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Messina – De Luca ottiene il consenso del Consiglio e il via libera al suo piano Salva-Messina

Lina Bruno

Messina – De Luca ottiene il consenso del Consiglio e il via libera al suo piano Salva-Messina

mercoledì 17 Ottobre 2018

Si va verso una rimodulazione del Piano di riequilibrio al fine di evitare il dissesto finanziario. Il sindaco ha ritirato le dimissioni, preannunciando la volontà di lasciare il posto all’Ars

MESSINA – Neppure quattro mesi dal suo insediamento eppure, senza neppure un consigliere eletto nelle sue liste, ha già consolidato un modo nuovo di governare i rapporti di forza all’interno del Palazzo, ma anche di gestire il dissenso. Vedremo nei prossimi giorni come tenterà di sanare la frattura con Cgil e Uil, che hanno preannunciato uno sciopero generale per il 31 ottobre. Intanto il sindaco Cateno De Luca non può che essere soddisfatto della vittoria incassata in una seduta di Consiglio durata oltre 12 ore e dominata dai suoi lunghi interventi, mai interrotti dal presidente Claudio Cardile.
 
L’atto di indirizzo che supporterà la manovra per la rimodulazione del Piano di riequilibrio, il cosiddetto Salva-Messina, alla fine è stato approvato (20 “Sì”, 6 “No” e due astenuti) e il primo cittadino ha ritirato le sue dimissioni, preannunciando allo stesso tempo che lascerà il suo posto di deputato regionale, la cui incompatibilità con la carica di sindaco nessuno finora gli aveva formalmente contestato.
 
De Luca ha dominato l’Aula dopo un primo momento di destabilizzazione, legato alla conferenza stampa dei consiglieri del M5s che, supportati dai deputati nazionali e regionali, avevano preannunciato il loro voto contrario alla manovra presentata per scongiurare il dissesto. “I cittadini – hanno sottolineato i pentastellati – stanno già pagando gli eventuali effetti del dissesto, perché sono gli stessi, previsti dalla legge, per il Piano di riequilibrio già adottato. La nostra città non può permettersi di perdere neppure un posto di lavoro, mentre il sindaco preannuncia licenziamenti e tagli. Siamo contrari alla politica delle privatizzazioni: il trasporto pubblico, la gestione rifiuti e la fornitura idrica devono restare pubblici”.
 
Intanto il Governo GialloVerde – di cui il M5s è parte integrante – non ha ancora deciso sulla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria da cui dipende lo sbaraccamento dei sette ambiti di risanamento. Uno dei temi, questo, su cui De Luca si gioca molto, ma per cui sono necessari un’interlocuzione proficua e il supporto della deputazione nazionale, non ultimo di quel Francesco D’Uva che del Movimento pentastellato è portavoce. Dopo le polemiche iniziali sulle incompatibilità, che sembravano fatte per mettere in difficoltà la consigliera del M5s Cristina Cannistrà, dipendente della cooperativa Genesi che gestisce buona parte dei servizi di assistenza erogati dal Comune, De Luca a conclusione della seduta ha chiesto anche a chi non condivide il Salva-Messina, di lavorare con l’Amministrazione per dare una speranza di futuro alla città.
 
 
Tensione, come detto, anche con i sindacati. Durante i lavori De Luca ha attaccato la Cgil, in particolare il segretario Giovanni Mastroeni, e la Uil, che non hanno firmato l’accordo sulla manovra durante la maratona di confronto con le parti sociali (così come fatto invece da Cisl, Cisal e Orsa) dopo lo stralcio relativo ai licenziamenti dei dipendenti di Casa Serena.
 
Parole di fuoco da parte del sindaco anche per dipendenti, funzionari e dirigenti comunali (per alcuni sarebbero pronti i trasferimenti per conflitti di interesse emersi), e soprattutto contro quel sistema che da decenni ha bloccato i concorsi favorendo il precariato e pochi privilegiati a danno della meritocrazia e del diritto.
 
Il primo cittadino ha poi distribuito dossier demolendo la credibilità di Atm, Amam e Messinaservizi e fatto rivelazioni sulla gestione dei Servizi sociali con un paio di notizie di reato che saranno sottoposte all’attenzione della Procura.
 
Il Salva-Messina, dunque, per De Luca è soltanto una cornice. Adesso si dovranno deliberare tutti quei provvedimenti necessari per evitare il dissesto finanziario e sui quali si fonda la rimodulazione, entro il 23 novembre, del Piano di riequilibrio. L’ultima versione della proposta del sindaco è stata corretta dagli emendamenti presentati dal Pd, che puntano sulla tutela dei dipendenti delle partecipate, Atm a capitale pubblico, riduzione della spesa dei servizi sociali ma senza toccare i livelli occupazionali. Sarà inoltre una società indipendente a certificare la situazione finanziaria dell’azienda trasporti.

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