Maltempo killer: dodici morti e un disperso in Sicilia - QdS

Maltempo killer: dodici morti e un disperso in Sicilia

Pietro Crisafulli

Maltempo killer: dodici morti e un disperso in Sicilia

domenica 04 Novembre 2018

Spaventoso bilancio dell'ondata di maltempo che ha colpito la Sicilia orientale facendo esondare tre fiumi tra il Palermitano e l'Agrigentino. A Casteldaccia nove morti, e tra essi due bambini piccolissimi. Un altro morto a Vicari e una coppia di emigrati in Germania a Cammarata. Il premier Conte in Sicilia, "Un miliardo per il dissesto idrogeologico". Musumeci  "La burocrazia ha impedito la manutenzione dei fiumi". L'analisi delle cause: abusivismo e mancata manutenzione

Dodici morti e un disperso, questo lo spaventoso bilancio dell’ondata di maltempo che ha colpito la Sicilia occidentale.
 
Nove persone, tra cui donne e bambini, sono morti in una villa in contrada Cavallaro a Casteldaccia, nel Palermitano, a causa dell’esondazione del fiume Milicia ingrossato dalle piogge.
 
Due emigrati da tempo residenti in Germania sono stati travolti con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata, in provincia di Agrigento.
 
Un altro morto a Vicari, sempre nel Palermitano, per l’esondazione del fiume San Leonardo che ha travolto un’auto.
 
E sono in corso le ricerche di Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano che si stava recando nell’ospedale di Corleone per prendere servizio: la sua auto e’ stata trovata in contrada Raviotta, tra Ficuzza e Corleone, sulla statale 118 interrotta in diversi punti per smottamenti ed allagamenti.
 
"Sto partendo per la Sicilia" aveva annunciato su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, atterrato con un volo di Stato a Palermo e subito salito sull’elicottero che lo attendeva sulla pista dell’aeroporto, per sorvolare le zone colpite dall’alluvione insieme con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il prefetto di Palermo Antonella De Niro. Subito dopo, il premier si è recato nel Policlinico di Palermo per incontrare i familiari delle vittime e infine in Prefettura per una riunione di coordinamento dei soccorsi.
 
"C’è una vigile attenzione del governo – ha detto parlando con i giornalisti al termine della riunione –  a operare un piano d’investimenti che riguarderà le infrastrutture materiali e immateriali. Per il dissesto idrogeologico abbiamo messo a disposizione del ministro per l’Ambiente 1 miliardo per interventi di sicurezza del territorio, per proteggere e salvaguardare le vite umane. Poi ulteriori 50 milioni per le autorità di bacino per regolare i flussi d’acqua".
 
"E’ necessario – ha aggiunto – avviare e completare un’opera di ripulitura dei letti dei fiumi, dobbiamo intervenire per mettere in sicurezza il sistema idrogeologico: la sicurezza delle vite umane prevale rispetto ad altro"
 
La tragedia
di Casteldaccia
 
Anche bambini piccolissimi tra le vittime dell’esondazione del fiume Milicia a Casteldaccia.
 
Hanno perduto la vita Antonio Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57, i loro figli Marco, 32 e Monia, 40. Quest’ultima è sposata con Luca Rughoo e i due hanno due figli: Francesco, 3 anni, morto anche lui, e Manuela 13 anni, sopravvissuta perchè era col padre e la cugina Asia, 12 anni, a comprare dei dolci quando si è scatenata la bomba d’acqua del fiume Milicia.
 
Nella strage è morta anche Nunzia Flamia, 65 anni, madre di Rughoo, Stefania Catanzaro, 32, moglie di Giuseppe Giordano (figlio di Antonio e Matilde), sopravvissuto perchè scaraventato su un albero dalla violenza dell’inondazione, e i loro figli Rachele, di un anno e Federico di 15.
 
Salvi per
miracolo
 
"Io, mio marito e mio figlio di sei mesi siamo salvi per miracolo. Eravamo in quella casa fino al pomeriggio" ha raccontato Clara Alongi, moglie di Matteo Giordano figlio di due delle vittime della tragedia del maltempo a Casteldaccia (Palermo) avvenuta nella notte.
 
La famiglia di Giuseppe Giordano, con figli, nuore, nipoti, nonni e zii, si trovava nella casa di villeggiatura che affitta da due anni. In questi giorni celebrano con i bambini la ricorrenza dei morti organizzando grigliate e karaoke.
 
La casa era piena di regali, dolci e i caratteristici pupi di zucchero.
 
"Noi siamo andati via – aggiunge – perche il nostro bimbo è ancora un neonato".
 
Le vittime vivevano a Palermo, Santa Flavia e Bagheria.
 
Una delle bambine Asia, di 13 anni, e lo zio Luca Giordano, si sono salvati perché si erano allontanati per andare a fare spese.
 
Nella zona della tragedia si trovano diversi prefabbricati e una casa di riposo.
 
Il racconto
dei testimoni
 
Maria Concetta Alfano, che ha una villetta a poca distanza da quella dove sono morte le nove persone, racconta: "Ho sentito i cani abbaiare e ho detto a mio marito di andare a vedere cosa accadeva. Ha aperto la porta e l’acqua ha invaso la casa. Abbiamo preso subito mia figlia di 39 anni che è invalida, siamo saliti in auto e siamo scappati".
 
Andrea Cardinale, il marito, racconta: "L’acqua arrivava fino al cofano dell’auto, sono riuscito a imboccare la statale per un pelo. Anche quella strada era invasa dall’acqua. Io non sapevo neppure che qui vicino ci fosse un fiume".
 
La disperazione
dei superstiti
 
"Era bellissimo. Era il mio cuore. Non c’è più".
 
Grida di dolore dandosi pugni in testa Luca Giordano, che nella tragedia del maltempo a Casteldaccia ha perso il figlioletto e la moglie.
 
Lui si è salvato perche si era allontanato da casa con la nipote per fare spese con Luca Rughoo, che, disperato, ha fatto perdere le proprie tracce.
 
Rughoo, che ha ha perso la moglie Monia Giordano, la madre Nunzia Flamia e il figlioletto di 3 anni Francesco, è scampato alla strage del maltempo con la figlia Manuela e la nipote Asia perchè si era allontanato con loro per andare a comprare dei dolci.
 
Intanto le salme delle nove vittime sono state portate nella camera mortuaria del Policlinico di Palermo le salme delle nove vittime della strage del maltempo a Casteldaccia (Pa).
 
Non ha più lacrime da versare Giuseppe Giordano, 35 anni, che si trova seduto nella panchina accanto la camera mortuaria.
 
Attorno a lui familiari e amici piangono e lo abbracciano. "Ho perso tutto, non ho più nulla. Mi rimane solo mia figlia", dice.
 
L’uomo ha perso la moglie, il padre, la madre, il fratello, la sorella e due figli di 15 e un anno.
 
Il Sindaco,
"Tragedia immane"
 
"Una tragedia immane ci ha colpiti. Non riusciamo ancora a comprendere come sia potuto accadere" ha commentato Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia, dopo la morte delle nove persone dopo lo straripamento del Milicia.
 
"Il fiume – ha affermato – non aveva mai causato pericoli, non era mai esondato e qui a Casteldaccia non ha piovuto molto. Il fiume nasce nella zona di Ciminna-Caccamo e forse è stato ingrossato dalle piogge cadute lungo il suo percorso".
 
L’analisi
delle cause
 
 
"La casa travolta dal fiume era abusiva – ha raccontato il Sindaco – e nel 2018 era stato emesso un ordine di demolizione del Comune impugnato dai proprietari davanti al Tar. Il tribunale amministrativo non aveva provveduto a decidere, per cui la demolizione non è stata possibile".
 
La pratica relativa all’ordine di demolizione disposto dal Comune di Casteldaccia dopo l’accertamento dell’irregolarità della costruzione è stata sequestrata dalla Procura di Termini Imerese che sta indagando sulla morte delle nove persone travolte dalla piena del fiume Milicia.
 
L’immobile non era sanabile in quanto realizzato a meno di 150 metri dal fiume, quindi in zona di inedificabilità assoluta.
 
Proprio la vicinanza del fabbricato al letto del fiume, con la cattiva manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrografica è la principale causa della tragedia.
 
Lo ha detto il geologo Fabio Tortorici, presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, spiegando come il fatto che non ci siano state abbondanti precipitazioni non è indicativo perchè "bisogna considerare tutto il bacino idrografico, esteso 130 chilometri quadrati".
 
Tortorici ha puntato poi l’indice sui detriti: "La questione della pulizia idraulica investe tutta l’Italia, la competenza sarebbe dei Comuni e della Forestale ma intanto ciò che occorre sono i finanziamenti più che le leggi".
 
 
Due emigrati in Germania
morti nell’Agrigentino
 
Ma l’elenco dei morti non si limita alla provincia di Palermo: i Vigili del fuoco hanno recuperato i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata, in provincia di Agrigento.
 
Si tratta di Cosimo Fustaino, 54 anni, originario di Valledolmo (Cl), e la moglie, una tedesca di 47 anni.
 
Entrambi erano residenti in Germania.
 
La coppia era arrivata, da Francoforte, da un paio di giorni a Cammarata (Ag). Avrebbero dovuto trascorrere un breve soggiorno nell’agrigentino.
 
La notte scorsa, lungo una strada interpoderale di contrada San Martino a Cammarata, mentre stavano rientrando verso casa con un’autovettura presa a noleggio, sono stati investiti da una frana.
 
La montagna di detriti ha fatto sbalzare e precipitare l’auto in un burrone profondo trenta metri.
 
A Vicari un morto
e un sopravvissuto
 
Una squadra dei Vigili del fuoco ha recuperato a Vicari, nel Palermitano, il corpo di Alessandro Scavone, 44 anni, titolare del distributore di carburanti che, con un amico, stava andando a recuperare un giovane rimasto nella pompa di benzina, quando la loro jeep è stata investita dall’acqua esondata dal fiume San Leonardo.
 
Salvatore D’Amato, 20 anni, che era in auto con Scavone, è stato salvato dai Vigili del fuoco e dai Carabinieri dopo ricerche durate qualche ora.
 
Scavone era un consigliere comunale a Salemi, nel Trapanese, dove il sindaco Domenico Venuti ha proclamato il lutto cittadino per il giorno del funerale.
 
 
La denuncia
del presidente Musumeci
contro la burocrazia
 
Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci aveva accusato la burocrazia di aver bloccato progetti e fondi per la manutenzione di fiumi e torrenti.
 
"Ho scoperto – ha detto – che in passato erano state date disposizioni con risorse finanziarie, ma gli uffici non hanno dato seguito agli atti formali e nessuno si è preoccupato di accertare le responsabilità delle gravi omissioni degli uffici. Sono gli uffici del Genio civile che nel passato hanno predisposto i progetti, dopo aver compiuto dei sopralluoghi, ma è l’assessorato regionale all’Ambiente che doveva verificare se poi i progetti finanziati andavano in gara".
 
"C’è stata – ha aggiunto Musumeci – una negligenza grave. Ho avviato una indagine negli uffici del Genio civile di Catania e di Palermo seguita dalle immediate dimissioni dei due capi uffici. Insomma, occorre che l’organo politico non solo dia disposizioni ma vigili perché certa burocrazia, non tutta per carità, poi, per una serie di ragioni non sempre comprensibili e giustificabili, finisce per lasciare il denaro congelato e i progetti inapplicati".
 
La prefetto di Palermo
chiede l’intervento
dell’Esercito
 
La prefetto di Palermo, Antonella De Miro, ha chiesto l’intervento dell’Esercito che sta effettuando una ricognizione per verificare le condizioni di alcune strade statali (118, 121, 188 e 189) interrotte in molti punti a causa di inondazioni e frane.
 
Sulle arterie provinciali stanno operando tecnici della Città metropolitana di Palermo.
 
Treni bloccati
e ospiti albergo
salvati
 
Due treni sono stati bloccati, lungo la linea ferrata Palermo-Agrigento, da massi caduti sui binari e Vigili del fuoco e Carabinieri sono intervenuti, facendosi largo fra fango e detriti, fra Campofranco (Cl) e Comitini (Ag) per mettere in salvo quattordici persone.
 
Il personale delle Ferrovie è riuscito a liberare la parte anteriore delle rotaie consentendo al convoglio di giungere al primo bivio disponibile per far scendere i passeggeri, caricati sulle auto di servizio dei militari dell’Arma. Stessa situazione anche all’altezza della stazione di Cammarata (Ag) dove sono stati messi in salvo, erano su un altro treno, quattro passeggeri e quattro addetti ai trasporti.
 
I carabinieri e i pompieri, con l’aiuto di mezzi pesanti messi a disposizione da alcuni contadini, si sono fatti strada fra la massa di detriti, riuscendo a raggiungere i vagoni.
 
Altre quattordici persone sono state salvate la notte scorsa a Montevago (Agrigento) da Vigili del fuoco e Carabinieri in una struttura ricettiva che è stata investita dalla piena del fiume Belìce.
 
L’acqua alta ha impedito a ospiti e personale di mettersi al sicuro.
 
 
 
 

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