Nave greca dell'Iliade al Castello Federico II di Gela - QdS

Nave greca dell’Iliade al Castello Federico II di Gela

Desiree Miranda

Nave greca dell’Iliade al Castello Federico II di Gela

mercoledì 30 Gennaio 2019

L’annuncio dell’assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa: esposizione temporanea in attesa del Museo della navigazione. Nonostante i ritardi (causati da un ricorso della ditta seconda in classifica nella gara) rimasti invariati i costi per il museo

CATANIA – La nave greco arcaica recuperata integralmente nel 2008 e restaurata nel 2014 sarà presto liberata dai 40 scatoli che fino ad oggi l’hanno conservata e sarà visitabile nei locali all’interno del castello di Federico II di Gela.
È questo l’annuncio dell’assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Siciliana, Sebastiano Tusa, per quella nave cantata da Omero nel secondo libro dell’Iliade. Trasportava mercanzie ma fu colta dalla tempesta mentre si avvicinava al porto di Gela e nelle sue acque si è conservata per circa 2500 anni. Una nave da carico risalente al VI secolo a.C di grandi dimensioni (21 x 6,50 m) realizzata con una tecnica particolare: il fasciame della carena è “cucito” con fibre vegetali.
L’esposizione al castello di Gela sarebbe temporanea in attesa della sua casa definitiva: il Museo della navigazione greca.
Un’idea nata proprio dopo il recupero e il restauro della parte lignea della nave, per la cui realizzazione la Regione ha destinato 5 milioni di euro del Fondo europeo, ma nonostante la gara sia partita nel 2015 e siano passati ben 10 anni dal suo ritrovamento, ancora non è stato fatto nulla. Ulteriori 800 mila euro, circa, inoltre, sono stati spesi per il restauro eseguito alla Mary Rosy Archeological di Portsmouth in Inghilterra.
“C’è stato un ricorso da parte della seconda in classifica nella gara, ricorso che è andata al TAR e adesso è al CGA. La sentenza si attende per maggio – spiega l’assessore Tusa -. Noi siamo pronti per partire ma dobbiamo aspettare. I reperti comunque – aggiunge – sono già in esposizione al museo archeologico di Gela. L’unica cosa che non è esposta e la nave e proprio perché non conosciamo i tempi esatti per la realizzazione del museo, perché dopo la sentenza ci vuole la realizzazione dell’edificio e poi l’allestimento – specifica – e a me le cose piace farle subito, abbiamo stabilito di intesa con il Comune, quindi con il commissario, di esporre la parte lignea della nave presso i locali all’interno del castello di Federico II di Gela. Sarà una cosa provvisoria ma perlomeno diamo l’opportunità di esporre questo relitto”, afferma l’assessore regionale.
Nonostante ritardi e attese, la buona notizia è che nonostante il passare degli anni non aumenterà il costo di realizzazione del museo, come spesso accade, che quindi rimarrà entro i 5 milioni di euro.
Nel mare di Gela comunque ci sono ancora due navi, per quanto è dato sapere ad oggi, che aspettano di essere portate sulla terra ferma, quindi restaurate e poi esposte.
La prima rappresenta il ritrovamento del relitto navale greco più antico di tutta la Sicilia perché sulla base dei materiali recuperati, l’imbarcazione risalirebbe alla prima metà del VI secolo a.C. ovvero circa 60 anni più vecchia della famosa nave arcaica recuperata nel 2008. È più piccola di questa e più vicina alla costa.
“Per questa – spiega l’assessore Tusa – c’è un finanziamento da parte dell’Eni che ha stabilito di spendere 5,5 mln di euro per interventi nel campo dei beni culturali. Parte di questi fondi li destineremo allo scavo e al recupero del secondo relitto. I tempi ancora non li abbiamo definiti”.
Per il terzo relitto, individuato alla foce del fiume Dirillo sul confine tra i comuni di Gela ed Acate non c’è ancora un progetto proprio. “Abbiamo una convenzione con la società Hublot, quella degli orologi svizzeri, la quale ci sta sponsorizzando una ricerca per fare la mappa precisa dei fondali antistanti la contrada Bulala e quindi l’antica Gela. È stata già fatta la prima campagna, la seconda si farà a maggio”, conclude Tusa.

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