Anello ferroviario: cantieri paralizzati Rfi e Comune puntano sulla linea dura - QdS

Anello ferroviario: cantieri paralizzati Rfi e Comune puntano sulla linea dura

Gaspare Ingargiola

Anello ferroviario: cantieri paralizzati Rfi e Comune puntano sulla linea dura

mercoledì 29 Maggio 2019

L’Amministrazione ha chiesto di nominare il sindaco commissario straordinario dell’infrastruttura. La complessa vicenda legata al destino della Tecnis ha di fatto bloccato l’avanzare dell’opera

PALERMO – Rfi rompe gli indugi e scrive alla Tecnis minacciando la rescissione del contratto se non ci sarà una decisa e definitiva accelerazione nei lavori dell’anello ferroviario. I cantieri sono ormai alla paralisi, ostaggio della complicata vendita della Tecnis (o del solo ramo di azienda), che dal 23 aprile è gestita in amministrazione straordinaria da tre commissari: Attilio Zimatore, ordinario di diritto privato alla Facoltà di Giurisprudenza della Luiss, e Marina Scandurra, docente di diritto fallimentare ed esperta nelle materie della ristrutturazione e del risanamento aziendale, che hanno affiancato Saverio Ruperto, già amministratore giudiziario del colosso etneo.

A marzo sembrava a un passo l’aggiudicazione provvisoria al gruppo Pessina, ma la vendita è stata stoppata dal ministero dello Sviluppo economico per “accertamenti”. Da allora non si è mossa una foglia, tanto che Rfi ha riscontrato “la sostanziale interruzione delle attività e, non essendo ulteriormente ammissibile il procrastinarsi di tale situazione di stallo che sta gravemente ledendo gli interessi del comune di Palermo, per il quale Rfi svolge il ruolo di soggetto attuatore dell’appalto, si intima a codesto spettabile commissario straordinario di far conoscere le proprie determinazioni in merito alla prosecuzione o meno del rapporto contrattuale”.

Nella nota che Rfi ha inviato alla Tecnis si chiede agli amministratori straordinari di indicare chiaramente entro un mese le proprie intenzioni sul completamento dell’opera altrimenti il contratto si considererà sciolto. È una svolta nella strategia di Rfi che in questi anni – malgrado l’opera dovesse essere completata nel 2017 e invece è ancora ferma al 30% (e che nel frattempo ha messo in ginocchio commercianti e residenti) – aveva sempre optato per una linea prudenziale evitando il muro contro muro nel timore di ripercussioni legali e contenziosi milionari.

Tutto il contrario della linea dura seguita dall’Amministrazione comunale e dal sindaco Leoluca Orlando in testa, che da tempo richiedono a gran voce la rescissione contrattuale e, più di recente, anche la nomina a commissario straordinario dell’infrastruttura del primo cittadino.

I sindacati, dal canto loro, non ritengono che la rottura con la Tecnis sia la carta migliore da giocare, temendo per gli effetti negativi sulla posizione lavorativa degli operai, e preferiscono puntare sulla vendita del ramo d’azienda. “La notizia con cui Rfi ha intimato a Tecnis di rescindere il contratto d’appalto dell’anello ferroviario di Palermo – hanno detto in una nota unitaria i segretari generali di Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, Filca Cisl Palermo Trapani Paolo D’Anca e Feneal Uil Palermo Francesco De Martino – ci lascia molto perplessi e ci preoccupa fortemente. Da quando il Mise ha sospeso le procedure di vendita messe in atto dal commissario straordinario Ruperto tutti i cantieri in cui era impegnata la Tecnis a livello nazionale hanno subito di fatto un fermo vero e proprio sospendendo le lavorazioni e lasciando i lavoratori a casa in cassa integrazione. Più volte avevamo sollecitato al Mise di accelerare tale procedura. Nonostante ciò, da parte del Governo abbiamo solamente registrato la nomina di altri due commissari che avrebbero dovuto accelerare la procedura di vendita. Ma questo non è accaduto”.

“In più – hanno aggiunto i tre segretari – a una vicenda già di per sé complessa si sono aggiunte le dichiarazioni del Comune di Palermo, anche se tardive, che chiede di gestire l’opera attraverso la nomina del sindaco Orlando a commissario, e quelle dell’assessore regionale alle infrastrutture Falcone, il quale avallerebbe l’ipotesi di una rescissione, qualora Tecnis non dovesse dare un segnale concreto di ripresa. Rimaniamo convinti che la vendita di tutto il complesso aziendale e il subentro di una nuova società – hanno concluso – sarebbe la soluzione auspicabile”.

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