Con l'allarme "regolamentazione" crolla il mercato delle criptovalute - QdS

Con l’allarme “regolamentazione” crolla il mercato delle criptovalute

Elio Sofia

Con l’allarme “regolamentazione” crolla il mercato delle criptovalute

giovedì 18 Gennaio 2018

Il libero e incontrollato scambio di queste monete virtuali ha vissuto il suo giorno nero martedì 16. Francia, Cina, Corea del Sud e Germania contro queste operazioni speculative

CATANIA – Dalla Corea del Sud alla Francia passando per il mercato cinese, quella di Martedì 16 Gennaio sarà ricordata coma la giornata nera delle criptovalute e del loro “libero e incontrollato” scambio sulle varie piattaforme web. In tutti i più importanti mercati economici infatti si rincorrono da giorni voci e proposte per porre un freno alla libera compravendita dei Bitcoin e delle altre “cripto valute” sui siti di riferimento come Coinbase; ovvero quelle piattaforme che consentono lo scambio tra domanda e offerta e operano al di fuori sia di specifiche regole concordate a livello globale che regolamentate dalle varie banche centrali.
 
Brutte notizie sono infatti giunte da Francia, Cina e Germania e ancor prima dalla Corea del Sud. Secondo alcune fonti rimaste anonime del canale Bloomberg, la Cina sta pensando di mettere al bando i siti web e le app che offrono supporto e servizi anche solo assimilabili alle piattaforme di scambio delle criptovalute; l’obiettivo perseguito da Pechino sarebbe quello di bloccare e inibire agli investitori cinesi ogni accesso a questo tipo di investimento. Obiettivo dichiarato sarebbe quello di porre in essere una ferrea offensiva contro le operazioni speculative che vede gli investitori cinesi e quelli coreani tra i più attivi nella compravendita di valuta virtuale.
 
Anche la Francia per voce del ministro delle Finanze Bruno Le Marie ha di recente auspicato l’introduzione di una regolamentazione rigorosa di controllo e monitoraggio dello sviluppo e della diffusione delle criptovalute, allo scopo di contrastare sia l’evasione fiscale che l’eventuale finanziamento di attività illegali; il ministro ha acceso l’attenzione infatti sui possibili e concreti rischi speculativi di manipolazione finanziaria.
 
In Germania un consigliere d’amministrazione della Bundesbank, Joachim Wuermeling, ha affermato che «le cripto valute dovrebbero essere regolamentate a livello globale in quanto le singole nazioni hanno poteri limitati per controllare le attività internazionali» il che significa che gli stati ben poco possono fare da soli contro un fenomeno che per sua natura è transnazionale e difficilmente inquadrabile e riconducibile ad un potere di gestione centrale; ma tanto è bastato a produrre effetti nefasti sugli scambi che hanno segnato un profondo rosso come non si vedeva da tempo. Tutte le criptovalute hanno infatti segnato consistenti perdite di valore a doppia cifra aumentando la convinzione dell’alta volubilità di questo tipo di investimento.
 
La più famosa tra le criptovalute, il Bitcoin è sceso sotto la soglia di valore dei 10mila dollari attestandosi sui 9.500 dopo aver toccato tra fine novembre e dicembre 2017 il valore record di 19mila dollari; oscillazioni da capogiro che fanno segnare anche un
-17% perso in sole 24 ore. A picco anche le altre criptovalute come Litecoin che perde un buon 18,5% come anche Ethereum; ma la peggior performance è senza dubbio quella di Ripple che in sole 24 ore nella giornata di Martedì 16 gennaio ha perso oltre il 30% del proprio valore di scambio, la capitalizzazione totale del Ripple è crollata da 70 a 50 miliardi di dollari quando di recente aveva raggiunto i 130 miliardi.

Una fuga generalizzata dalle criptovalute per paura che le voci di “regolamentazione” possano mettere fine alla spericolata corsa all’investimento. In questa girandola di crescite e affondi a doppia cifra molti investitori avranno sicuramente speculato e guadagnato tanti soldi ma per tutti si spera valga l’adagio che ammonisce di non investire più di quanto non si sia nella disponibilità di perdere.

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