Angelo Collura: “Adeguare i progetti alle reali esigenze del territorio” - QdS

Angelo Collura: “Adeguare i progetti alle reali esigenze del territorio”

Maria Francesca Fisichella

Angelo Collura: “Adeguare i progetti alle reali esigenze del territorio”

giovedì 16 Maggio 2019

Forum con Angelo Collura, Governatore dei Lions Sicilia 2019-2020. Per scoprire come si rapporta con la società la più grande associazione umanitaria di servizio

Come si rapporta con la società la più grande associazione umanitaria di servizio? Ossia, al di là dell’assistenza, della beneficienza e di tutti i singoli interventi cari al Lionismo, assolutamente degni di nota, cosa si intende fare in termini di politica associativa sul nostro territorio? Qual è la visione, il tipo di organizzazione e i progetti che vuol sostenere?
“Già in questa premessa troviamo i trascorsi di quel che fino ad oggi è stato il Lionismo. Di fatto oggi assistiamo ad un momento di transizione, da un Lionismo di beneficienza ad uno di solidarietà. Nel tempo l’associazione si è adeguata alle esigenze che mutavano, segnali questi provenienti da tutto il globo. Ecco, ad esempio, che quando nel 1925 Helen Keller tenne una conferenza al Congresso Internazionale dei Lions, questi decisero di porre la conservazione della vista tra i propri obiettivi fondamentali, diventando Cavalieri della Cecità nel mondo, con i vari progetti portati avanti fin da allora. Si avverte, però, un adeguamento alle esigenze che arrivano dall’esterno quasi per conquistare, di volta in volta, il territorio. Si assiste, così, alla nascita della Fondazione, oppure si pensi a quando la nostra associazione entra a far parte dell’Onu. Ogni momento diventa occasione, ‘non occasionale’, per dare la virata.
Da qualche anno a questa parte, poi, Lions International si inventa un nuovo modo di stare sul territorio, che si identifica nella LCI Forward, che mira a triplicare l’impatto globale dei Lions e a migliorare ogni anno le condizioni di vita di 200 milioni di persone entro l’anno 2020-2021. Ossia il Lionismo perde la sua veste filantropica e votata alla beneficienza, per diventare un’associazione che comincia ad interessarsi della società.
Vengono così fuori dei giubbotti gialli, da non confondere assolutamente con quelli francesi, ma piuttosto per rappresentare un nostro modo di essere. Posso, dunque, dire che questo adeguarsi – secondo la mia constatazione emersa a Chicago, dove si sono riuniti per la formazione tutti i 720 primi vice governatori – comporta il confronto tra la diversità dei vari rappresentanti. Ebbene, in quella circostanza ho notato la diversità del Lionismo. è la diversità la vera forza dell’associazione. Intendo riferirmi alla diversità di razza, alla diversità professionale e a quella culturale. Dunque, ho notato la dimensione di un’associazione che conta oltre un milione e 400mila soci e che ha una certa consistenza. Non ho potuto fare a meno di notare che le nostre caratteristiche non sono le medesime, pur appartenendo alla stessa associazione”.

Può farci qualche esempio della diversità, nell’accezione migliore del termine, come lei stesso l’ha definita, ossia come forza propulsiva del Lionismo?
“Entro nelle specifico e dico che come popolo europeo eravamo abituati a un Lionismo vecchio stampo, dove l’appartenenza al club voleva dire far parte di un certo ceto sociale, sedere attorno ad un tavolo per una serata tra amici e così via. E poi, se era il caso di intervenire su una determinata problematica della comunità, immediatamente ci si adoperava in tal senso.
Oggi il Lionismo cambia veste, dobbiamo essere più presenti sia all’esterno che all’interno. Solo così ci lasceremo alle spalle quell’immagine che tutti ci hanno addossato, ossia di essere quelli delle cene o delle festicciole tra membri del club. Anche se, personalmente, penso che le cose debbano camminare di pari passo, in quanto alla base della nostra essenza c’è il club. Se usciamo dal club finisce che non ci troviamo. Il club è la nostra famiglia, è il luogo dove bisogna creare le convergenze, la collaborazione, la condivisione, l’orgoglio della nostra storia, di cui uno dei principali capisaldi è di partecipare attivamente e promuovere il benessere civile e sociale della comunità”.

Dunque, per il Governatore che guida i 108 club in Sicilia, con 3.500 iscritti oltre ai Leo, quale dovrebbe essere la politica associativa a tutela dei cittadini, non solo dei propri soci, di fronte al Governo e all’Assemblea regionale? Cosa vuole chiedere, quali sono gli obiettivi su cui puntare?
“Già nel 1917 Melvil Jones aveva delineato la prospettiva del Lionismo, cioè promuovere il benessere civile e sociale della comunità. Perciò è imprescindibile acquisire la consapevolezza del nostro ruolo sul territorio; le nostre azioni, seppur a livello comunitario, spesso hanno la dimensione umanitaria. Quando portiamo avanti la battaglia contro la cecità prevenibile, sappiamo di essere l’associazione che in questo ambito si è sempre distinta. Così quando si porta avanti la campagna per il vaccino, sappiamo bene che quella battaglia ha una dimensione umanitaria che va oltre la comunità in cui agiamo. Ecco la necessità che i services assumano una dimensione pubblica, non privata. Dobbiamo affrontare problematiche che diventino oggetto di attenzione da parte della comunità. Un esempio: oggi si parla tanto di ambiente. Ma l’ambiente e la sua tutela sono tra i temi cari al Lionismo, accanto alla vista, ai giovani, oltre alla sfera pediatrica e al diabete”.

Dunque, lo scenario che si prospetta è: organizzazione da un lato e obiettivi concreti dall’altro (ambiente e infrastrutture) e non ultimo dialogo con le Istituzioni, affinché le cose si facciano. La domanda, a questo punto è: c’è in questo programma la raccomandazione ai presidenti dei 108 Lions Club di lavorare con le istituzioni locali?
“La maggior parte dei sindaci che ho visto partecipare ai nostri eventi non fa altro che ringraziarci per la nostra collaborazione. Attraverso le nostre azioni dobbiamo diventare una sorta di sussidiarietà circolare. Il Lionismo interviene su una problematica come associazione e quest’ultima ha al suo interno gli imprenditori, i professionisti, i burocrati pubblici e privati, e quindi le risorse e le competenze da spendere per iniziative concrete per la comunità. In tutto questo la comunicazione ha un ruolo fondamentale, oggi più che mai attraverso i social, affinché si conoscano le iniziative dei vari clubs, cosa che può dare omogeneità al lavoro dell’associazione, pur nel rispetto della loro autonomia. In questo ambito ho già preso accordi con una televisione per realizzare un notiziario Lions ogni martedì. Dunque, un appuntamento settimanale che raccolga le notizie sulle attività e le iniziative relative ai clubs del Distretto. Tra quelle che mi stanno più a cuore ci sono quelle afferenti al mondo della disabilità: mi riferisco all’abbattimento delle barriere architettoniche, tema non nuovo, ma purtroppo sempre attuale, volto a migliorare l’accessibilità ai luoghi pubblici e non, per queste persone. I Lions devono lasciare un segno tangibile dell’aiuto ai disabili. Non ultimo, intendo creare una sinergia con i Leo, i giovani Lions fino ai trent’anni, che rappresentano benzina pura con il loro grande amore per il prossimo e per la solidarietà. Sono il vero motore, anche se in passato poco coinvolti”.

Richiamando l’attenzione sulle campagne Lions, che stanno più a cuore all’associazione, su quali intende maggiormente puntare?
“Come Governatore mi sono posto la domanda, circa quali siano i punti su cui battere per far sentire la presenza dei Lions sul territorio. Certo, non possiamo disconoscere le linee guida che ci verranno dai services internazionali e multidistrettuali, ma dobbiamo guardare al nostro territorio, dove due sono le sfide: l’ambiente e le infrastrutture. Con una delegazione del mio staff ci siamo recati all’Assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, il cui assessore Alberto Pierobon, si è mostrato ansioso di conoscere le nostre proposte e di lavorare insieme. In questo modo il club diventa interprete dei bisogni del proprio territorio. Seppur ciò comporta sacrifici, sono convinto che animati dalla passione possiamo arrivare dove altri non sono riusciti, ma non per deficienza ma perché i tempi impongono l’urgenza di colmare i vuoti per contribuire alla crescita sociale; pur consapevoli che da soli non si potrà mai essere nelle condizioni di far nulla, è la squadra che vince. Ci siamo pure recati da Salvatore Cordaro, assessore regionale del Territorio e dell’ambiente, al quale abbiamo proposto di collaborare alle iniziate in occasione della Giornata nazionale degli alberi che si festeggia a novembre. Del resto la Past President internazionale, Gudrun Yngvadottir, vede nei boschi la storia da un lato e la speranza dall’altro, ossia l’albero come metafora della vita, della crescita. L’ambiente, dunque, come futuro dell’umanità”.


Curriculum
Nato a Grotte (Ag) il 13 ottobre 1967, è sposato ed ha due figli. Laureatosi in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo, nel corso degli anni ha svolto nel Comune di Grotte i ruoli di: consigliere comunale; assessore allo Sport, legalità, cultura e scuola; presidente del Consiglio comunale.
Ha collaborato con l’impresa commerciale di famiglia curandone l’amministrazione (1996-2010).
E’ imprenditore commerciale, titolare di una propria ditta individuale nello stesso ramo dell’azienda paterna. Come Lions, numerosi gli incarichi nel Distretto 108Yb.
E’ Melvin Jones Fellow progressivo.

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