Archeologia, in Sicilia boom visitatori dopo riapertura - QdS

Archeologia, in Sicilia boom visitatori dopo riapertura

redazione

Archeologia, in Sicilia boom visitatori dopo riapertura

martedì 02 Giugno 2020

Oltre 7 mila presenze nell'ultimo week end di maggio e quasi 30 mila prenotazioni già effettuate on line fino a domenica prossima 7 giugno. In testa alla classifica dei siti più visitati c'è Selinunte. La soddisfazione di Musumeci e Samonà.

La riapertura dei musei e delle aree archeologiche in Sicilia dopo il lockdown fa registrare grandi numeri, con oltre 7 mila presenze nell’ultimo week end di maggio e quasi 30 mila prenotazioni già effettuate on line fino a domenica prossima 7 giugno, data entro la quale gli ingressi continueranno a essere gratuiti. Un successo sottolineato con soddisfazione dal neo assessore dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà e dal presidente della Regione Nello Musumeci, che hanno stilato un primo bilancio dell’iniziativa #Laculturariparte. “Riscontrare l’interesse dei siciliani per la cultura attraverso i significativi numeri delle prenotazioni – dice il presidente della Regione Nello Musumeci – ci rende consapevoli di essere sulla buona strada nel percorso di valorizzazione, riqualificazione e complessiva promozione del territorio che questo Governo intende perseguire”.
“Il numero di visitatori registrato in questo primo weekend e le prenotazioni già effettuate fino al 7 giugno – sottolinea l’assessore Alberto Samonà – sono chiara dimostrazione che c’è grande voglia di cultura. Ringrazio i siciliani che, osservando l’obbligo di prenotazione, hanno saputo declinare responsabilmente il nostro invito a recarsi nei musei e nei parchi archeologici per riscoprire la propria terra, consentendoci di effettuare la riapertura in sicurezza”.
In testa alla classifica dei siti archeologici più visitati figura Selinunte, con oltre mille presenze (per l’esattezza 1.171) che ha superato perfino la Valle dei Templi di Agrigento.
Un boom che riempie d’orgoglio il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria Bernardo Agrò: “Non è il tempo dei trionfalismi – commenta – bisogna avere rispetto del momento epocale che stiamo vivendo, con un’emergenza in corso. Ma non possiamo nascondere che la prima risposta dopo questa lunga chiusura, ci fa molto piacere”. I visitatori hanno avuto la possibilità di tornare ad ammirare i templi, l’Acropoli e la nuova mostra all’interno del Baglio Florio. “Il concept – spiega l’architetto Agrò – è quello di una fruizione nuova, in grado di coniugare architettura e paesaggio con un diradamento naturale e non sociale, e attraverso allestimenti museali land che consentano al visitatore di seguire l’attività dei Cantieri della conoscenza già avviati da tempo”. Il Parco ha aperto anche collaborazioni con associazioni del territorio e il direttore pensa alla realizzazione di eventi per un turismo esperienziale. Uno già in cantiere riguarda le Giornate nazionali di Archeologia Ritrovata, in programma dal 9 all’11 ottobre prossimi.
L’appuntamento nazionale annuale dei Gruppi Archeologici questa volta sarà ospitato proprio dal Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria e dall’intera “chora selinuntina”, tra Campobello di Mazara, Castelvetrano, Sambuca di Sicilia, dove ci sono gli scavi archeologici di Monte Adranone, e Menfi, e vedrà la presenza dei volontari dei Gruppi archeologici da tutta Italia. Sarà l’occasione per presentare interessanti casi di studio sulla valorizzazione del patrimonio culturale anche in conseguenza delle mutate condizioni di fruibilità dei giacimenti culturali.

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