Accesso al credito, imprese artigiane siciliane in agonia - QdS

Accesso al credito, imprese artigiane siciliane in agonia

Pietro Vultaggio

Accesso al credito, imprese artigiane siciliane in agonia

martedì 03 Marzo 2020

A lanciare l’allarme sono Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai dopo l’incontro nella sede dell’assessorato Economia. Nel 2019 l’erogato ha superato i 75 mln; ad oggi per evitare il fallimento ne servono almeno 50 dalla Regione

PALERMO – Non è facile fare impresa, tanto più in un periodo come questo caratterizzato da risalite che si trasformano sempre più in discese. L’allarme è stato lanciato da Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai dopo un incontro avuto nella sede dell’Assessorato all’Economia, per fare il punto della situazione rispetto alle dinamiche che stanno caratterizzando la gestione della Crias (Cassa regionale per il credito alle imprese).

A scatenare la preoccupazione, si legge nel comunicato, sono alcune istanze, per quasi quindici milioni di euro, bloccate con conseguente rischio di fallimento per le imprese. “Siamo molto preoccupati – affermano i rappresentanti delle quattro Organizzazioni datoriali – per il modo con cui la politica regionale sta affrontando questa delicata materia, legata all’accesso al credito agevolato da parte delle imprese artigiane siciliane”.

Rimane ferma la posizione critica dei quattro Organi continuando a leggere la nota stampa, in riferimento all’accorpamento con l’Ircac (Istituto regionale per il credito alla cooperazione), il cui nuovo soggetto continua ad essere un contenitore vuoto ed inefficace. “Qui incombe, oggi, una seria emergenza – sottolineano – che va urgentemente affrontata da chi ha precise responsabilità istituzionali.

C’è in gioco il destino di centinaia di attività che sono in attesa di ricevere la somma richiesta. Nello specifico si tratta di artigiani e piccoli imprenditori, i quali hanno già sottoscritto compromessi di acquisto o stato di avanzamento dei lavori che, in assenza della concessione del credito, rischiano di trasformarsi in una sorta di trappola”. Quindi la situazione sembra non avere alcuna via d’uscita. “Tradotto in soldoni – continuano -, significa spingere questi operatori economici verso un inevitabile triste epilogo.

Per capire meglio l’entità del problema, basti pensare che nel 2019 l’erogato ha superato i 75milioni di euro. Adesso il nodo centrale, che paralizza l’attività di erogazione, è rappresentato dall’adeguamento del fondo di gestione della Crias ai dettami del decreto legislativo 118 sull’armonizzazione contabile”. Di fatto questa prescrizione, particolarmente restrittiva, ne blocca l’operato in quanto quest’ultima agisce solo con la disponibilità pari al rientro.

“Di fronte a questo drammatico scenario – evidenziano Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai – invochiamo un immediato intervento per trovare una soluzione adeguata e che metta la Crias nelle condizioni di evadere le pratiche e di erogare il credito, che è di vitale importanza per il nostro tessuto produttivo, già in grande affanno.

Basta pensare che sono quasi 80mila le imprese artigiane che fanno ricorso allo strumento della stessa – concludono le quattro Organizzazioni datoriali – alla quale per potere continuare a dare risposte o si consente di adottare il collaudato sistema della contabilità economico patrimoniale, oppure di operare con risorse, di almeno 50 milioni di euro, messe a disposizione dalla Regione”.

Bisogna sostenere il cuore pulsante dell’economia siciliana, servono interventi per sbloccare i pagamenti alle imprese, affinché nella prossima manovra economica siano inserite risorse e strumenti per la piccola e media impresa. Le Pmi, muovendo l’economia non soltanto regionale ma anche nazionale, rappresentano un patrimonio da salvaguardare.

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