Nativi digitali e rischi di malattie mentali "Cervello perennemente sotto attacco" - QdS

Nativi digitali e rischi di malattie mentali “Cervello perennemente sotto attacco”

redazione

Nativi digitali e rischi di malattie mentali “Cervello perennemente sotto attacco”

martedì 09 Ottobre 2018

La Società italiana di psichiatria: la patologia più diffusa tra gli adolescenti? è la depressione. “Rispetto a qualche decennio fa, i ragazzi sono esposti a un numero maggiore di stimoli. La metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non viene rilevata, o viene sottovalutata

ROMA – Nativi digitali sempre più sotto la lente. “La metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non viene rilevata, o viene sottovalutata, e quindi non viene trattata. In termini di importanza, la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione”. Lo rilevano gli esperti della Sip, la Società italiana di psichiatria, che si riuniranno in congresso a Torino dal 13 al 17 ottobre.
 
 
‘La salute mentale del terzo millennio’ è il titolo scelto per l’evento, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale che si celebra mercoledì 10 ottobre. “Un altro dato spaventoso – sottolineano gli psichiatri – è che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di 15-29 anni. Senza considerare l’uso di alcol e droghe illecite tra gli adolescenti, un problema cosi importante che in molti Paesi del mondo è considerato una emergenza nazionale”.
 
In Italia, ricordano gli esperti Sip, oggi vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni. Di questi, circa il 10% (dati Istat) si dichiara globalmente insoddisfatto della propria vita, delle relazioni amicali, familiari e della salute. “Questo dato – osservano gli specialisti – segnala che un numero estremamente significativo di giovani è in una situazione di difficoltà emotiva, confermata dalla prevalenza, sempre attorno al 10%, di forme depressive o ansiose in questa fascia d’età”.
 
“I nativi digitali – afferma Claudio Mencacci, past president Sip, direttore del dipartimento di Neuroscienze all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano – sono esposti, rispetto ai ragazzi di qualche decennio fa, a un numero sicuramente maggiore di stimoli, a un diminuito numero degli spazi di vuoto e di noia. È come se il cervello fosse perennemente stimolato, da immagini e informazioni, da opportunità e richieste. Questo sicuramente comporta molti vantaggi, dato che tutti questi stimoli possono implementare la curva degli apprendimenti, ma vi è un costo. È come se avessimo un cervello perennemente sotto attacco, raramente in condizione di quiete in quello che viene chiamato ‘resting-state’”.
 
“Stiamo parlando di una platea ampia di ragazzi su cui sarà costruito il nostro futuro – prosegue Mencacci – e non possiamo dimenticarcelo quando affrontiamo certi argomenti. Non possiamo non chiederci quindi come incidono le trasformazioni sociali e tecnologiche sulla salute psichica dei giovani. È evidente che vi sono delle specificità che possono essere evidenziate nel funzionamento psichico e cognitivo dei cosiddetti nativi digitali, iper-connessi, iper-tecnologici. Cosi come è evidente che vi sono dei rischi specifici a cui i ragazzi di oggi sono particolarmente esposti e che potranno portare a conseguenze sul loro benessere psichico futuro”.
 
“Lo sviluppo psichico dell’individuo in generale – precisa Bernardo Carpiniello, presidente della Sip e direttore della cattedra di Psichiatria all’università di Cagliari – avviene in un rapporto continuo e dialettico con tutto ciò che lo circonda, inteso in senso inclusivo, sia come micro-ambiente (ovvero l’ambiente più prossimo della famiglia e dei legami più stretti) sia come macro-ambiente (il clima culturale, i movimenti sociali e antropologici, le condizioni ambientali). Dobbiamo quindi immaginare il percorso verso la salute psichica come un processo che si sviluppa tra sollecitazioni (ambientali) che possono comportare effetti più o meno evidenti, sia in relazione alla loro natura e intensità sia in relazione al periodo durante il quale si verificano”.
 
Secondo la Sip, dati molto più solidi riconoscono invece gli effetti dell’utilizzo di alcolici e del fumo sul benessere psichico e fisico dei giovani. “Le sostanze d’abuso – avverte Carpiniello – sono dei veri e propri detonatori rispetto ai disturbi mentali: l’esordio sempre più precoce del disturbo bipolare, che nel 40% dei casi oggi si colloca fra il 15 e i 19 anni, è in parte correlata all’uso di psicostimolanti. Mentre l’uso di cannabis, soprattutto di quella ad alta potenza, aumenta di 3 volte il rischio di sviluppare la schizofrenia nei soggetti predisposti”.
 
“Di fronte a tutti questi rischi – conclude lo psichiatra – è importante considerare l’adolescenza come un periodo sensibile, da tutelare e proteggere, permettendo che ragazzi che mostrano segnali di sofferenza psichica possano essere aiutati per tempo, con competenza e passione”.

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