Sommerso e sicurezza fuori controllo - QdS

Sommerso e sicurezza fuori controllo

Michele Giuliano

Sommerso e sicurezza fuori controllo

martedì 02 Febbraio 2010

Lavoro. Ispezioni insufficienti lavoratori a rischio.
Irregolarità. L’anno appena trascorso ha fatto segnare 7 mila 438 aziende ispezionate con un’altissima incidenza di irregolarità (un’impresa su due non in regola secondo l’attività svolta dagli ispettorati).
Nuove forze. Formati 78 nuovi ispettori che si andranno ad integrare ai 257 che già erano in servizio nel 2009. Quindi un incremento del 30 per cento del personale.

PALERMO – L’ispettore del lavoro in Sicilia non lo vuole fare nessuno, o quasi. In appena due anni di attività formativa per immettere nuovi ispettori a disposizione degli uffici provinciali del lavoro si sono persi per strada qualcosa come 220 potenziali nuovi funzionari preposti al controllo delle aziende per contrastare lavoro irregolare ed evasione, fenomeni tra l’altro fortemente radicati nel territorio.
Un’emorragia causata dal fatto che strada facendo gli aspiranti hanno fatto marcia indietro. La spiegazione appare abbastanza semplice: i guadagni sono al lumicino, non ci sono incentivi e per di più ci si espone a grandi rischi.
Intanto la formazione per questi nuovi ispettori è costata alla Regione quasi 4 milioni di euro, cifra che divisa per il numero dei formati, equivale a 50 mila euro per ispettore.
 
Un commento che fa seguito ad una considerazione nata essenzialmente dal bilancio dell’attività svolta dai vari ispettorati provinciali in Sicilia nel 2009. Numeri che mettono ancora una volta in risalto come la quantità di ispettori del lavoro è assolutamente insufficiente rispetto al numero delle imprese da controllare nell’Isola. L’anno appena trascorso ha fatto segnare 7 mila 438 aziende ispezionate con un’altissima incidenza di irregolarità (un’impresa su due non in regola secondo l’attività svolta dagli ispettorati). Se in tutto il territorio siciliano si contano 394 mila 498 imprese attive (dato Censis) si può quindi calcolare che appena l’1,88 per cento delle aziende sono state ispezionate. Praticamente una goccia nell’oceano.
Numeri che riportano in evidenza l’eterno problema dell’esiguo numero di ispettori del lavoro in servizio. Entro quest’anno entreranno a regime i 78 nuovi ispettori appena formati: l’attività si è completata ed è cominciato l’affiancamento, cioè vale a dire il nuovo ispettore affiancato ad un veterano per sviluppare la parte pratica. Appare però del tutto evidente che si tratta di un numero eccessivamente esiguo. I 78 nuovi ispettori si andranno ad integrare ai 257 che già sono in servizio. Quindi un incremento del 30 per cento del personale. Se si dovesse anche qui fare una semplice equazione si potrebbe dire che in proiezione le ispezioni sul campo potrebbero crescere nel 2010 sino a raggiungere quota 10 mila. Risultato? Tutt’al più, con le risorse umane a disposizione, si potrebbe arrivare ad un tasso di imprese ispezionate del 2,5 per cento. Anche in questo caso si possono fare delle proiezioni: se un’impresa su due è irregolare (ne sono state scovate 3 mila 901) vuol dire che a farsela franca quest’anno sono state quasi 190 mila imprese. Un dato ricavato tra il numero di imprese globali che in proiezione sono irregolari (il 50 per cento, quindi poco più di 197 mila) decurtato dalle aziende che sono state ispezionate (per l’appunto 7 mila 438).
Un sommerso quindi infinito che è destinato a proliferare negli anni a venire perché trovare una persona idonea a fare l’ispettore e che sia oltretutto disposto a farlo non è affatto facile. Ne sa qualcosa il dirigente della Regione Giovanni Bologna, appena trasferito ad altro assessorato, che ha seguito da capo del Dipartimento Lavoro tutto l’iter per la formazione dei nuovi ispettori: “Fare questo lavoro comporta dei rischi – dice – e non tutti sono in grado di reggere alle pressioni esterne di vario tipo. Ecco perché oggi si sono formati solo 78 ispettori rispetto ai 300 selezionati inizialmente”.
“Gli ispettori del lavoro – dice il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava – rappresentano un drappello minuscolo nonostante gli 80 carabinieri impegnati, pure loro, nei controlli. La rete dei controlli è troppo debole rispetto al mare magnum dell’economia siciliana, dove oltre alle aziende ci sono da controllare i cantieri edili e i 400 enti collegati a Province e Comuni.
“Crediamo – dice il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy – che sia necessario proseguire la battaglia contro l’irregolarità, intensificando i controlli, dotando di maggiori strumenti e di maggior personale le strutture ispettive, per restituire quei diritti negati al più alto numero di lavoratori e lavoratrici e dare così un segnale che l’evasione e la irregolarità contributiva sono una malattia che si può curare”.

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