Farmaci, 32 euro la spesa pro capite in Sicilia - QdS

Farmaci, 32 euro la spesa pro capite in Sicilia

Serena Giovanna Grasso

Farmaci, 32 euro la spesa pro capite in Sicilia

martedì 07 Agosto 2018

Pubblicato il report “Osservatorio sui ticket” elaborato dalla Fondazione Gimbe e relativo all’anno 2017. A tanto ammonta la quota di compartecipazione a carico dei cittadini, la terza maggiormente elevata in Italia 

PALERMO – “La compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, introdotta come moderatore dei consumi, si è progressivamente trasformata in un consistente capitolo di entrate per le Regioni, in un periodo storico caratterizzato dal definanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale”. Così si apre il report Osservatorio sui ticket, elaborato e recentemente pubblicato dalla fondazione Gimbe.
 
Dalle analisi effettuate emergono differenze regionali relative all’importo totale della compartecipazione alla spesa che si enfatizzano analizzando separatamente l’impatto del ticket sui farmaci e quello delle prestazioni. In particolare, se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla tra i 97,70 euro della Valle d’Aosta e i 30,40 euro della Sardegna, per i farmaci tale quota varia da 34,30 euro in Campania a 15,60 euro in Friuli Venezia Giulia, mentre per le prestazioni specialistiche si passa dai 66,20 euro della Valle d’Aosta agli 8,60 euro della Sicilia.
 
Relativamente alla situazione siciliana, la quota totale di compartecipazione risulta essere pari a 40 euro, mentre quella inerente alla spesa farmaceutica ammonterebbe a 32 euro ed è la terza maggiormente elevata in Italia.
 
Secondo i dati della Corte dei Conti l’entità della compartecipazione alla spesa nel periodo 2014-2017 si è mantenuto costante: 2.883,5 milioni di euro nel 2014, 2.925,3 milioni di euro nel 2015, 2.885,5 milioni di euro nel 2017 e 2.885,6 milioni di euro nel 2017. Tuttavia, se nel 2014 la spesa per farmaci e specialistica erano sovrapponibili, negli anni successivi si è̀ determinata una progressiva ricomposizione percentuale, conseguente alla riduzione della spesa per i ticket sulle prestazioni (-7,7%) ed al parallelo aumento di quella per i ticket sui farmaci (+7,9%). Se quest’ultimo consegue al progressivo incremento della quota differenziale per l’acquisto dei farmaci brand, preferiti agli equivalenti, la progressiva riduzione dei ticket per le prestazioni specialistiche indica uno spostamento della domanda verso il privato, sicuramente più̀ concorrenziale per le fasce di reddito più elevate, anche in conseguenza dell’introduzione del superticket.
 
Dei 1.549 milioni di euro sborsati dai cittadini per il ticket sui farmaci, meno di un terzo sono relativi alla quota fissa per ricetta (498,4 milioni di euro), mentre i rimanenti 1.049,6 milioni di euro sono imputabili alla scarsa diffusione in Italia dei farmaci equivalenti (come documentato dall’Ocse che ci colloca al penultimo posto su 27 paesi sia per valore, sia per volume del consumo degli equivalenti).
Rispetto alla quota fissa per ricetta, non prevista da Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, il range varia da 18,30 euro pro capite della Valle d’Aosta a 0,50 euro del Piemonte. La quota differenziale per la scelta del farmaco di marca oscilla invece da 22,90 euro pro capite del Lazio a 10,50 euro della Provincia di Bolzano. Tutte le Regioni sopra la media nazionale sono del Centro-Sud: oltre al già citato Lazio, troviamo Sicilia (22,10 a testa), Calabria (21,20 euro ad abitante) Basilicata (21,20 euro a cranio), Campania (20,9 a cittadino), Puglia (20,70 euro pro capite), Molise (20,30 euro a persona), Abruzzo(19,50 euro), Umbria (19,50 euro) e Marche (18,20 euro).
 
Infine, conclude la fondazione Gimbe affermando l’indispensabilità ad uniformare a livello nazionale i criteri per la compartecipazione alla spesa e le regole per definire le esenzioni e aumentare l’utilizzo dei farmaci equivalenti.

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