Legge di Bilancio: sindaci strangolati dalla Manovra - QdS

Legge di Bilancio: sindaci strangolati dalla Manovra

Carmelo Lazzaro Danzuso

Legge di Bilancio: sindaci strangolati dalla Manovra

giovedì 10 Gennaio 2019

Anci e Ifel hanno prodotto una valutazione negativa del documento, ritenuto del tutto iniquo. Denunciata dagli Enti locali una “disparità di trattamento rispetto agli altri livelli di governo”. I Comuni hanno evidenziato poche luci e tanti punti oscuri all’interno della Finanziaria 2019

PALERMO – Che tra i vertici di AnciSicilia e Governo nazionale non corresse buon sangue lo si era capito da tempo (basti pensare ai recenti botta e risposta tra Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell’associazione che rappresenta gli Enti locali isolani, e il ministro dell’Interno Matteo Salvini). Ma i motivi di attrito tra Municipi e GialloVerdi non riguardano esclusivamente l’Isola.
 
Infatti, all’indomani dall’approvazione della Legge di Bilancio 2019, fondamentale banco di prova per l’Esecutivo a trazione Movimento 5 stelle-Lega, Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale) e Associazione nazionale dei Comuni italiani hanno prodotto una dettagliata nota di lettura in cui sono stati sottolineati pregi (pochi) e difetti (in numero certamente superiore) della Manovra.
 
“La valutazione complessiva dei Comuni sulla Legge di Bilancio – si legge nel documento – non può essere positiva, nonostante vi siano misure favorevoli e significative su alcuni versanti. Dopo alcuni anni di assenza di tagli alle risorse comunali, rammarica fortemente che si torni al passato con tagli diretti che sembrano riguardare solo i Comuni”.
 
“La preoccupazione – viene evidenziato da Ifel e Anci – si aggrava alla luce di alcuni dati di fatto che merita ricordare e che il Governo non ha voluto considerare: il comparto dei Comuni è quello che ha contribuito di più negli anni alle politiche di risanamento dei conti pubblici sia in termini assoluti che proporzionali, in rapporto agli altri livelli della Pa. La spesa corrente dei Comuni si è ridotta sistematicamente dal 2010 (-7% senza considerare l’effetto dell’inflazione), lo stock di debito ha un costante trend decrescente, il personale comunale si è contratto di circa il 15% in un contesto di nuove funzioni devolute, di riforme da attuare, di oneri burocratici a cui far fronte.
 
 
“La Legge di Bilancio – sottolineano i rappresentanti degli Enti locali – è quindi sostanzialmente iniqua e introduce a sfavore dei Comuni una disparità di trattamento rispetto agli altri livelli di governo: prevede nuovi tagli e non restituisce le risorse sottratte da norme i cui effetti sono conclusi, come invece dovrebbe e come è accaduto per altri comparti oggetto delle stesse norme. Sembra venir meno un principio di eguaglianza istituzionale, con eventuali profili di illegittimità costituzionale”.
 
Una posizione forte, supportata anche dalle parole dal sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Associazione dei Comuni, Antonio Decaro. “Quella venuta fuori – ha sottolineato – è una Manovra punitiva per i Comuni. Nonostante, infatti, si affrontino spese in molti settori statali, si privano gli Enti locali di fondi dati per certi e di manovrabilità sulla spesa corrente. Una scelta incomprensibile, non lenita dagli sforzi pur fatti per la parte degli investimenti, una scelta alla quale ci auguriamo si possa porre rimedio da subito, già a gennaio”.
 
“Per fortuna – ha concluso il presidente dell’Anci – ci sono le risorse dovute per il bando periferie e bloccate con il Milleproroghe e ci sono 400 milioni per le opere in tanti piccoli Comuni. È un bene, ma non è sufficiente. Anche perché, notoriamente, gli investimenti si fanno grazie alle idee e al lavoro delle persone. Non è possibile assicurare un percorso di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche senza poter contare su risorse correnti adeguate, ma anzi dovendo fare i salti mortali per mantenere servizi essenziali di welfare locale”.
 

 
Anticipazioni di Tesoreria: le perplessità di AnciSicilia
 
PALERMO – Sugli effetti della Manovra per gli Enti locali si è espressa anche AnciSicilia, che ha invece voluto puntare l’accento su un altro aspetto del documento ritenuto pericoloso per gli Enti locali.
 
“Ci preoccupa – ha evidenziato il presidente dell’associazione e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – la norma in base alla quale i Comuni sono autorizzati a chiedere anticipazioni di tesoreria nella misura di quattro dodicesimi e non più di cinque dodicesimi. Tale situazione sta avendo in queste ore gravi ripercussioni sulla tenuta finanziaria dei Comuni siciliani e sulla loro capacità di rispettare i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali”.
 
“Com’è noto – ha aggiunto Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione dei Comuni siciliani – ormai da diversi anni, per venire incontro alle esigenze dei Comuni, si è avvertita la necessità di una deroga a quanto previsto dall’articolo 222 del Testo unico degli Enti locali (Tuel) in materia di anticipazioni di tesoreria, prevedendo il limite dei cinque dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente”.
 
“Ci auguriamo – ha concluso Orlando – che su questa materia ci possa essere un tempestivo ripensamento, considerato che tale cambiamento repentino sta di fatto aggravando la già difficile situazione dei Comuni e rischia di comprometterne la gestione ordinaria”.

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