Ars inutile, Musumeci stacchi la spina o concretizzi un radicale cambio di passo - QdS

Ars inutile, Musumeci stacchi la spina o concretizzi un radicale cambio di passo

Raffaella Pessina

Ars inutile, Musumeci stacchi la spina o concretizzi un radicale cambio di passo

sabato 27 Aprile 2019

Una situazione difficile sotto il profilo economico-sociale, ma anche politico: alla maggioranza risicata in Parlamento corrisponde una produzione legislativa ridotta all'essenziale. E le riforme che non vedono la luce

Una situazione difficile quella siciliana, sotto tutti i profili: quello economico-sociale, principalmente, ma anche sotto il profilo politico non siamo messi benissimo.
Una maggioranza risicata in Parlamento, una produzione legislativa ridotta all’osso, se non addirittura all’essenziale, e le riforme che non vedono la luce. Tutti questi aspetti fanno realmente pensare alla eventualità che, staccare la spina forse potrebbe essere una soluzione di sblocco.

Il tanto “agognato” cambiamento non si è visto, almeno in questo primo anno e mezzo di Governo Musumeci e non si vedrà neanche in futuro se non si concretizza un radicale cambio d passo.
Dal punto di vista della quantità e della qualità della produzione legislativa, l’amara constatazione è che a Palazzo dei Normanni non è poi cambiato molto tra la 16ma e la 17ma legislatura.
Per questo motivo, abbiamo voluto “ripercorrere” il primo anno del governo Crocetta per poi metterlo a confronto con quello dell’attuale governo Musumeci.
La sedicesima legislatura è stata caratterizzata da un continuo alternarsi di assessori, se ne sono contati ben 49. Mentre oggi, con Musumeci, gli assessori nominati sono cambiati solo in parte e in numero inferiore: ai Beni culturali si sono alternati il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il compianto Sebastiano Tusa; all’Energia Vincenzo Figuccia ha lasciato il posto a Alberto Pierobon e all’assessorato alla Famiglia Maria Ippolito ha ceduto la poltrona ad Antonio Scavone.

All’Ars, nella legislatura precedente lo scranno più alto è stato occupato da Giovanni Ardizzone (Udc), oggi quella sedia è occupata da Forza Italia con Gianfranco Miccichè.
Nel 2013, primo anno del governo Crocetta si sono svolte 89 sedute, 7,4 al mese, 1,8 alla settimana. Nel primo anno della legislatura attuale le sedute sono state 71, 5,9 al mese e 1,4 alla settimana. Neanche una e mezza. Permane, quindi, il grave problema legato allo stallo legislativo: Sala d’Ercole si riunisce poco, ma se è vero che non conta la quantità di ore che si dedica al lavoro, ma la qualità dello stesso, abbiamo voluto considerare la produzione legislativa e la sua qualità. Ecco cosa è emerso. Nel corso della sedicesima legislatura sono stati 1.347 i Ddl presentati agli uffici dell’Ars di cui 168 governativi, la maggior parte dei quali riguarda questioni finanziarie con documenti che devono essere approvati obbligatoriamente. Solo 17, invece, le leggi approvate tra cui le norme sulla elezione del Presidente del Libero consorzio comunale (parti delle quali sono stati impugnati innanzi alla Corte costituzionale) e quelle relative alle nomine degli incarichi fiduciari negli enti della Regione.
Insomma, tutte le riforme che i siciliani si aspettavano, come ad esempio quella per la semplificazione della Pubblica amministrazione, o quelle tanto attese in materia di sanità, per non parlare degli altri settori come i rifiuti, l’acqua , le Province, c’è stato un nulla di fatto.

Nella legislatura attuale la produzione legislativa è stata più feconda: dopo un anno e mezzo di lavori le leggi approvate sono state 23 tra cui le norme in materia di area vasta, dei parcheggi di interscambio, sugli obblighi dichiarativi di deputati, assessori e amministratori locali in tema di affiliazione a logge massoniche, vendita diretta dei prodotti agricoli, sulla istituzione della giornata del ricordo e della legalità, sul sostegno a categorie deboli, sulla valorizzazione del patrimonio culturale delle guerre mondiali la variazione della denominazione dei comuni termali e anche le norme in materia di variazione e rettifica dei confini fra i comuni di Grammichele e Mineo.

Se è vero che sono stati approvati più disegni di legge è pur vero che nessuna di queste rappresenta una legge di riforma di settore. Non si è ancora a metà legislatura, ma le premesse non fanno presagire un interesse del Parlamento ad appoggiare la maggioranza per portare a conclusione il capitolo delle riforme siciliane.
Ad oggi sono stati presentati ben 563 ddl e ancora molta è la strada da fare.

Musumeci: Maggioranza, un miraggio
È una strada tutta in salita quella del Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Dal giorno del suo insediamento, nel novembre 2017, si è trovato ad affrontare una situazione precaria in Parlamento, con una maggioranza risicata.
Dall’altra parte, un Pd agguerrito e un M5s combattivo, fuori dalla maggioranza, ma con numeri in grado di battere la maggioranza a Sala D’Ercole.
A fine 2018 i grillini hanno teso la mano a Musumeci: “Presidente – ha detto Cancelleri – sbarazzati delle tue zavorre, liberati di vecchi scarponi e vecchie logiche, alleggerisciti del peso degli impresentabili e dei poltronari e incontriamoci”.
“Corteggiato” di recente anche dalla Lega, attraverso il senatore Stefano Candiani, Musumeci ha preferito la coerenza, senza mai cedere alle “avances” politiche degli avversari. Almeno fino ad oggi.


José Marano, Movimento Cinquestelle
“XVII Legislatura, il bilancio dell’attività svolta non può che essere negativo, bisogna lavorare di più”

Lo stallo legislativo all’Ars, per ammissione degli stessi deputati, è un fatto che imbarazza tutti al di là di ogni appartenenza politica. Sotto il profilo della quantità e della qualità legislativa, qual è il bilancio che secondo Lei si può tracciare dell’attività svolta dall’inizio della legislatura ad oggi all’Ars?
“L’Ars è svuotata dalle sue funzioni: la maggior parte delle proposte legislative che concludono il proprio iter sono quelle di iniziativa governativa oltre che di natura finanziaria, in altre parole, quelle che obbligatoriamente devono essere fatte per poter mandare avanti la macchina burocratica. Il mio bilancio non può che essere negativo. Il 6 agosto ho presentato un Ddl sullo “Sviluppo di una piattaforma informatica multifunzionale Blockchain per l’applicazione ai servizi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari”, una proposta che potrebbe davvero invertire la rotta e far crescere la nostra Isola e che è stata assegnata per esame alla Commissione Terza in data 24 settembre e da allora giace, ancora, nei cassetti del Presidente di Commissione”.

Quindi, cosa suggerisce: “tirare a campare” o “staccare la spina”?
“Lo scorso martedì in Aula, il Presidente Musumeci ha annunciato che servono ancora 5/6 riforme per completare il suo progetto di Regione siciliana. Forse sono stata distratta ma io di riforme non ne ho mica viste. Musumeci ha dichiarato che alla fine della legislatura tireremo le somme e giudicheremo il suo operato ma, nel frattempo, quello che è tangibile è che la Sicilia, dopo un anno e mezzo del suo governo, si trova ancora in una situazione di piena emergenza. Il M5s ha la volontà di lavorare nell’interesse esclusivo dei cittadini ma evidentemente questa non è la priorità delle altre forze politiche”.

Troppi i Ddl presentati, troppo pochi quelli che poi “vedono la luce” e diventano legge. Senza considerare che i Ddl presentati vengono puntualmente sbandierati come fossero già approvati, ma poi quasi tutti finiscono nel dimenticatoio. Come invertire questa tendenza?
“La risposta è semplice: lavorare di più e dare centralità alle funzioni del Parlamento. In questo anno e mezzo di legislatura ho notato che la vita burocratica ed amministrativa è ingabbiata, da un parte dalla lentezza nell’assumere decisioni che richiederebbero invece tempi rapidi e certi e, dall’altra parte, manca la benché minima programmazione delle attività organizzative. Per accelerare, l’iter di discussione dei disegni di legge bisognerebbe selezionare per tematiche principali le previsioni normative depositate e scandenzare immediatamente le convocazioni, in modo tale da avere contezza dei tempi nei quali verranno discussi i disegni di legge”.


Nello Dipasquale (Partito democratico)
Governo senza maggioranza: “O andiamo verso un rilancio dell’attività o meglio staccare la spina”
Nello Dipasquale (Partito democratico), intervenendo nel corso della seduta d’Aula dello scorso 16 aprile sullo spinoso tema della grave crisi delle ex Province siciliane, non ha mancato di sottolineare che se non si riesce a fare le riforme, allora la cosa più giusta da fare è andare a casa.

“L’impegno (per la riforma delle ex Province) - ha detto Dipasquale – c’è stato e va riconosciuto ma ad oggi non ha prodotto risultati concreti. Le Province rischiano di saltare”.
Con riferimento al sondaggio che ha visto Musumeci ultimo nella classifica del gradimento dei presidenti di Regione, Dipasquale ha detto: “Non fa piacere a nessuno sapere di essere gli ultimi della classe e questi risultati indeboliscono molto anche noi. Dobbiamo capire cosa fare, la sensazione è quella di chi sta tirando i remi in barca. Noi non possiamo proseguire per la restante parte di legislatura con questo governo. O andiamo verso un rilancio dell’attività o la cosa migliore è quella di staccare la spina perché rischiamo di trovarci impreparati in interlocuzioni importanti su tematiche altrettanto importanti”.

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