Messina - Piano per la differenziata al 65% anche se con tante incognite - QdS

Messina – Piano per la differenziata al 65% anche se con tante incognite

Lina Bruno

Messina – Piano per la differenziata al 65% anche se con tante incognite

giovedì 24 Gennaio 2019

MessinaServizi continua a programmare il futuro nonostante il forte rischio liquidazione. Pubblicati i due bandi per l’affitto degli automezzi e l’acquisto di contenitori e cassoni

MESSINA – Obiettivo differenziata al 65% entro luglio possibile, secondo l’assessore all’Ambiente Dafne Musoino e il presidente di MessinaServizi bene comune Pippo Lombardo. A smuovere le acque ci hanno pensato le pubblicazioni, nelle scorse settimane, di due bandi mirati: vedremo tra un paio di mesi se il piano del Governo cittadino riuscirà a concretizzarsi.
 
Dal 2013 al 2017 la raccolta differenziata in città è passata dal 5% al 14% e l’ultimo dato riferito alla fine del 2018 indica un quasi 20%. Secondo il cronoprogramma della società, entro febbraio si dovrebbe procedere al porta a porta in tutto il sesto quartiere e in un’ulteriore parte della prima municipalità. Da maggio a giugno dovrebbero essere consegnati i kit prima nella restante parte del primo quartiere e a seguire negli altri quattro, e da metà maggio a fine giugno si dovrebbe avviare la raccolta porta a porta totale in tutti e sei i quartieri cittadini. Tra metà maggio e fine giugno, poi, si dovrebbe mettere in atto l’eliminazione di tutti i cassonetti dalle strade, seguita, a luglio, dalla scomparsa delle “campane”.
 
Se tutti questi step saranno rispettati, alla fine di luglio si dovrebbe avere il 65% di differenziata. Il condizionale è in ogni caso d’obbligo, perché lo stesso presidente Lombardo ha ammesso che qualora uno degli ingranaggi si inceppasse, specie quelli relativi alle procedure delle due gare, tutte le previsioni andrebbero riviste.
 
Il primo bando riguarda l’affitto di 111 automezzi e nove spazzatrici per due anni, rinnovabili per altri due, per un valore dell’appalto di oltre 5 milioni di euro; nel parco mezzi risiede la maggiore criticità operativa di MessinaServizi e con il noleggio si potrà sostituire oltre il 50% dei veicoli ormai obsoleti, ereditati da MessinAmbiente. Con il secondo bando si prevede l’acquisto di 350 mila pezzi tra contenitori vari e cassoni per il porta a porta integrale, per un costo complessivo di 4 milioni 600 mila euro.
 
L’apertura delle buste è prevista il 18 febbraio per le attrezzature e il 4 marzo per il noleggio dei mezzi, da qui le perplessità dei sindacati, secondo i quali, con questa tempistica, prima di aprile non si riuscirà a partire, malgrado gli investimenti messi in campo con il Piano economico e finanziario 2019 della società, approvato sabato dall’Assemblea dei soci con l’annesso bilancio di previsione 2019/2021.
 
In vista del porta a porta in tutta la città è stato previsto un milione di euro per attività di monitoraggio e sorveglianza, con l’istallazione di videocamere e l’impiego di oltre trecento ispettori ambientali che saranno formati e confluiranno in un apposito Albo. È stato confermato il Premio di produttività per l’obiettivo del 65% di differenziata al 31 luglio e il mantenimento della quota fino al 31 dicembre. Gli incentivi ammonterebbero a 10 milioni di euro. Il 70% del premio sarà corrisposto a settembre e il restante 30% nel 2020, con il sistema del welfare aziendale. Sempre per la gestione del nuovo servizio integrato dei rifiuti, è stato dato il via libera all’aumento delle unità in servizio, che passano così da 505 a 537.
 
MessinaServizi, quindi, continua a programmare il futuro a breve e lungo termine malgrado due pareri: quello della Corte dei Conti e quello del segretario generale del Comune Rossana Carruba, che in applicazione della legge Madia, porterebbero alla liquidazione. La delibera pare sia in corso di predisposizione da parte della Giunta, che non la sottoporrà comunque al voto d’Aula fino a quando non arriveranno i pareri del Cga e del ministero della Pubblica amministrazione chiesti dal Consiglio comunale.
 
L’interpretazione della Corte dei Conti, secondo alcuni consiglieri Pd, sarebbe stata falsata dalla formulazione del quesito, in cui si parlava erroneamente di MessinAmbiente, partecipata con procedura di fallimento in corso, come di una società in house providing come MessinaServizi. Da qui il dubbio sull’applicabilità della legge Madia.

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