Impianti industriali e controlli, 20% dei campioni è irregolare - QdS

Impianti industriali e controlli, 20% dei campioni è irregolare

Rosario Battiato

Impianti industriali e controlli, 20% dei campioni è irregolare

venerdì 28 Luglio 2017

Gli ultimi dati dell’Ispra sulle attività di ispezione nei confronti degli stabilimenti soggetti ad Aia. Registrate 14 non conformità amministrative e penali. Rifiuti è il settore peggiore

PALERMO – Diverse non conformità accertate di tipo amministrativo e penale nelle attività di controllo ambientale svolte dagli enti tecnici (Ispra, Arpa) nell’ambito delle strutture soggette ad Autorizzazione integrata ambientale in Sicilia. Si tratta, in altri termini, degli impianti potenzialmente più inquinanti, come le attività energetiche, l’industria chimica, la gestione dei rifiuti, la produzione e trasformazione dei metalli.
Tutti i dettagli sono stati divulgati nel Rapporto controlli ambientali del sistema nazionale di protezione dell’ambiente, realizzato dall’Ispra, e che riporta tutti i controlli effettuati in seguito all’attività avviata a partire dal 31 gennaio 2015 a “seguito dell’approvazione del Pod (Piano operativo di dettaglio) da parte del Ctp (Comitato tecnico permanente), ovvero del documento di sintesi degli obiettivi prefissati e delle modalità operative scelte per il loro raggiungimento”. In tal senso, inviato un questionario “volto ad acquisire le informazioni in merito alle modalità di pubblicazione e rendicontazione delle attività di controllo svolte dalla specifica Agenzia, si sono potute verificare le modalità con le quali tutto il sistema ha sinora rendicontato le attività di controllo svolte”.
Il focus isolano evidenzia un aspetto fondamentale: la Regione Sicilia non ha ad oggi implementato un sistema di pianificazione delle ispezioni Aia e “pertanto attualmente – si legge nel rapporto – le ispezioni vengono programmate in base alle frequenze stabilite nei provvedimenti di autorizzazione, privilegiando gli impianti che non sono stati controllati da più tempo o nei quali l’ultimo controllo abbia evidenziato la presenza di non conformità”.
In compenso Arpa Sicilia ha avviato la sperimentazione del modello Sspc (Sistema di supporto alla programmazione dei controlli), messo a punto dal sistema agenziale, e prevede di fornire alla Regione il supporto necessario per la prossima programmazione regionale. Attualmente sono presenti nell’Isola due distinte autorità per le installazioni Aia di competenza regionale: assessorato Territorio e ambiente e dipartimento Acqua e Rifiuti.
Nel complesso, considerando l’assenza di un piano regionale di controllo, sono stati registrate 38 ispezioni ordinarie programmate, 38 effettuate e 4 ispezioni straordinarie su 73 impianti autorizzati. Si tratta di un impianto su due.
A fronte d 38 ispezioni svolte, ci sono state 7 “non conformità di tipo amministrativo” e 7 “non conformità di tipo penale”. Il numero maggiore si è registrato nel settore della gestione rifiuti (11, 6 amministrative e 5 penali). Una tendenza confermata anche nel settore dell’attività di campionamento e analisi che registra il numero totale di campioni prelevati e le non conformità accertate, quindi i cosiddetti valori fuori limite. A fronte di 201 campioni, ci sono state 49 non conformità: “la principale categoria di installazioni Aia in Sicilia per numerosità – si legge nel rapporto Ispra – è quella della gestione rifiuti” , anche se bisogna considerare come “gli impianti di gestione rifiuti siano anche quelli nei quali, nel corso delle ispezioni ordinarie, viene prelevato il maggior numero di campioni”.
In linea generale, l’Ispra ha specificato che, sulla base dei risultati ottenuti dalle varie Agenzie regionali, la “rendicontazione dell’attività di controllo sugli impianti soggetti ad Aia viene per lo più espressa attraverso la redazione e in molti casi pubblicazione sul sito dell’Agenzia della relazione visita in loco impianto specifica (46%)”, mentre in altri casi, circa il 42% delle Agenzie, sono i “Rapporti Annuali sullo Stato dell’Ambiente che evidenziano l’attività di controllo”. Le restanti Agenzie (12%) non presentano ad un pubblico esterno l’attività di controllo svolta, attuando un monitoraggio interno.

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