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Messina – Scontro sul Decentramento amministrativo e non si esclude l’ipotesi commissariamento

Lina Bruno

Messina – Scontro sul Decentramento amministrativo e non si esclude l’ipotesi commissariamento

giovedì 31 Gennaio 2019

Consiglieri regionali e comunali, Circoscrizioni e comitati hanno chiesto l’avvio di un’ispezione. Amministrazione nel mirino sulla mancata applicazione della Legge regionale 11/2015

MESSINA – La norma sul Decentramento amministrativo evidentemente non piace all’Amministrazione comunale, visto che tutte le sollecitazioni finora fatte per la sua applicazione sono state vane. Il termine imposto dalla Legge regionale 11/2015, dei 180 giorni dall’insediamento delle Circoscrizioni per l’attuazione, con passaggio di alcune competenze, è scaduto, ma in Consiglio comunale non è ancora arrivata la delibera di Giunta, richiesta dalla I Commissione consiliare con atto di indirizzo, sul percorso di attuazione.
 
Il Comitato DecentraMe, i presidenti delle sei Circoscrizioni, consiglieri e deputati regionali hanno ribadito che non può essere messo in discussione quanto previsto da una norma e hanno sollecitato l’avvio in Comune di un’ispezione. L’assessore regionale agli Enti locali, Bernadette Grasso, durante l’incontro dei giorni scorsi con i rappresentanti delle sei Municipalità, non ha escluso un commissariamento e in ogni caso si attende una posizione ufficiale dell’esecutivo di Palazzo Zanca, che già in Bilancio di previsione dovrebbe destinare risorse ai sei quartieri, legate agli interventi di cui, secondo la legge, si dovrebbero fare carico in maniera autonoma.
 
In realtà una posizione l’Amministrazione comunale l’ha espressa, indirettamente, a metà dicembre con una delibera di Giunta, la numero 680, sulla revisione dei servizi erogati nelle sedi di Circoscrizione, servizi di cui si ipotizza il passaggio alla gestione di privati. Il provvedimento è stato motivato dall’Amministrazione con “la difficoltà a garantire la qualità dei servizi erogati a causa della carenza di dotazione organica, peraltro aggravata per l’elevato numero di personale prossimo alla quiescenza”.
 
Secondo l’assessore regionale Grasso, però, ci sono servizi che per legge non possono essere esternalizzati, come quelli anagrafici. Ancora prima, a luglio, il sindaco Cateno De Luca, nel corso di un incontro con il dirigente del Dipartimento Servizi al cittadino, Natale Maurizio Castronovo, aveva fatto il punto sulla possibilità di chiudere gli uffici di front office decentrati utilizzando in alternativa la rete diffusa di Caf e patronati, in attuazione delle convenzioni approvate dal ministero del Lavoro e da quello dell’Economia e delle Finanze. In quell’occasione aveva anche chiesto al dirigente una relazione sull’attività degli uffici decentrati sia in termini di risorse umane che di costi di gestione.
 
Ricordiamo che nel programma di De Luca uno degli obiettivi prefissati era proprio la chiusura delle sei Circoscrizioni, sostituite dall’istituzione di “cinquanta Comitati civici articolati per ogni villaggio, formati da sette componenti senza alcuna indennità. Per i servizi ai cittadini sarà creata l’App ‘Messina c’è’ che consentirà a tutti di potere accedere ai servizi municipali con un semplice click senza interminabili file agli sportelli. Per agevolare l’accesso a chi non ha dimestichezza con il telefonino sarà stipulata un’apposita convenzione con enti e associazioni…”.
 
La delibera 680 sembra un primo passo verso questo intendimento visto che parla di “affidare a soggetti esterni accreditati l’acquisizione online delle certificazioni anagrafiche, limitatamente, in fase iniziale, lo stato di famiglia, certificato di residenza, previo adeguamento del sistema informatico in uso e di regolamentare le modalità di pagamento dei diritti di segreteria dell’imposta di bollo, e la presentazione online delle istanze di cambio abitazione e residenza”. Tra i soggetti esterni accreditati si fa riferimento a Caf e patronati, probabilmente compresa Fenapi.
 
Rilevanti dubbi sui contenuti di questa delibera sono stati sollevati il deputato Luigi Genovese in un’interrogazione in cui ha chiesto la nomina di un commissario. Le stesse perplessità le ha espresse il rappresentante di DecentraMe, Kevin Bonasera, che ha denunciato il depotenziamento di istituzioni democraticamente eletti a giugno, mentre una legge ne sancisce il rafforzamento con bilanci autonomi.

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