"Banca della Terra", si accelera per attuare la legge dimenticata - QdS

“Banca della Terra”, si accelera per attuare la legge dimenticata

Chiara Borzi

“Banca della Terra”, si accelera per attuare la legge dimenticata

venerdì 02 Marzo 2018

L’assessore Bandiera risponde alla pentastellata Campo: “Sollecitati i soggetti competenti”. Il progetto di censimento e assegnazione dei terreni incolti è già realtà in Toscana

CATANIA – Nelle scorse settimana la deputata M5S all’Ars, Stefania Campo, ha presentato un’interrogazione ufficiale che ha finito per ridestare l’attenzione sul programma Banca della Terra, progetto di censimento e assegnazione (tramite la vendita) delle terre incolte siciliane e che, in regioni come Lazio e Toscana, ha concorso alla rinascita di un ciclo economico agricolo dove prima era scomparso.
 
“A quattro anni dall’entrata in vigore della legge regionale la misura sembra scomparsa dai radar”, si legge nella comunicazione diffusa dalla deputata pentastellata. “Con questa interrogazione chiediamo di conoscere tempi e modalità di attuazione della normativa. Vogliamo sapere quando verranno rese disponibili le informazioni riguardanti bandi, i beni disponibili e i beni concessi nell’ambito del medesimo progetto, sul sito istituzionale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura. È inammissibile che dopo 4 anni non siano ancora stati pubblicati gli avvisi. Ma non ci stupisce dal momento che il precedente Governo è andato avanti a furia di spot e slogan da campagna elettorale”.
 
Secondo quanto appreso il neo assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera risponderà ufficialmente all’interrogazione presentata da Stefania Campo ed ha anticipato la notizia del massimo interessamento assessoriale affinché il progetto si sblocchi. “Il Governo Musumeci ha trovato una situazione di ritardi per quanto attiene l’attività di censimento dei beni della Banca della Terra – ha affermato Bandiera – Sono stati censiti soltanto circa 200 ettari di terre disponibili nell’agrigentino, che peraltro non sono di particolare valore agronomico. Al fine di dare impulso a quest’opportunità rivolta ai giovani, ho stimolato i soggetti competenti ad accelerare quanto più possibile sul reperimento dei terreni da potere inserire nell’albo denominato Banca della Terra di Sicilia, al fine di avviare le procedure di evidenza pubblica per la concessione dei predetti beni”.
 
Alla finestra le associazioni di categoria legate al primo settore, che sperano in Banca della Terra per incrementare le proprie attività e soprattutto far sì che si dia una risposta alla “domanda di terra” dei giovani agricoltori locali.
 
“In una terra a vocazione agricola come la nostra è un peccato che rimangano appezzamenti incolti. Il nostro primo settore è in crescita e c’è fame di terra – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Catania Giovanni Selvaggi – è necessario quindi procedere con i censimenti e con l’utilizzo delle misure conseguenziali, visto l’interessamento da parte del governo nazionale e l’ottima riuscita del programma in altre regioni italiane. Confidiamo in questo nuovo Governo – ha concluso Confagricoltura Catania – che vediamo attivo e attento a differenza di quello passato, con cui avevamo già caldeggiato lo stesso tema”.
 
Dall’inchiesta condotta da questo giornale è già emersa una stima che rende ancora più impellente lo sblocco Banca della Terra: il 20 per cento del terreno agricolo regionale sarebbe a reddito zero. Le ultime stime siciliane utili risalgono a circa 3 anni, quando furono contati esattamente 1.618 km2 di terreni non utilizzati su 13.875 di superficie agricola utilizzabile. A questi si aggiungerebbero ancora oggi circa altri 1.000 km2 (dagli ultimissimi rilevamenti delle Pa local. è così ragionevole dire che circa 2.500 km2 (appunto il 20%) della superficie agricola utilizzabile non è coltivata e quindi non produce profitto.

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