Ars: taglio ai vitalizi con una legge - QdS

Ars: taglio ai vitalizi con una legge

Raffaella Pessina

Ars: taglio ai vitalizi con una legge

mercoledì 20 Marzo 2019

No alla più immediata delibera del Consiglio di Presidenza, come aveva chiesto il M5s. Tempi più lunghi e rischio impugnativa da parte della Corte costituzionale. Ma Giancarlo, Cancelleri (M5s) in un'intervista esclusiva al QdS, dice: "Non è una furbata ma una scelta politica, il presidente Micciché non volendosi prendere la responsabilità, ha voluto coinvolgere il Parlamento istituendo una Commissione speciale per redigere un testo"

PALERMO – È un continuo rimpallo di competenze quello sulla abolizione dei vitalizi in Sicilia. Sembra che non se ne voglia assumere la paternità nessuno, né la Regione (che effettivamente in questo caso c’entra poco) né tanto meno il Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.
 
In verità, per abolire i vitalizi dovrebbe bastare una delibera del consiglio di presidenza di Palazzo dei Normanni e invece verrà costituita una Commissione speciale che esaminerà un disegno di legge apposito da approvare entro il prossimo 30 aprile.
 
In gioco vi sono 70 milioni di trasferimenti in meno da Roma in caso di mancato taglio ai vitalizi. Una norma, contenuta nella Finanziaria nazionale, impone a tutte le Regioni il taglio dei vitalizi pena la riduzione dei contributi statali. Già settimane addietro, il presidente della Regione Nello Musumeci aveva demandato il compito all’Assemblea regionale. Subito era arrivata la replica del presidente dell’Ars Miccichè, dichiaratosi contrario: “Mi sfiducino pure – aveva detto – ma non posso consentire che venga penalizzato chi ha avuto l’unica colpa di adoperarsi per questa terra”.
 
“Sono disponibile a studiare un taglio dei vitalizi – ha aggiunto Miccichè – ma non può essere come quello che il presidente Fico ha imposto alla Camera dei deputati. Ci sono persone perbene che hanno dato il meglio di se stessi per questa regione: se dovesse essere effettuato il taglio previsto a livello nazionale, questi ex deputati riceverebbero 600 euro al mese”.
 
Alla fine, dopo una riunione della capigruppo è stato deciso di nominare una commissione assembleare che, dopo un attento studio sulle ricadute dei tagli sui vitalizi, dovrà redigere un apposito disegno di legge. “Sarà, quindi, competenza del Parlamento siciliano varare una norma che stabilirà come e se ridurre gli stessi vitalizi”. Così il presidente Miccichè ha passato il compito all’intero Parlamento. “Una volta varata la legge regionale non sarà più necessario che il taglio dei vitalizi venga deliberato dal Consiglio di Presidenza dell’Ars”, ha concluso Miccichè.
 
Di fatto una decisione che altre regioni hanno preso senza se e senza ma, in applicazione di una norma nazionale, in Sicilia sta diventando un problema di difficile soluzione. La data del 30 aprile non è poi così lontana: la scelta di un disegno di legge non rischia di allungare i tempi? E non ci espone al rischio di bocciature da parte della Consulta? Lo abbiamo chiesto a Giancarlo Cancelleri (M5s).
 
Innanzitutto – spiega Cancelleri al QdS – l’Ars non ha l’autodichia, perché quella è in capo soltanto ai due rami del Parlamento, quindi alla Camera e al Senato, per cui noi andremmo chiaramente al vaglio della Corte costituzionale con una legge, anzi prima ancora al vaglio del Consiglio dei ministri che ovviamente con una legge nazionale in capo sicuramente non boccerà una legge regionale. Poi andremmo in caso di ricorsi davanti alla Corte costituzionale. Se si facesse una delibera di ufficio di presidenza, ovviamente invece andremmo avanti nell’ipotesi di un ricorso da parte degli aventi diritto al vitalizio (ex deputati) andremmo davanti a un tribunale ordinario quindi a un giudice, per cui la cosa sarebbe più veloce”.
 
Il M5s – continua Cancelleri – rimane dell’idea che sia l’Ufficio di Presidenza a esprimersi e quindi a fare questo passaggio che dev’essere formalizzato anche con un’approvazione da parte di tutta l’Aula. Però il presidente Micciché non volendosi prendere la responsabilità di questo atto ha voluto coinvolgere il Parlamento istituendo una Commissione speciale che si occuperà di redigere un testo che partendo dalla proposta nazionale cerchi di trovare dei punti di mediazione per riuscire ad arrivare. Nell’Ordine del giorno che oggi abbiamo approvato viene indicato il fatto che questa Commissione debba espletare i lavori in tempo utile per poter approvare la legge all’interno del Parlamento nei tempi previsti dalla Legge 145 nazionale, comma 965 e 967 che dà come termine ultimo il 30 aprile, pena la decurtazione del 20 per cento dei trasferimenti nazionali alla Regione che sono calcolati in circa 70 milioni di euro. Quindi o ricalcoliamo 18 milioni di euro facendo risparmiare 7-8 milioni ai cittadini siciliani di privilegi, quindi un taglio ai privilegi, oppure facciamo perdere alla Sicilia 70 milioni di euro di servizi, che potrebbero andare ai cittadini. Sarebbe assolutamente una debacle. Non è una furberia, è una scelta che è stata operata anche dal presidente Ardizzone nella passata legislatura quando col decreto legislativo 179 (monti) si sono dovuti ridiscutere i parametri non solo delle spese dell’Ars ma anche quelle relative allo stipendio dei deputati, che poteva essere fatto con delibera dell’Ufficio di Presidenza ma che invece è stato fatto con una norma regionale che poi ha stabilito i tetti. Sono quindi scelte politiche che vengono realizzate e che vengono messe sul piatto. Noi del M5s vigileremo affinché questi tempi vengano rispettati e soprattutto denunceremo tutti quelli che si metteranno di trasverso che saranno i responsabili del taglio di 70 milioni di euro che lo Stato non trasferirebbe alla Regione Siciliana, 70 milioni di servizi ai cittadini contro il ricalcolo di 18 milioni di euro e quindi il taglio di 7-8 milioni di euro, invece, ai privilegi della politica. Per cui ognuno si assuma le sue responsabilità”.

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