Bandi ufficio stampa Regione, Assostampa ricorre al Tar - QdS

Bandi ufficio stampa Regione, Assostampa ricorre al Tar

Raffaella Pessina

Bandi ufficio stampa Regione, Assostampa ricorre al Tar

venerdì 28 Giugno 2019

Contestato il mancato inquadramento secondo le norme della professione, con il dubbio: si dovrà seguire la deontologia giornalistica o le norme dell'apparato burocratico legate al segreto? Sindacato e Ordine, “I giornalisti non possono essere omologati ai dipendenti regionali”

PALERMO – Sembra destinato a non ricostituirsi celermente l’ufficio stampa della Regione siciliana, che a suo tempo era stato azzerato dal predecessore di Musumeci, Rosario Crocetta.

Per la sua ricostituzione, l’amministrazione regionale aveva emesso due bandi i cui criteri di selezione e soprattutto l’inquadramento previsto non sono piaciuti ad Assostampa, l’Associazione siciliana della stampa. Il sindacato unitario dei giornalisti italiani infatti ha impugnato davanti innanzi al Tar Sicilia i due bandi di concorso emanati dalla Regione.

L’impugnativa, attraverso due distinti ricorsi, riguarda sia il bando per i sei posti di istruttore direttivo categoria C, sia il bando per i sei posti di funzionario direttivo categoria D. I ricorsi sono stati curati da un pool di legali, composto dagli avvocati Domenico Pitruzzella, Filippo Morici, Carlo Comandè e Bruno Del Vecchio, quest’ultimo in rappresentanza della Federazione nazionale della stampa italiana.

“L’azione oppositoria ai due bandi – spiegano da Assostampa – si è resa necessaria dopo che è caduto nel vuoto il reiterato appello del sindacato siciliano dei giornalisti per aprire una fase di contrattazione, nella quale inserire le linee generali e fondamentali dell’attività giornalistica nella pubblica amministrazione ed evitare la messa a concorso di profili professionali privi dei connotati tipici di una professione che non può essere omologata con quella dei normali dipendenti regionali”.

Il sindacato dei giornalisti inoltre respinge al mittente le critiche di non voler facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro dei giornalisti disoccupati. “Chi vuole far passare il messaggio che il sindacato siciliano blocchi i posti di lavoro ha sbagliato rotta. L’Associazione della stampa “si batte con forza da sempre per creare nuovi posti di lavoro, in una fase di grave crisi per la professione giornalistica. Ma questo deve avvenire nel rispetto delle norme che regolano questa professione”.

Oltre ai requisiti di rito infatti i bandi chiedevano per sei posizioni la laurea (lettere, relazioni pubbliche, scienze della comunicazione o titoli equipollenti), per la tre sei solo il diploma di secondo grado. Inoltre avrebbero potuto partecipare al concorso solo gli iscritti da almeno dieci anni nell’elenco dei professionisti. Per ciascuno dei concorsi, inoltre, è presente una riserva del 50% dei posti (sei in totale) a coloro che hanno svolto attività presso l’Ufficio stampa e documentazione della Regione siciliana almeno per tre anni.

Il concorso doveva essere per titoli, ma il superamento di 1200 domande avrebbe fatto scattare una serie di prove scritte e una orale e le domande andavano presentate entro il 26 maggio. I due bandi di concorso avevano suscitato non poche polemiche. I punti critici per sindacati e Ordine dei giornalisti sono principalmente due. Il primo riguarda il requisito di anzianità: dieci anni di iscrizione ai rispettivi elenchi dell’albo professionale, infatti, rappresentano senz’altro un limite non da poco. Il secondo punto è invece più controverso e riguarda l’inquadramento contrattuale dei futuri assunti che sembra non convincere né i rappresentanti sindacali né lo stesso Odg Sicilia. Piuttosto che essere inquadrati come semplici impiegati della Pubblica amministrazione, infatti, ai membri dell’ufficio stampa spetterebbe l’applicazione del contratto collettivo previsto per i giornalisti, secondo la legge 150/2000.

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