Emergenza rifiuti, Musumeci promette: "Tra due anni sarà soltanto un ricordo" - QdS

Emergenza rifiuti, Musumeci promette: “Tra due anni sarà soltanto un ricordo”

Rosario Battiato

Emergenza rifiuti, Musumeci promette: “Tra due anni sarà soltanto un ricordo”

venerdì 13 Luglio 2018

Il presidente assicura che il Piano sarà pronto a dicembre, ma serve la collaborazione di tutti i Comuni. Bordate al Governo dal sindaco Orlando: “Tutelati gli interessi speculativi dei privati” 

PALERMO – La Regione prova a spingere il sistema dei rifiuti verso lidi più sicuri, lontano dall’emergenza e vicino all’oasi delle regole comunitarie. Non è una novità – tutti presidenti vogliono risolvere questo male apparentemente incurabile per l’ambiente e le casse comunali e regionali – e Musumeci non fa eccezione: ieri, nel corso di una conferenza stampa, ha dettato i tempi per uscire da un’emergenza che dura dalla fine degli anni Novanta, quando fu nominato il primo commissario per la gestione dei rifiuti nell’Isola: Angelo Capodicasa nel 1999, col decreto 2983.
 
 
“Con i rifiuti stiamo andando avanti, facendo in 8-10 mesi quello che non si è fatto negli ultimi 25 anni”. Un bilancio assolutamente positivo, secondo il governatore, che porta la Regione a credere che la situazione dei rifiuti sarà “normalizzata entro un paio d’anni, fra due anni sarà solo un ricordo e noi stiamo mantenendo gli impegni, a dicembre presenteremo il piano rifiuti”. Quest’ultima tappa, in particolare, è stata tanto attesa per tutto il periodo dell’amministrazione Crocetta e potrebbe finalmente fornire quello strumento di sistema per la gestione dei rifiuti.
 
Il processo si deve governare da Palazzo d’Orleans, ma necessita della collaborazione di tutti, a partire proprio dai 390 enti locali dell’Isola perché “abbiamo spiegato ai Comuni – ha aggiunto Musumeci – che la battaglia si vince se si sta tutti insieme, come sapete i poteri del commissario straordinario non riguardano i rifiuti in Sicilia, qualcuno avrebbe dovuto leggere l’ordinanza che invece riguarda la settima vasca di Bellolampo, cioè un’altra realtà”.
 
Altro aspetto al centro del dibattito di questi giorni resta il trasferimento dei rifiuti all’estero, un tema che era stato accantonato dal passato governo regionale e che è tornato in auge in seguito all’ordinanza commissariale dello scorso giungo che impone ai comuni di presentare al dipartimento rifiuti, entro la fine del mese, gli accordi sottoscritti per il trasferimento della quota di rifiuti eccedente rispetto a quella fissata per lo smaltimento in discarica che non può essere oltre il 70% del quantitativo totale prodotto nel corrispondente periodo dell’anno precedente.
 
Musumeci ha ribadito che l’invio all’estero è competenza dei comuni e non della Regione e “noi abbiamo spiegato ai Comuni – ha aggiunto – che la soluzione per affrontare il problema delle discariche sature, visto che nessuno si è mai preoccupato di creare nuovi impianti in Sicilia, comporta una scelta intorno al 30% dei rifiuti da mandare fuori, ma ripeto, questo non è un compito della Regione”.
Sulla scadenza del 30 luglio Musumeci ha glissato – “se è un termine perentorio? Bella domanda”, ha dichiarato –, ricordando che serve la collaborazione di tutti perché i Comuni hanno prodotto con le società di ambito Srr, cioè da meno di un decennio, circa 1,8 miliardi di debiti.
 
Ci sono anche dei numeri positivi – 150 i sindaci che hanno superato il 50% anche se la media complessiva è al 27%, comunque la metà del dato nazionale che oscilla intorno al 50% – e soprattutto si sta puntando alla bonifica delle discariche pericolose. Ce ne sono 510 in Sicilia ma “non sappiamo quante di queste siano effettivamente pericolose e per questo abbiamo stipulato una convenzione con la struttura del dissesto idrogeologico e con l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia”.
 
Le prospettive del governatore vengono smontate dalle parole di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell’Anci regionale, che accusa il governo di rischiare l’autonomia sul tema dei rifiuti: “Rischia di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent’anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all’attenzione dell’Autorità giudiziaria e dall’altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini”. Nel mirino anche la consegna un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti per Palermo di “esclusiva competenza” della struttura commissariale che non ha mai ricevuto alcuna risposta.
 
Per Orlando si avverte come “la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati”, un passaggio confermato, a suo avviso, dal ddl regionale, in cui “chiaramente emerge la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l’affidamenti ad un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più”. Netta contrarietà anche nei confronti dell’ordinanza che “oltre ad essere sbagliata nel merito contiene diversi profili di illegittimità”.

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