Trasporto pubblico, crollano i passeggeri, a Palermo e Catania persi 8 mln in 5 anni - QdS

Trasporto pubblico, crollano i passeggeri, a Palermo e Catania persi 8 mln in 5 anni

Rosario Battiato

Trasporto pubblico, crollano i passeggeri, a Palermo e Catania persi 8 mln in 5 anni

sabato 30 Giugno 2018

Dati Istat sull’ambiente urbano: tra 2011 e 2016 la contrazione si è registrata in tutta Italia. In controtendenza Messina e Siracusa, cresciute di circa un milione di utenti a testa 

PALERMO – Strumenti di controllo del traffico urbano non aggiornati e numeri del trasporto pubblico locale in calo per buona parte dei nove comuni capoluogo dell’Isola. Si riassumono in questi termini i passaggi dell’ultimo aggiornamento Istat relativo all’ambiente urbano che ha rilasciato online diverse tavole di dati che abbracciano, oltre alla mobilità, anche l’eco management.
 
Il dato medio nazionale conferma una contrazione generalizzata: nel 2016 continua a “ridursi la domanda di trasporto pubblico locale (Tpl) nei comuni capoluogo – si legge nella nota stampa –, pari a 185 passeggeri per abitante contro i 187 dell’anno precedente”. A determinare questa contrazione sono stati soprattutto i “forti decrementi di Roma (-2% di passeggeri trasportati), Milano (-4,4%) e Napoli (-5,9%)”. Risulta in calo anche l’offerta di Tpl che è passata da “4.619 a 4.615 posti-km per abitante”, così come è diminuita di un punto percentuale la “produzione dei servizi di autobus (che rappresentano quasi il 60% dell’offerta complessiva), mentre resta stabile la produzione dei servizi di metropolitana (-0,1%) e aumentano i posti-km offerti da tram (+6,4%) e filobus (+5,6%)”. Cresce la disponibilità dei servizi di taxi che ha visto le licenze attive nei comuni capoluogo toccare quota “12,7 ogni 10 mila abitanti contro le 12,5 dell’anno precedente”.
 
Le isolane non fanno eccezione. Palermo e Catania hanno registrato dati in calo su tutti i fronti: dal 2011 al 2016 la domanda di trasporto pubblico locale (passeggeri annui per abitante) ha visto il capoluogo passare da 45,7 a 38,6 e il centro etneo da 65,9 a 47,9. Soltanto Messina ha offerto una crescita sostanziosa (da 30,6 a 36,6) mentre Siracusa si è spinta di poco più avanti (da 13,4 a 18).
 
Numeri che si riflettono nei passeggeri annui del trasporto pubblico locale (valori assoluti in milioni), con Palermo e Catania che ne hanno persi circa 4 milioni a testa, tra il 2011 e il 2016. Per la città etnea si è passati da 19 a 15 milioni, per il comune capoluogo di regione da 30 a 26 milioni. Siracusa e Messina, al contrario, sono cresciute (circa un milione a testa). Si tratta di risultati minimi, soprattutto se consideriamo il peso rivestito dal tpl in alcune città del centro-nord: Verona sfiora i 50 milioni all’anno, Genova addirittura a 133 milioni. Senza poi nemmeno considerare le cifre irraggiungibili di quelle che sono le big come Milano, Roma e Napoli.
 
Ancora più clamoroso è stato il taglio dei posti-km offerti (valori per abitante), elemento che ha evidentemente inciso anche sui tassi di utilizzo. A fronte di un dato nazionale passato da 3.116 a 2.719, le isolane sono letteralmente crollate. Nel 2011 Catania aveva un dato perfettamente in linea con la media nazionale, ma nel 2016 ha dovuto subire un taglio pari a quasi la metà e adesso l’Italia è lontanissima (1.743 contro 2.719). Discorso simile, anche se meno evidente, si può fare per Palermo, passato da 2.414 a 1.685. In controtendenza ci sono state Messina e Siracusa, che, in effetti, hanno visto crescere la propria prestazione in termini di passeggeri trasportati.
 
Sul fronte degli strumenti di controllo del traffico, la situazione resta abbastanza complicata. Il dato nazionale rivela che “quasi tutti i comuni capoluogo (102 su 116) sono dotati di un Piano urbano del traffico, ma soltanto 43 hanno approvato un Piano urbano di mobilità, inclusi i 5 che hanno già approvato i nuovi Piani urbani di mobilità sostenibile (Pums)”. In Sicilia, tutti comuni hanno approvato il piano urbano del traffico, ad eccezione di Enna e Siracusa, anche se si tratta di piani di una certa età. Alcuni risalgono alla fine degli anni Novanta (Messina e Agrigento), mentre i più recenti sono quelli di Catania (2013) e Trapani (2016). I piani urbani di mobilità sono stati approvati soltanto a Messina, Agrigento e Catania.

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