Aree di crisi industriale, le novità sulle agevolazioni - QdS

Aree di crisi industriale, le novità sulle agevolazioni

Serena Giovanna Grasso

Aree di crisi industriale, le novità sulle agevolazioni

sabato 25 Gennaio 2020

Lo scorso 16 gennaio il Mise ha pubblicato la circolare con cui estende la platea dei beneficiari anche alle piccole e medie imprese. Ammissibili iniziative che prevedono la realizzazione di programmi d’investimento produttivo e incremento di personale

PALERMO – Il ministero dello Sviluppo economico, con circolare dello scorso 16 gennaio, ha definito i nuovi criteri e le modalità di concessione delle agevolazioni per le imprese localizzate nelle aree di crisi industriale, al fine di favorirne la riconversione e riqualificazione produttiva. Sono ammissibili alle agevolazioni le imprese costituite in forma di società di capitali, le società cooperative, le società consortili, le reti d’impresa e grazie alla presente circolare anche le piccole e medie imprese. Queste tipologie di imprese si devono trovare in territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale.

Nella maggior parte dei casi, la criticità della situazione deriva da crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto o grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione sul territorio. In contesti simili, risulta centrale il ruolo del Mise, che cura l’attuazione di politiche e programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree e dei settori colpiti dalla crisi, mediante la stipula di appositi accordi di programma di adozione dei progetti di riconversione e riqualificazione industriale (Prri). Questi progetti promuovono, anche mediante cofinanziamento regionale e con l’utilizzo di tutti i regimi d’aiuto disponibili per cui ricorrano i presupposti, investimenti produttivi anche a carattere innovativo, la riqualificazione delle aree interessate, la formazione del capitale umano, la riconversione di aree industriali dismesse, il recupero ambientale e l’efficientamento energetico dei siti e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi.

In queste fattispecie, sono ammissibili alle agevolazioni le iniziative che prevedano la realizzazione di programmi di investimento produttivo e programmi di investimento per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione e per la formazione del personale. Queste iniziative devono anche comportare un incremento degli addetti dell’unità produttiva oggetto del programma di investimento.

Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa e alla formazione e del finanziamento agevolato. Il finanziamento agevolato concedibile è compreso tra il 30% ed il 50% degli investimenti ammissibili. Il contributo in conto impianti e l’eventuale contributo diretto alla spesa sono complessivamente di importo non inferiore al 3% della spesa ammissibile.

“Ci siamo posti l’obiettivo prioritario – ha dichiarato Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico – di rendere la misura più agevole e accessibile alle Pmi e alle reti d’impresa, dando priorità agli investimenti strategici ad alto contenuto tecnologico e con forte impatto occupazionale. Si tratta di uno strumento fondamentale per supportare e avviare una nuova fase industriale nei territori che necessitano di progetti di riconversione e riqualificazione sostenibili, in grado di creare nuove opportunità di lavoro”.

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