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Messina – Taormina punta sull’aiuto dei privati per riqualificare palazzi e monumenti

Massimo Mobilia

Messina – Taormina punta sull’aiuto dei privati per riqualificare palazzi e monumenti

mercoledì 20 Marzo 2019

L’esempio del Castello Saraceno può essere ripetuto per Badia Vecchia, Palazzo Corvaja e altri. Fondamentale riportare ai fasti di un tempo numerosi siti storici finiti ormai da anni nell’oblio

TAORMINA (ME) – Una riuscita sinergia tra pubblico e privato ha permesso di riaprire, dopo decenni di abbandono e degrado, il Castello Saraceno. La svolta è arrivata con il passaggio di gestione del bene dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Messina alla società Centomedia&Lode di Palermo, specializzata nel campo dell’editoria, della comunicazione integrata e dei media in tutto il Mezzogiorno d’Italia.
 
Il soprintendente, Orazio Micali, ha consegnato ufficialmente le chiavi del Castello all’imprenditore Maurizio Scaglione, già dirigente del gruppo Repubblica-L’Espresso nell’ambito delle concessioni pubblicitarie nell’Isola. A sottolineare l’importanza del rapporto tra pubblico e privato è stato anche il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, ansioso di riconsegnare alla città e ai turisti uno dei monumenti più suggestivi in cima al Monte Tauro, che ha parlato di “evento storico” al quale si è potuti giungere grazie a una collaborazione che oggi appare “obbligatoria per valorizzare e sviluppare l’immenso patrimonio culturale e artistico del territorio”.
 
Dopo i lavori di restauro conclusi nel 2015, con un finanziamento regionale di 310 mila euro, il Castel Tauro era finito nuovamente nell’incuria e mai riaperto al pubblico, oggetto anche di diversi raid vandalici che ne avevano divelto il cancello d’ingresso. Infine, il recente impegno della Soprintendenza con la messa a bando per la gestione del sito “per iniziative, mostre, eventi, attività culturali e di conservazione a tutela e salvaguardia”, definendo un modello di gestione accolto dalla proposta di Centomedia&Lode, aggiudicataria e destinataria dell’atto di consegna. Passo successivo prima della riapertura, saranno infine i lavori di messa in sicurezza della scalinata di accesso, per la quale il Comune si è già impegnato con una spesa prevista di circa 40 mila euro.
 
Laddove non arriva il pubblico, dunque, soprattutto per l’evidente mancanza di liquidità in cassa, diventa importante l’aiuto del privato. Come un mantra da seguire per Taormina, se si vuole per esempio riportare in vita altri siti storici finiti nell’oblio. La Badia Vecchia, per esempio, altro palazzo medievale ristrutturato e consegnato nel lontano 2013 – con una spesa di circa 50 mila euro – ancora chiuso in assenza di una specifica destinazione d’uso. Così anche per i mosaici romani di Salita Santippo e di piazza Carmine, già da qualche anno ripuliti e ristrutturati, ma incredibilmente sbarrati ai visitatori. L’Amministrazione Bolognari si è focalizzata intanto sul recupero di altri palazzi storici, presentando alla Regione progetti di “recupero funzionale e risanamento conservativo” per il Palazzo Corvaja, l’ex Circolo dei Forestieri e la Torre dell’Orologio. Le somme richieste si rifanno al bando dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, per “interventi a tutela dell’ambiente e dei beni culturali e risanamento dei centri storici”, legato al Fondo europeo di sviluppo e coesione.
 
Palazzo Corvaja, sede del primo Parlamento siciliano, necessita di circa 1,2 milioni di euro per risolvere diversi problemi strutturali, con infiltrazioni di acqua e pezzi di intonaco pericolanti, che avevano convinto la Soprintendenza addirittura a chiudere il sito. Stessa somma servirà per ristrutturare l’ex Circolo dei Forestieri, uno dei palazzi storici più sfortunati della città. Il suo recupero doveva rientrare, infatti, nel finanziamento per la creazione del Museo diffuso per le Arti contemporanee, insieme alla vicina ex Chiesa di Sant’Agostino e al palazzo dell’ex Pretura. Con la differenza però che solo gli ultimi due hanno beneficiato d’interventi, per circa 1 milione e mezzo di euro. L’ex Chiesa è ora aperta al pubblico con l’esposizione dell’Archivio storico, mentre l’ex Pretura, dopo una breve parentesi come Museo del cinema, è stata conferita da Palazzo dei Giurati alla nuova Fondazione TaorminaArte.

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