Acquee reflue in mare in due punti tra Augusta e Siracusa - QdS

Acquee reflue in mare in due punti tra Augusta e Siracusa

Luigi Solarino

Acquee reflue in mare in due punti tra Augusta e Siracusa

mercoledì 05 Agosto 2020

Legambiente: “Scoraggiante che rimanga irrisolta l’incresciosa situazione della mancata depurazione”

Anche quest’anno, nonostante l’emergenza Covid-19, Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane ha analizzato il mare della nostra regione.

In provincia di Siracusa sono stati effettuati campionamenti in due punti: la spiaggetta del Granatello di Augusta e il mare di fronte la foce del Canale Grimaldi del Porto di Siracusa.

Il campione prelevato presso il Canale Grimaldi è risultato “inquinato a causa dello scarico delle acque reflue provenienti dal depuratore cittadino”. Le analisi del campione prelevato presso la spiaggetta del Granatello di Augusta hanno riscontrato valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010).

Nonostante ciò quel tratto di mare rimane ancora non idoneo a causa del generale divieto di balneazione esistente nel golfo Xifonio e principalmente dovuto alla mancanza di sistemi di depurazione.

Legambiente Augusta, in una nota, scrive che “È scoraggiante che rimanga irrisolta l’incresciosa situazione della mancata depurazione dei reflui urbani di Augusta. Ad oltre 5 anni dalla nomina del primo commissario di governo che avrebbe dovuto provvedere a colmare i ritardi, progettare e avviare i lavori per i quali da tempo ci sono i soldi in cassa, constatiamo che finora nessuna opera è stata iniziata mentre perdura il guasto ambientale e continuiamo a pagare una ingente sanzione economica per la violazione delle norme comunitarie”.

“A breve – prosegue Lagambiente Augusta – dovremmo finalmente conoscere il progetto esecutivo, con gara bandita ad agosto 2019 e appalto affidato ad aprile 2020, che prevede il completamento della rete fognante, il collettamento dei reflui e la (ri)costruzione dell’impianto di depurazione a Punta Cugno. Ci si augura che a quel punto si capirà meglio il dettaglio dei lavori ed entro quando saranno portati a termine. Nel frattempo è opportuno segnalare un ulteriore elemento di rischio per gli organismi acquatici e la salute delle persone: un recente studio,in corso di pubblicazione, condotto da ricercatori del CNR e dell’Istituto Mario Negri di Milano ha rilevato una considerevole presenza di sostanze farmaceutiche nelle acque marine del porto e della baia di Augusta, nei sedimenti e soprattutto nei reflui non trattati che sversiamo.

Le più alte concentrazioni misurate riguardano gli antibiotici, gli antinfiammatorie quelli per la terapia cardiovascolare e anti-ipertensiva”. “Nel perdurare della violazione ambientale – conclude la nota – veniamo privati del diritto ad un mare pulito e balneabile e l’Italia continua a pagare ogni sei mesi una sanzione di circa 30 milioni euro, quasi 10 euro l’anno per ogni abitante equivalente di quelle zone non a norma. Continueremo a farlo fino a quando il nostro Paese non avrà attuato le misure per depurare le acque reflue attualmente scaricate nei laghi, nei fiumi ed in mare come, purtroppo, avviene ad Augusta.

In questa situazione che richiede la massima attenzione, costanza e rapidità degli interventi si avanza, purtroppo, assai lentamente. Per recuperare i gravi ritardi accumulatisi e riparare i guasti chiediamo al nuovo commissario Maurizio Giugni e a tutte le istituzioni coinvolte un dinamismo significativamente maggiore rispetto al passato”.

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