Rinnovo contratti, pressing dei sindacati - QdS

Rinnovo contratti, pressing dei sindacati

Raffaella Pessina

Rinnovo contratti, pressing dei sindacati

sabato 05 Maggio 2018

La Fp Cgil incalza l’assessore: “Emani direttiva Aran per le trattative”. 85 € in più in busta paga ma sulla produttività solo teoria 

PALERMO – La Finanziaria regionale del 2018 ha stanziato milioni di euro per le stabilizzazioni di precari che lavorano negli enti locali e per una serie di categorie che da sempre attendono di uscire da una situazione di instabilità contrattuale. Sono anche stati stanziati 53 milioni di euro a favore dei dipendenti regionali siciliani ai quali viene riconosciuto il diritto dei dipendenti regionali al rinnovo contrattuale, al pari dei colleghi ministeriali delle autonomie locali e della sanità. Il rinnovo potrebbe portare nelle tasche dei regionali circa 85 euro nette di aumento.
 
La Fp Cgil ha chiesto all’assessore Grasso “di emanare adesso la direttiva all’Aran per aprire la trattativa e nel contempo di aprire il confronto sull’organizzazione della macchina amministrativa della regionale che – dicono Agliozzo e Crocè- fa acqua da tutte le parti”. I due esponenti della Funzione pubblica aggiungono che “il confronto deve portare alla riorganizzazione, alla riqualificazione del personale e a regole generali a partire dalla indizione delle elezioni delle Rsu, per i rappresentanti sindacali. Occorrerà anche creare le condizioni per l’affermazione della piena legalità – sottolineano – perché i lavoratori onesti vogliono essere messi in condizione di lavorare con serenità e trasparenza evitando di trovarsi in contesti di corruzione, come accaduto all’ispettorato del lavoro di Catania”.
 
Di come si intenda misurare la produttività del personale della Regione siciliana non si parla e proprio il tema della produttività ma anche dei costi dei personale era stato al centro di tante inchieste del Quotidiano di Sicilia. Lo scorso 14 marzo 2018, in una intervista rilasciata al nostro quotidiano (leggi qui), l’assessore Grasso aveva garantito che nel rinnovo contrattuale si parlerà di produttività e avremo modo di vedere se ciò accadra ma resta il nodo, ancora irrisolto, degli elevati costi del personale regionale che vanta una retribuzione media complessiva nettamente superiore a quella dei colleghi delle altre regioni italiane ordinarie e speciali e, addirittura, dei dipendenti ministeriali.
 
I dati fanno riferimento al 2016 ed emergono dall’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato che ci restituiscono l’immagine di un’amministrazione locale ormai votata a sprechi e all’elefantiasi cronica. Secondo l’analisi della Ragioneria, i dipendenti regionali siciliani guadagnano mediamente quasi 38.547 euro l’anno, ben 9 mila euro in più dei colleghi ministeriali. Confronto che rimane impietoso anche con il resto d’Italia: i dipendenti delle regioni a statuto speciale, quindi dotate di una struttura politico-amministrativa simile a quella della Sicilia, guadagnano mediamente oltre i 37.347 euro, mentre gli impiegati delle regioni a statuto ordinario hanno una retribuzione media di 34.900 euro l’anno.
 
Quello che salta subito all’occhio è la creazione di due diversi gruppi: da una parte, infatti, chi lavora per i vari ministeri e regioni ordinarie, con retribuzioni medie complessive abbastanza simili, e dall’altra dipendenti di regioni a statuto speciale con guadagni annuali nettamente superiori a quelli del resto d’Italia, con la Sicilia a guidare la classifica.
 
A certificare il preoccupante aumento dei costi legati alla gestione del personale è stata la sezione di controllo della Corte dei Conti che ha parlato di costi elevati anche in relazione alla spesa per i trattamenti pensionistici, la mancanza di un piano aziendale che preveda carichi di lavoro precisi e trasferimenti d’ufficio resi impossibili dall’assenza di una banca dati aggiornata.

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