Vogliamo diffondere l’agricoltura biologica - QdS

Vogliamo diffondere l’agricoltura biologica

Francesco Sanfilippo

Vogliamo diffondere l’agricoltura biologica

martedì 01 Novembre 2011

Forum con Maurizio Cimino, dirigente generale Ente di sviluppo agricolo

Quali difficoltà affronta l’Esa e che compiti svolge?
“È chiaro che l’agricoltura siciliana, oltre ad avere un problema di commercializzazione dei prodotti, richiede di accorciare la filiera, così da agevolare il consumatore finale. La stessa cosa avviene nella pesca, ma, così facendo, si danneggia il consumatore finale con una filiera eccessivamente lunga. Questa vicenda è seguita dal nostro ente sia come specializzazione della agricoltura, sia come qualità della sicurezza alimentare, cercando di diffondere la cultura dell’agricoltura biologica. Il nostro è l’unico ente nel meridione d’Italia che ha una fabbrica di insetti sterilizzati a livello sperimentale che servono all’agricoltura biologica. Per diffondere questa cultura, si utilizzano questi insetti per servire il 10 per cento della produzione agrumicola e i campioni degli insetti sono inviati in Basilicata, dove hanno sperimentato questo tipo di azione. La biofabbrica si trova a Ramacca, in provincia di Catania, ed è gestita dal personale dell’ente, mentre esiste una convenzione con una ditta esterna che sta insegnando al personale le conoscenze necessarie per sviluppare questa produzione d’insetti utili nei primi sette anni. Perciò, l’assistenza tecnica è divenuta l’attività prevalente dell’ente, sia perché tutte le grosse opere d’infrastrutturazione sono state realizzate, sia perché le risorse della regione sono esigue. Per gli investimenti infrastrutturali, ormai, gli enti pubblici fanno ricorso ai fondi strutturali, ma il problema che si pone è la manutenzione delle opere irrigue realizzate negli anni. Queste sono, oggi, di competenza del Dipartimento regionale delle Acque e dei Rifiuti, mentre la viabilità rurale è passata alle provincie, per cui all’Esa è rimasta la competenza per la conservazione della viabilità rurale secondaria. Quest’ultima è assicurata dai nostri mezzi di meccanizzazione agricola. Inoltre, l’Ente si è specializzato per il ripristino della viabilità rurale, tanto che si è realizzata una convenzione con il funzionario del Dipartimento di Protezione Civile, Pietro Lo Monaco. Infatti, vista l’esperienza maturata con l’inondazione a Messina, dove i nostri mezzi sono stati usati per risistemare gli alberi e la viabilità, si è deciso di collaborare col Dipartimento. In effetti, il ripristino della viabilità secondaria è un problema, perché sono pochi coloro che possono ripristinare questa viabilità”.
Quest’ultimo compito non va fuori dalle vostre competenze?
“Esiste una legge, la 16/98, che ha previsto che questi mezzi siano utilizzati a favore degli Enti locali che ne facessero richiesta. Si è allargato il campo d’azione da alcuni anni a questa parte, per dedicarci ad attività che hanno sì a che fare con l’agricoltura, ma che servano alla prevenzione dei rischi idro-geologici come l’esondazione dei torrenti. In questo modo, si asportano i detriti e si mettono in sicurezza le sponde così che si proteggano le colture”.
Quanti mezzi avete?
“Ci sono 50 mezzi in efficienza, ma è in corso un bando pubblico per l’acquisto di altri mezzi, diversificando le tipologie, così da avere anche decespugliatori e altri veicoli più piccoli per assistere meglio la manutenzione a favore degli enti locali”.
Di quanti fondi disponete?
“La Regione, ogni anno, trasferisce 20 milioni di euro all’Esa per il suo funzionamento, che servono a pagare gli stagionali che guidano i mezzi che sono circa 500 e le spese correnti. La gran parte se ne va in stipendi, però si riesce a pagare le spese”.
All’interno delle 400 unità dell’Ente, prevale la componente amministrativa rispetto a quella tecnica?
“Su 400 dipendenti a tempo indeterminato, ci saranno 250 amministrativi e 150 tecnici. Un problema che l’Ente ha, è il ricambio generazionale poiché le ultime assunzioni sono avvenute nel 1993. Tuttavia, gli impiegati dell’Ente hanno un contratto atipico, giacché il loro è un contratto nazionale, non regionale e non è facile spostare impiegati nelle sedi periferiche, che spesso devono chiudere per mancanza di personale. Sarebbe necessario un maggior numero di impiegati”.
 

 
Il settore agricolo deve offrire dei servizi: ambientale, paesaggistico, sociale e produttivo
 
Quali sono le sfide e gli impegni principali che l’Esa si ritrova ad affrontare?
 “La sfida principale al territorio proviene dal degrado idro-geologico, provocato dall’abbandono dei terreni agricoli e dalla trascuratezza dei torrenti. L’impegno più importante riguarda la trasformazione dell’agricoltura in un servizio che sia, allo stesso tempo, ambientale, paesaggistico, sociale e produttivo. In questo quadro, la forestazione protettiva del territorio consolida il paesaggio e fornisce materiale per le centrali a biomasse secondo quanto prevedono gli accordi di Kioto. Per ottenere questo, l’Esa ha intrapreso un percorso sperimentale per individuare le migliori specie arboree che si adattino meglio al territorio e che producano biomassa. In questo senso, è stato firmato un accordo con l’Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato, realizzando quattro campi sperimentali a Caltanissetta”.
Avete realizzato altre iniziative?
“È stato promosso un concorso nella provincia di Enna, intitolato Morgantìnon, per valorizzare la produzione dell’olio siciliano di Enna, ricavato da quei territori che oggi presentano numerose varietà molto apprezzate all’estero. Infatti, la qualità degli oli ricavati è stata riconosciuta a livello internazionale, tanto da far ottenere alle produzioni ennesi il marchio Dop. Così, si è deciso di legare il rientro della statua di Morgantina a un concorso che valorizzasse appieno tutte le potenzialità turistiche offerte dal territorio”.
 

 
La politica deve valorizzare i numerosi immobili dell’Esa
 
L’Esa possiede un patrimonio immobiliare che non è usato?
“Sì, il patrimonio immobiliare di proprietà censito e disponibile ha un valore di 70 milioni di euro. Questo patrimonio andrebbe valorizzato, ma questa decisione spetta alla Politica e l’autorizzazione all’assessorato al Bilancio che ha la competenza. In realtà, l’Ente ha ottime professionalità, ma le risorse per gli investimenti sono minime”.
Su 12 milioni di euro che sono trasferiti, qual è la quota che è assorbita dalle spese correnti?
“Su 12 milioni, ben 11 sono assorbite dalle spese per il personale di 500 lavoratori. Di recente, c’è stato un incontro con l’assessore per realizzare un piano per mettere a sistema questo personale. Il piano è preparato a livello generale, il dirigente generale prepara una sua relazione programmatica, ma le decisioni spettano al consiglio direttivo dell’Ente e alla Regione, di cui l’assessore è un componente”.
L’Esa è commissariata per il momento?
“No, dal primo aprile il consiglio direttivo è decaduto e la Giunta regionale non ha ancora nominato il nuovo consiglio. Per fronteggiare gli atti urgenti, chiedo la nomina di un commissario ad acta che delibera sulle questioni urgenti. L’Ente, fin quando non sono stato nominato direttore, non aveva un dirigente generale da dieci anni. Inoltre, sono anni che l’Ente non ha revisori dei conti, eppure esistono numerosi contenziosi”.

Esa ricopre ancora un ruolo importante per l’agricoltura siciliana?

“Sì, poiché l’Ente ha un forte rapporto con gli agricoltori nel territorio che nessun altro ente possiede. Inoltre ha 32 Soat, Servizi operativi di assistenza tecnica, 2 aziende sperimentali, una a Menfi e l’altra a Cammarata, oltre la fabbrica di Ramacca”.
 

 
Curriculum
 
Maurizio Cimino, nato nel 1959 a Porto Empedocle (Ag), si è laureato in Ingegneria. Fino al 1989 ha svolto la libera professione, dal 1989 al 1995 è stato dirigente Tecnico Ingegnere presso l’ufficio del Genio civile di Agrigento, poi ha ricoperto lo stesso incarico presso l’ufficio di Gabinetto dell’assessorato regionale alla Presidenza fino al 1998. Nel 2001, diviene dirigente Coordinatore della segreteria tecnica dell’assessorato regionale alla Cooperazione, mentre dal marzo del 2010 ricopre l’incarico di direttore generale dell’Esa.

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