Pasqualino Monti: "La burocrazia uccide il nostro Paese" - QdS

Pasqualino Monti: “La burocrazia uccide il nostro Paese”

Raffaella Pessina

Pasqualino Monti: “La burocrazia uccide il nostro Paese”

giovedì 23 Agosto 2018

Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del mare di Sicilia occidentale. Corruzione, norme non chiare, procedure farraginose: Pa sotto accusa

PALERMO – Burocrazia italiana alla gogna. Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, autore del libro “In mare controvento. Riflessioni di un manager pubblico” denuncia le contraddizioni del sistema distorto degli appalti in Italia.
 
 
“Il Codice degli appalti è scritto per chi non vuole realizzare – dice Monti – ed è la prova che l’unica ricetta inventata dal Paese per combattere la corruzione e vincere la paura della corruzione ha come ingredienti norme inapplicabili, devastanti per l’efficienza di cui il Paese, oggi più che mai, ha bisogno”. Monti fa una radiografia impietosa della situazione nel paese: “Quante volte abbiamo sentito parlare di stanziamenti e di investimenti? Quante opere concluse abbiamo visto?”. Monti parla anche del caso del ponte Morandi, e sulla incapacità di far partire in tempi accettabili le nuove infrastrutture. Ma Monti detta anche le regole per trovare la soluzione a questo impasse. “Il Paese è in emergenza? Senza infrastrutture muore? Comportiamoci di conseguenza. A chi decide, in primis ai commissari, va conferito un potere in deroga totale dal Codice degli Appalti. L’alternativa è quella di uccidere l’Italia, soffocandola sotto pile di norme di presunta garanzia anti-corruzione e di manleva di responsabilità. I corrotti lasciamo che sia la magistratura a perseguirli, dando alla stessa gli strumenti reali per poterlo fare”.
 
Monti affronta tutti gli argomenti che in questa estate hanno toccato gli italiani in un modo o nell’altro: “Non siamo capaci di costruire in tempi dignitosi le case distrutte dal terremoto e continuiamo a focalizzare l’attenzione sui fondi e sull’entità degli stanziamenti per le grandi infrastrutture, come il Terzo Valico o la Gronda autostradale, o per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, sapendo perfettamente che il problema non è il denaro, non è ottenere dall’Ue la possibilità di prevedere che tali spese non siano conteggiate nel calcolo del deficit, ma in quanto tempo prevediamo di spendere questi fondi realizzando le opere. E riconoscendo che il Codice degli appalti, scritto nella logica del sospetto e quasi di un’azione penale preventiva, è stato messo a punto su misura per non fare le opere. Oggi non esistono più scuse – spiega Monti – Ai commissari, ma anche alla macchina dello Stato – devono essere conferiti poteri in deroga rispetto alle norme del Codice degli Appalti”.
 
E prosegue: “Abbiamo paura della corruzione? E allora diciamolo con chiarezza: il Codice degli appalti con i suoi bizantinismi, con le sue garanzie incrociate, è uno splendido terreno di coltura proprio per la corruzione. Tagliamo via tutto: meccanismi di gara inconcepibili per un Paese moderno, potere di interdizione dei Tribunali amministrativi, Consiglio di Stato, procedure farraginose di verifiche incrociate, commissioni su commissioni. Basta!” . Anche in Sicilia, regione a Statuto speciale, varrebbero le considerazioni di Monti, viste le interrogazioni presentate sulle problematiche relative alle infrastrutture, non ultime quella sul monitoraggio dei ponti dell’Isola.

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