Si applica a chi, a qualunque titolo, gestisca il servizio idrico sul territorio nazionale. Sono escluse le Province autonome di Trento e Bolzano e sono previste delle particolari direttrici della metodologia per le Regioni a statuto speciale che hanno già legiferato in materia. Maggiori strumenti e fasi di controllo garantiscono che eventuali aumenti tariffari saranno possibili solo a seguito di investimenti effettivamente realizzati o di miglioramenti nella gestione certificati. Viene infatti confermata la presenza di un tetto agli aumenti, per la prima volta differenziato non solo sui costi operativi della gestione, ma anche in ragione dei ricavi per abitante servito. Viene promossa la sostenibilità ambientale e incentivati gli interventi orientati alla misura dei consumi idrici. Particolarmente rilevante, con l’obiettivo di ridurre la differenza di standard di servizio nelle diverse aree del Paese, l’introduzione dello “schema regolatorio di convergenza”, che consente alle gestioni meno efficienti e in ritardo nell’applicazione della regolazione nazionale di applicare un sistema semplificato per un periodo determinato di tempo e a specifiche condizioni.
(ITALPRESS).