L’Italia ricicla di più, la Sicilia no. Differenziata ferma al 6,7% - QdS

L’Italia ricicla di più, la Sicilia no. Differenziata ferma al 6,7%

Rosario Battiato

L’Italia ricicla di più, la Sicilia no. Differenziata ferma al 6,7%

sabato 30 Ottobre 2010

Il report di Fise Unire e Fondazione Sviluppo sostenibile evidenzia il deficit dell’Isola tra le regioni. Insufficienti i centri di raccolta, conferisce ancora soltanto il 67% della popolazione

PALERMO – In questi giorni di emergenze e piani straordinari c’è ancora una Italia che sorride di fronte alle insidie delle gestione dei rifiuti.
Il rapporto “L’Italia del riciclo”, presentato qualche giorno fa a Palazzo Montecitorio a Roma, e promosso quest’anno da Fise Unire (l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, ha fotografato un Paese che regge l’impatto della crisi trattando fino a 24 milioni di tonnellate, un valore in calo rispetto lo scorso anno anche se crescono gli indici di tutti i materiali: carta, acciaio e vetro.
Il confronto tra il 2009 il 2008 ha fatto registrare una flessione dei quantitativi di 7 milioni (da 31 mln ton del 2008 a 24 mln ton del 2009) rispetto ai sei principali flussi di materiali (rottami ferrosi, alluminio, carta, legno, plastica, vetro). I fattori di questo calo sono ovviamente legati al calo dell’industria siderurgica (meno 6,7 mln ton di rottami ferrosi pari a una riduzione del 34,4%). Giù anche l’alluminio riciclato del 27,9%, così gli altri materiali: il 10% la carta, il 4,4% il legno, il 9,9% la plastica, e il 3,2% il vetro. Riguardo l’immesso al consumo tutti i settori hanno aumentato il riciclo (alluminio a parte con – 8%), fino all’80% di carta e acciaio e al 66% il vetro.
L’esistenza di un paese che crede nel riciclo è stata sottolineata da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, che ha spiegato come ci sono “intere regioni con differenziate intorno al 50% e settori come quello degli imballaggi in cui si ricicla il 64% dell’immesso al consumo”.
La Sicilia non può certo identificarsi come un’isola felice all’interno del panorama italiano in quanto proprio la regione insulare lamenta una raccolta deficitaria (6,7% al 2008) e sulla differenziata, che dovrà raggiungere il 35% entro il 2011 secondo l’aggiornamento del piano del 2002 inviato la settimana scorsa a Roma, si basa il destino del sistema.
Secondo il rapporto ci sono nell’Isola 47 centri di raccolta per 243 comuni serviti, un dato distante sia dalla Campania (168 centri), che dalla Lombardia (745 centri). In Sicilia la popolazione servita è pari a 3.357.952 mentre la popolazione conferente rispetto il totale è pari al 67%. Altrove i risultati hanno tutt’altro spessore come in Lombardia che ha una popolazione servita pari a 9.708.260 e un tondo 100% nella casella della popolazione conferente rispetto il totale. Uno dei grandi ritardi dell’Isola riguarda lo scarto organico trattato negli impianti di compostaggio. Applicando i livelli di raccolta differenziata individuati dalla normativa europea la frazione compostabile potrebbe passare dalle attuali 2,5 milioni di tonnellate/anno a circa 4,5 milioni tonnellate/anno.
“In altri termini significa – si legge nel dossier – estendere la raccolta del rifiuto organico (umido + verde) ad altri 20 milioni di abitanti, raddoppiando quelli attualmente interessati. Ciò dovrebbe comportare l’estensione a Regioni in cui tale raccolta è ancora poco sviluppata quali la Liguria, il Lazio, l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia che insieme totalizzano 25 milioni di abitanti”.

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