefonia fissa e mobile, l’Autorità ha infatti ravvisato la necessità di garantire una tutela effettiva degli utenti avendo riscontrato problemi in termini di trasparenza e comparabilità delle informazioni in merito ai prezzi vigenti, nonché di controllo dei consumi e della spesa, determinati anche dal venir meno di un parametro temporale certo e consolidato per la cadenza del rinnovo delle offerte e della fatturazione”.
L’Agcom identifica dunque il mese “il periodo temporale minimo” perché il consumatore possa avere un’informazione corretta e trasparente sui consumi fatturati, anche perché nella telefonia fissa i contratti sono in abbonamento e pagati ex post, a differenza della mobile dove gran parte del traffico è prepagato, perché una fatturazione diversa da quella su base mensile “riduce le condizioni di trasparenza e corretta informazione per gli utenti, determinando un notevole impatto non solo in fase precontrattuale, ma anche sul controllo della spesa dovuto in fase di esecuzione del contratto”.
Nella telefonia mobile, invece, la cadenza di fatturazione non deve essere inferiore a 28 giorni. Nei casi di offerte di telefonia mobile che abbiano cadenza diversa da quella mensile, l’Autorità ha poi stabilito l’obbligo per gli operatori di informare l’utente, tramite l’invio di un sms, dell’avvenuto rinnovo dell’offerta.
Nel caso di offerte convergenti che coinvolgano la telefonia fissa, prevale la cadenza prevista per quest’ultima, ovvero su base mensile. Gli operatori di Tlc avranno 90 giorni di tempo per adeguarsi alle nuove regole. L’Agcom è intervenuta anche sul credito residuo, stabilendo che i consumatori devono conoscere gratuitamente il proprio credito tramite “una pagina ad accesso riservato consultabile nel sito web dell’operatore o tramite applicazioni dedicate, nonché attraverso un messaggio informativo inviato dal numero telefonico di assistenza clienti o via sms gratuito”.
“Bene che alcune regole siano state messe nero su bianco dall’Authority, ma si poteva fare di più – commenta l’Unione nazionale consumatori per voce del segretario Dino Cimaglia –. Sul credito residuo, ad esempio, le compagnie dovrebbero mettere a disposizioni degli utenti tutte le opzioni elencate, dall’sms alle app, così da dare un’ampia gamma di scelta ai clienti. Rispetto alla cadenza di fatturazione non inferiore ai 28 giorni per la telefonia mobile, si tratta di una mera ratifica di quanto già deciso dalle compagnie”.
Federconsumatori da parte sua è soddisfatta per una decisione che blocca i cambiamenti decisi dalle compagnie telefoniche e rivendica di continuare la battaglia per il ritorno alla fatturazione mensile anche nella telefonia mobile.
Infine per Adiconsum la trasformazione della fatturazione sta incidendo sui bilanci delle famiglie. Bene dunque la mossa dell’Agcom contro le aziende di tlc, sostiene l’associazione, anche perché il fatto che si siano mosse tutte insieme rende vano il diritto di recesso del consumatore e il cambio di compagnia.

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