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A Ragusa Eni coltiva un’alga per produrre biocarburante

redazione

A Ragusa Eni coltiva un’alga per produrre biocarburante

sabato 26 Ottobre 2019

L’impianto sperimentale è specializzato nella biofissazione di CO2 per bio-oli. In funzione da 3 stagioni impianto sperimentale alimentato da CO2 di origine fossile

RAGUSA – Eni ha avviato a Ragusa un impianto sperimentale di nuova generazione, specializzato in biofissazione intensificata dell’anidride carbonica (CO2), utile alla produzione di biomassa “farina” algale e bio-olio algale. Si tratta di uno dei primi esempi a livello mondiale di applicazione della tecnologia nel settore Oil&Gas. Il progetto applica concretamente il modello Eni di società dell’energia pienamente integrata e compie un passo importante nell’ottica della decarbonizzazione e della sostenibilità economica ed ambientale.

In particolare, si raggiungono simultaneamente vari obiettivi di sostenibilità: nel dettaglio, si tratta di decarbonizzazione e valorizzazione della CO2 in prodotti alimentari e/o nutraceutici, utilizzo di energia rinnovabile e protezione e rigenerazione dell’acqua. In aggiunta, i guadagni ottenuti dalla vendita di biomassa consentono di rendere commercialmente sostenibile l’applicazione tecnologica.

L’impianto sperimentale, a regime, ha capacità di cattura pari a circa 80 tonnellate all’anno di anidride carbonica ed è in grado di produrre tra le 20 e le 40 tonnellate all’anno di farina algale da cui viene estratto il bio-olio. Nell’ottica degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’applicazione della tecnologia consentirà di offrire nuove opportunità di lavoro e crescita industriale a carattere bio (in quanto classificabile come agricoltura innovativa di precisione).

Il processo si compone di pochi e semplici passaggi. Tutto ha origine dai concentratori solari che si trovano sul tetto dell’impianto, veicolando i raggi solari nelle fibre ottiche. L’energia luminosa, così concentrata, viene condotta dalle fibre ottiche all’interno di quattordici fotobioreattori (serbatoi cilindrici collocati sotto i concentratori solari).

All’interno dei cilindri, le microalghe ricevono l’energia e crescono in acqua, fissando la CO2 separata dal gas proveniente dai pozzi del Centro Oli Eni. Successivamente, l’acqua viene trattata e ricircolata, mentre la componente algale viene raccolta ed essiccata. Dalla farina dell’alga si estrae un olio che potrà alimentare le bioraffinerie di Eni.

Il bio-olio così prodotto è di tipo advanced, ovvero non è in competizione con le coltivazioni agricole per uso alimentare. Il bio-diesel ottenibile dal bio-olio algale è di terza generazione. Inoltre, il progetto si caratterizza per il ridotto carbon footprint e per la completa circolarità dell’impianto, che non produce rifiuti, purifica e recupera l’acqua e rispetta gli obiettivi di sostenibilità sull’utilizzo di terreni desertici, non fertili o non destinati ad agricoltura.

Nell’area di laboratorio vengono eseguite le caratterizzazioni chimico-fisiche e biologiche per controllare quotidianamente la quantità e la qualità della produzione delle microalghe e tutti i parametri fondamentali del processo. Inoltre, vengono fatte prove di estrazione sul prodotto finale, cioè la farina algale, utilizzando una miscela solvente bio brevettata per estrarre il bio-olio.

La costruzione e l’avviamento di questo impianto sono state realizzate grazie all’attività multidisciplinare di un gruppo integrato, che prevede competenze dei centri di ricerca Eni Upstream, Downstream e rinnovabili e la partecipazione attiva dell’intera struttura Enimed.

L’impianto di Ragusa è fortemente integrato nel tessuto industriale siciliano perché sviluppato da Eni, sulla base di una tecnologia brevettata e fornita da BioSyntex, in cooperazione con la consociata Enimed e la Centrale per l’Energia Rinnovabile di Ragusa che lo ospita.

Dunque, il progetto si caratterizza per integrazione e trasversalità tra i diversi business di Eni presenti sul territorio, forte valenza per il territorio siciliano ed eccellenza tecnologica.

È da circa dieci anni che Eni è attiva nella coltivazione e nel trattamento di microalghe per consumare CO2 dall’ambiente e realizzare prodotti di origine biologica. Nel tempo abbiamo sviluppato solide competenze in questo campo, ma anche in quello dello sviluppo di tecnologie solari, di processi downstream per bioraffineria e di chimica verde. È una filiera che rappresenta un esempio di produzione di materia prima energetica rinnovabile attraverso una stretta e integrata collaborazione tra le diverse “anime” che da sempre coesistono in Eni.

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