Turismo congressuale, che flop! - QdS

Turismo congressuale, che flop!

Adriano Agatino Zuccaro

Turismo congressuale, che flop!

martedì 20 Marzo 2018

Icca: l’Italia al 6° posto nel mondo con 386.897 meeting nel 2016 ma in Sicilia sono stati solo 3.856 (l’1% del totale). A Palermo solo una sala da 900 posti, Agrigento leader dell’Isola per eventi internazionali (35%) 

PALERMO – “Convegni, conferenze, congressi: sono molte le occasioni per prenotare una visita in Italia legata agli affari e alla promozione di iniziative aziendali. […] Tra gli elementi di successo di questo tipo di turismo vanno considerati gli ottimi collegamenti nazionali e internazionali, aeroporti efficienti e una rete viaria e ferroviaria veloce e sicura che attraversa tutto il Bel paese da Nord a Sud, da est a ovest.Le strutture congressuali italiane sono di altissimo livello e nel territorio delle città maggiori, Roma, Torino, Milano, Firenze, sono affiancate da location esclusive come palazzi nobiliari, castelli, dimore storiche. Quest’ultima città ha collezionato nel solo 2012 più di tre milioni di presenze congressuali. Il Palacongressi di Rimini è la prima wellness location congressuale in Italia”
 
Da una rapida lettura delle informazioni citate su www.Italia.it (sito ufficiale del turismo in Italia) è facile comprendere le ragioni del deficit isolano che sono da rintracciare nel campo strutturale, infrastrutturale e della programmazione.
 
 
Dei 386.897 eventi rilevati in Italia il 56,5% si è svolto al Nord, che ha registrato un decremento dello 0,8% rispetto al 2015 (-2,8% al Nord Ovest e +1,4% al Nord Est), il 26% al Centro (-6,7% rispetto al 2015) e il 17,5% nel Sud e nelle Isole (+4,8%), scrive l’Oice (Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi). Con riferimento ai 28.173.514 partecipanti, il Nord con il 58,7% registra la percentuale maggiore (+7,6% rispetto al 2015), seguito dal Centro che ha concentrato il 29,4% dei partecipanti totali (+8,9%), mentre il Sud e le Isole hanno ospitato l’11,9% dei partecipanti totali (+10,9%), contraddistinguendosi per un numero medio di partecipanti per evento (pari a 49,3) che, pur in crescita, risulta inferiore alla media nazionale. La durata complessiva degli eventi è stata su tutto il territorio nazionale pari a 544.531 giornate (+2,5% rispetto al 2015), di cui il 56,5% nel Nord (+5,9% rispetto al 2015), il 25,9% nel Centro (-4%) e il 17,6% nel Sud e nelle Isole (+1,8%). I 42.706.559 di presenze rilevate in Italia sono distribuite per il 59,2% nel Nord (+24,5% rispetto al 2015), per il 29,6% nel Centro (+21,3%) e per l’11,2% nel Sud e nelle Isole (+8%).
 
La VI edizione del Rapporto sull’Osservatorio congressuale siciliano 2016, realizzato da Sicilia Convention Bureau in collaborazione con Unicredit, ci offre uno spaccato dello status per province sulla base di dati relativi ad eventi realizzati nel periodo 1° Gennaio al 31 Dicembre 2016 esaminando le risposte di 46 aziende partecipanti. I dati Oice e quelli del citato rapporto vanno dunque letti tenendo ben presenti le relative premesse e modalità di raccolta delle informazioni. Sicilia Convention Bureau registra 3.856 eventi confermati in Sicilia nel 2016, 1.974 sono stati eventi locali,1.466 eventi nazionali e 416 eventi internazionali.
 
La classifica rimane simile al 2015, ma il fenomeno che si registra nel 2016 in base ai dati rilevati è una maggiore concentrazione degli eventi nelle province di Catania e Palermo, dove si localizza l’82% degli eventi. Considerando gli eventi per provincia, la provincia in cui si sono svolti più eventi internazionali è stata Agrigento (35,3%) seguita da Palermo (23,7%) e Trapani (20%). A Caltanissetta quasi la totalità degli eventi (95,8%) ha ricevuto delegati di provenienza locale, ma anche a Ragusa si è registrata una alta percentuale di eventi locali (82,4%). Guardando al dato regionale la maggior parte degli eventi internazionali si sono svolti a Catania, Palermo, Messina e Agrigento.
 
 


A Palermo solo un hotel con 900 posti a sedere
 
La città di Palermo è la capitale della cultura italiana 2018 nonché sede, per ben cinque mesi, di Manifesta12, biennale internazionale dell’arte contemporanea. Il capoluogo siciliano, però, alla vigilia dell’importante banco di prova, si presentava impreparata. Già a luglio scorso Giuseppe Cassarà, presidente di Federturismo Sicindustria sottolineava: “Palermo non può più permettersi di non avere un Centro Congressi-Eventi polivalente. Attualmente – come riportato da il mattinodisicilia.it – c’è solo un hotel che ha una sala da 900 posti a sedere. I privati possono essere disponibili in un clima di ampio coinvolgimento, anche se fosse necessario, con un avviso informativo di evidenza pubblica. Ma, soprattutto, serve aprire un tavolo di confronto permanente con l’amministrazione comunale che si riunisca periodicamente per fare il punto sul congressuale, sui proventi dell’imposta di soggiorno, ma anche sulle criticità del settore”.
Gli imprenditori palermitani chiedono a gran voce un Centro congressi degno di tale nome ma non si dimentichi che le sedi fieristico congressuali, che rappresentano lo 0,8% delle sedi totali analizzate a livello nazionale (fonte Oice), hanno ospitato lo 0,4% degli eventi totali e, grazie a un valore particolarmente elevato di partecipanti medi per evento (791), il 4,1% dei partecipanti (+1,9% rispetto al 2015) e il 4,2% delle presenze totali (+19,9%). Anche in questo caso, però, scrive l’Oice, le sedi fieristico congressuali si concentrano nel 72,7% dei casi al Nord, con la Lombardia e l’Emilia Romagna che ne detengono ciascuna il 20,5%, seguite dal Veneto (15,9%). Tali sedi si caratterizzano per la maggiore capacità complessiva, pari in media a 6.785 posti per sede.
 


Pochi eventi internazionali. Isola snobbata da stranieri
 
Nel 2016, scrive Sicilia Convention Bureau, gli eventi che si sono svolti in Sicilia sono stati commissionati da agenzie italiane (35%) o direttamente dai clienti finali (35%), anche se rispetto al 2015 la percentuale arrivata da agenzie siciliane è cresciuta dal 9 al 18%; solo il 12% da agenzie estere.
Si osservano, precisa il rapporto, nuove forme di contatto con gli operatori, non più quasi esclusivamente grazie a canali di vendita e relazioni consolidate (33%) come nel 2015, ma sfruttando tutti i canali possibili: contatti via web e attraverso il sito degli operatori per il 29% dei casi, fiere per l’11%, educational per il 6% e newsletter o passaparola per il 13%.
Nel 2016 si segnala una maggiore concentrazione di eventi nella categoria “assicurativo bancario” e “scientifico/tecnologico”, una sensibile crescita rispetto al 2015 degli eventi nei settori dell’abbigliamento e della moda, nel settore automobilistico e della informazione e comunicazione, mentre si registra un calo degli eventi medico/scientifici. Interessante notare che il trend del 2016 si differenzia da quello del 2015, segnalando una diversa stagionalità, come si osserva dall’incremento degli eventi in alcuni mesi invernali (novembre, dicembre, febbraio) e in quelli estivi (giugno, luglio e agosto). Vincenzo Tumminello, presidente Sicilia Convention Bureau, sottolinea che “Saranno presto resi noti i dati dell’Osservatorio Congressuale Siciliano 2017 che il nostro Bureau ha raccolto come ogni anno.
Le statistiche ci aiutano a fotografare l’andamento di un comparto turistico siciliano che ha una sua identità specifica e contribuisce alla generazione dell’indotto territoriale oltre le normali attese. La collaborazione da parte degli operatoti turistici siciliani nella partecipazione attiva all’indagine annuale ci aiuta a rendere rappresentativa la ricerca. Auspichiamo una sempre crescente partecipazione del territorio alle nostre iniziative nell’ottica di un concreto sviluppo turistico”.
 

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