Istat: quasi 5 milioni di italiani si trovano in povertà assoluta - QdS

Istat: quasi 5 milioni di italiani si trovano in povertà assoluta

Eleonora Fichera

Istat: quasi 5 milioni di italiani si trovano in povertà assoluta

venerdì 14 Luglio 2017

Coinvolto un milione e mezzo di famiglie (6%): solo al Sud 699 mila nuclei familiari poveri (43%). Sicilia tra le Regioni più in difficoltà, peggiora la condizione di giovani e minorenni

ROMA – Quattro milioni e 742 mila persone in Italia vivono in condizione di povertà assoluta: si tratta del 7,9% dell’intera popolazione. Nella stessa condizione si trova circa un milione e 619 mila di famiglie. A certificarlo è l’ultimo rapporto Istat sulla “Povertà in Italia”. L’Istituto di statistica, per fotografare la condizione della Penisola, partendo dai dati sulle spese per i consumi, utilizza due diversi indicatori: povertà assoluta e povertà relativa.

POVERTA’ ASSOLUTA – Questa misura è calcolata sulla base della soglia relativa alla spesa mensile minima necessaria per acquistare un paniere di beni e servizi tale da garantire uno standard di vita accettabile. Partendo da questo indicatore, l’Istat classifica come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore alla soglia individuata. Si tratta, ovviamente, di una cifra che varia in base alle caratteristiche dei nuclei familiari, alla ripartizione geografica e al tipo di Comune di residenza.
Come dicevamo, in Italia, le famiglie in povertà assoluta sono poco più di un milione e mezzo: il 6,3% del totale. In condizioni peggiori, ancora una volta, le regioni del Meridione. Nel Mezzogiorno, infatti, risiedono 2 milioni di persone povere (la cifra registrata nel Nord è di 1 milione e 832mila): si tratta del 43% del totale (contro il 38% del Settentrione). Critica anche la situazione dei nuclei familiari 699mila quelli in povertà assoluta al Sud (43%), 609 al Nord (37%) e appena 311 al Centro (19%).
Chi sono i più svantaggiati? Secondo l’Istat, 2 milioni e 458 mila tra le persone in povertà assoluta sono donne (7,9% l’incidenza) , 1 milione e 17 mila sono giovani dai 18 ai 34 anni (10%) e 1 milione e 292mila sono minori (12,5%). La condizione di questi ultimi è in netto peggioramento: nel 2005 l’incidenza era del 3,9% (3,1% quella dei giovani, il cui valore si è triplicato negli ultimi undici anni). Nell’ultimo anno sono peggiorate anche le condizioni delle famiglie numerose (con tre o più figli minori): in dodici mesi l’incidenza della povertà assoluta è salita a 26,8% dal 18,3% registrato l’anno precedente.
Continua ad avere un peso importante anche il livello d’istruzione. “Se la persona di riferimento della famiglia è almeno diplomata – spiega l’Istat – l’incidenza della povertà assoluta è pari a 4,0%, cioè circa la metà di quella rilevata per chi ha conseguito al massimo la licenza elementare (8,2%)”.

POVERTA’ RELATIVA – Questa seconda misura è calcolata partendo dalla soglia di povertà che individua i valori di spesa per consumi al di sotto dei quali una famiglia viene considerata povera in termini relativi: per un nucleo composto da due persone, nel 2016 questa soglia è risultata di 1.061,50 euro (+1,0% rispetto al 2015). Secondo questo indicatore, nel nostro Paese due milioni e 743 mila di famiglie (il 10,6%) e 8 milioni 465mila individui (14%) vivono in condizione di povertà relativa.
Di questi, 4 milioni 339mila sono donne (14,0%), 2 milioni e 297mila sono minori (22,3%) e 1 milione e 98mila anziani (8,2%).
Vediamo la ripartizione per area geografica: al Nord le persone in povertà relativa sono 2 milioni 303 mila (27%), al Centro 1 milione 280 mila (15%) e nel Mezzogiorno 4 milioni 882 mila (57%). Questa, invece, la condizione delle famiglie in povertà relativa: 701mila al Nord (25%), 415 mila al Centro (15%), 1 milione e 618mila nel Mezzogiorno (59%). La Sicilia è tra le Regioni in condizioni più critiche: nell’Isola l’incidenza di povertà relativa registrata è del 22,8%, tra le peggiori del Mezzogiorno, seconda solo alla Calabria (34%).
Per quanto riguarda la composizione, invece, il rapporto specifica che “Il disagio economico si fa più diffuso se all’interno della famiglia sono presenti figli minori: l’incidenza di povertà è al 20,1% tra le famiglie con due figli minori e al 42,0% tra quelle che ne hanno almeno tre; se queste famiglie sono residenti nel Mezzogiorno sale, rispettivamente, a 26,8% e a 59,9%. Le famiglie di coppie con 1 o 2 figli mostrano valori superiori alla media nazionale (10,9% e 16,8%) così come quelle di monogenitori (13,9%, in particolare nel Mezzogiorno 26,7%) e le famiglie con 2 figli minori del Centro (20,5%)”.

 

 
L’incidenza raddoppia (12% contro 6%) se il capo famiglia è un operaio
 
ROMA – Nel suo rapporto, l’Istituto nazionale di statistica rileva anche che la posizione professionale della persona di riferimento incide molto sulla diffusione della povertà assoluta.
Per le famiglie la cui persona di riferimento è un operaio, l’incidenza della povertà assoluta è doppia (12,6%) rispetto a quella delle famiglie nel complesso (6,3%), confermando quanto registrato negli anni precedenti.
Rimane, invece, piuttosto contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,5%) e ritirata dal lavoro (3,7%).
Come negli anni precedenti l’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: 8,2% se ha al massimo la licenza elementare; 4,0% se è almeno diplomata.

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