Il 38% degli italiani non dorme tranquillo se non mette da parte dei risparmi - QdS

Il 38% degli italiani non dorme tranquillo se non mette da parte dei risparmi

redazione

Il 38% degli italiani non dorme tranquillo se non mette da parte dei risparmi

sabato 03 Novembre 2018

Indagine di Acri e Ipsos sulla propensione dei cittadini all’accantonamento pensando al futuro. Solo il 39% delle famiglie è riuscito effetivamente a risparmiare e il 37% consuma tutto il reddito

Si ringraziano per la partecipazione:
– Ordine dei Dottori Commercialistidi Catania
– Credito Siciliano
– Confeserfidi
 

 
ROMA – Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il 31 ottobre è stata celebrata a Roma la 94ª Giornata Mondiale del Risparmio, da sempre organizzata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa.
 
Come ogni anno, Acri ha presentato i risultati dell’indagine sugli Italiani e il Risparmio, che da diciotto anni realizza insieme a Ipsos per questa occasione. I risultati sono suddivisi in due macroaree: la prima, comune a tutte le rilevazioni (dal 2001 al 2018), che consente di delineare quali siano oggi l’atteggiamento e la propensione degli Italiani verso il risparmio, evidenziando i cambiamenti rispetto al passato; la seconda focalizzata sul tema specifico della Giornata, che quest’anno è “Etica del risparmio e sviluppo”.
 
Il 2018 sembra essere un anno di attesa per molti italiani, che stanno vivendo una situazione non definita, un equilibrio precario. Sospesi tra un passato recente, rispetto al quale si rendono conto dei miglioramenti, e grandi aspettative per il futuro, vivono la situazione attuale con incertezza, anche perché la crisi non sembra mai definitivamente superata (si attendono in media ancora 4 anni di crisi); il presente appare complesso e contraddittorio.
 
L’ottimismo circa il futuro sembra essere molto diffuso nel Centro-Sud, soprattutto tra coloro che hanno meno di 30 anni (gli ottimisti riguardo la situazione personale sopravanzano i pessimisti di 36 punti percentuali), che negli anni passati si erano mostrati più negativi.
 
Appare, invece, più in difficoltà il Nord Est; fra coloro che si trovano nella fascia d’età tra i 31 e i 44 anni, in cui si definiscono le principali scelte famigliari, cresce il numero di quelli che temono un peggioramento delle prospettive, sicché il differenziale tra ottimisti e pessimisti, pur sempre a favore dei primi, passa da +18 a +15.
 
Altro elemento di contraddizione è l’aumento delle famiglie che non hanno avuto nessuna difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita (sono il 37%, erano il 35% nel 2017, il 32% nel 2016) e parimenti la crescita di quelle che che dichiarano di essere state colpite direttamente dalla crisi riguardo al lavoro: nel 2017 erano il 19%, nel 2018 salgono al 24%.
 
Le prospettive dell’Italia sembrano fortemente legate all’Europa: se da una parte è forte la delusione per i progressi del processo di unificazione europea (il 53% ha una bassa fiducia), dall’altra ancor più che in passato si ritiene fondamentale la scelta europeista del Paese (il 66% è contro ogni ipotesi di uscita, in crescita rispetto al 61% del 2017; chi vuole uscire scende dal 17% al 14%, gli altri non hanno opinioni definite).
 
Allo stesso tempo sempre più italiani sono convinti che – in una prospettiva di medio periodo – rimanere nell’euro sia la scelta più idonea (il 56% ritiene che sarà un vantaggio, contro il 29% che preferirebbe non avere l’euro in futuro). L’incertezza che stanno vivendo gli italiani ha degli effetti evidenti sulle decisioni di risparmio e di consumo: la tensione al risparmio, ovvero il desiderio di risparmiare, è molto forte e riguarda l’86% degli italiani, come lo scorso anno, ma ben il 38% addirittura non vive tranquillo se non mette da parte dei risparmi (+1 sul 2017), e il 39% delle famiglie afferma di essere riuscito effettivamente a risparmiare (+2 punti percentuali sul 2017), mentre diminuiscono coloro che consumano tutto il reddito: sono il 37% contro il 41% del 2017.
 
Al contempo aumentano lievemente le famiglie in saldo negativo di risparmio: dal 21% del 2017 al 22% attuale; in quest’ambito decresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 14% attuale), ma aumentano coloro che ricorrono a prestiti (sono l’8% contro il 5% del 2017). L’aumento del risparmio lordo delle famiglie (+18% rispetto allo stesso periodo del 2017) è riscontrato anche dall’Istat (ricordiamo che Istat rileva lo stock di risparmio, non il numero dei risparmiatori).

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