Retribuzioni settore privato, in Sicilia 10,45 euro l'ora, 12 euro in Lombardia - QdS

Retribuzioni settore privato, in Sicilia 10,45 euro l’ora, 12 euro in Lombardia

Elettra Vitale

Retribuzioni settore privato, in Sicilia 10,45 euro l’ora, 12 euro in Lombardia

martedì 18 Dicembre 2018

Rapporto dell’Istat sui differenziali retributivi: il dato fa riferimento all’anno 2016. Il valore siciliano risulta inferiore anche alla media nazionale di 11,21 euro l’ora

PALERMO – In Sicilia, nel 2016, la retribuzione oraria media delle posizioni lavorative riferite ai dipendenti del settore privato è stata di 10,45 euro. È quanto pubblicato nel Rapporto Istat “I differenziali retributivi nel settore privato” che prende in esame il triennio 2014-2016.
 
Stando alla ricerca, si tratta di un dato che registra un leggero aumento, pari all’1,6%, se confrontata al 2014 (10, 29 euro) e al 2015 (10,42 euro). In ogni caso si tratta di valori inferiori rispetto alla media nazionale di 11,21 euro e, in generale, rispetto alle regioni del Nord cui fa capolista la Lombardia in cui, nel 2016, la retribuzione è pari a 12,02 euro all’ora, dunque un 1,57 euro in più rispetto all’Isola. Seguono il Trentino Alto Adige (11,96), il Piemonte (11,80) e il Veneto (11,52 euro). Di contro, invece, le retrovie spettano al Mezzogiorno, tra cui spiccano a pari merito Puglia e Campania (10,10 euro) e la Calabria che si aggiudica la maglia nero con la retribuzione oraria più bassa della nazione, ovvero 10,01 euro all’ora.
 
Nell’anno 2016, su scala regionale, solo nelle province di Catania e Palermo la retribuzione oraria segna un dato variabile che oscilla tra i 10,5 e gli 11,5 euro, differenze che, come sottolineato dall’Istituto, derivano dalla tipologia di contratto, dalle dimensioni dell’azienda nonché dal livello di istruzione, dall’anzianità di servizio e dalle qualifiche del lavoratore. Nel resto dell’Isola, invece, il dato è inferiore ai 10,5 euro all’ora, in particolare nella provincia di Ragusa che si aggiudica il record negativo con retribuzioni uguali o inferiori a 10 euro. Situazione completamente diversa da quella della Lombardia, in cui i lavoratori del settore privato di Varese, Milano, Monza e Lecco sono tra i più pagati in Italia, con un corrispettivo orario pari o, addirittura, superiore ai 12 euro.
 
Dal Rapporto emergono inoltre importanti dati che riguardano la differenza di retribuzione per genere. Per le donne, infatti, in Italia la distribuzione delle retribuzione orarie registra livelli piuttosto bassi. Nel 2016, il 59% delle lavoratrici percepisce una retribuzione oraria inferiore alla media nazionale, quota che si abbassa notevolmente al 44% per gli uomini.
 
In tal senso in Sicilia le lavoratrici siciliane sottopagate sono quasi oltre il 58%, a differenza degli uomini che costituiscono poco più del 45%. Situazione disequilibrata anche in Lombardia, diversamente da quanto aspettato, dove circa il 56% delle donne, più della metà, riceve una retribuzione inferiore alla media del Paese, valore che scende al 46% circa per il genere maschile. Un’ eccezione è invece rappresentata dal Lazio, regione in cui gli uomini e le donne che ricevono retribuzioni sotto la media sono piuttosto vicini tra loro: il 46,8% per il settore maschile e il 54,8% per quello femminile.
 
Va aggiunto, però, che la differenza di compenso tra i generi è più marcata se si considerano solo i contratti di lavoro con una retribuzione oraria superiore e inferiore al 30% del valore medio del triennio (cioè 15 euro e 8 euro circa). Infatti, la quota di lavoratrici con retribuzione oraria elevata è pari nel 2016 al 17,8% del totale femminile, contro il 26,2% di quello maschile. Osservando invece la quota di rapporti con retribuzione oraria inferiore, le composizioni percentuali tra uomini e donne sono più equilibrate: l’11,5% delle posizioni occupate da donne e l’8,9% di quelle occupate da uomini.

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