Biomasse: in Sicilia grandi potenzialità inespresse - QdS

Biomasse: in Sicilia grandi potenzialità inespresse

Rosario Battiato

Biomasse: in Sicilia grandi potenzialità inespresse

mercoledì 12 Giugno 2019

L’Enea sta mettendo a punto un impianto in grado di produrre elettricità senza emissioni a -0,10 €/kw. La Regione prova a invertire la rotta: il 25 giugno scade il bando dedicato alle imprese agricole

PALERMO – L’Enea lavora al futuro della biomassa col progetto europeo “Blaze”, che vede la partecipazione di altri otto partner, tra cui l’Università degli Studi Guglielmo Marconi nel ruolo di coordinatore. Per uno sguardo al futuro nel settore delle bionergie, c’è una regione, come la Sicilia, che invece naviga ancora nel passato, lontanissima dai risultati che si registrano nel resto del Paese e con una produzione da biomasse che vale il 2% del totale italiano.

IL PROGETTO ENEA.
È stato presentato nei giorni scorsi un progetto Enea per produrre elettricità a basso costo da biomasse. L’identikit è di grande interesse: sviluppo di impianti a biomassa per produrre energia elettrica senza emissioni a meno di 0,10 euro/kW, quindi con un’efficienza più che doppia rispetto alle tecnologie attuali (dal 20% al 50%) e a costi molto contenuti in termini di investimento ed esercizio. Alla base c’è la tecnologia di produzione cogenerativa CHP (Combined Heat and Power) che accoppia la gassificazione “a letto fluidizzato” con le celle a combustibile SOFC – (Solid Oxide Fuel Cell) per valorizzare i residui della manutenzione di boschi, foreste e verde urbano, gli scarti agricoli e agroindustriali e la frazione organica secca dei rifiuti solidi urbani.

PARLA L’ESPERTO.
“Dopo la caratterizzazione chimico-fisica, le matrici individuate saranno utilizzate in campagne sperimentali di gassificazione in reattore a letto fluidizzato per identificare le condizioni di processo alle quali risulti massima la conversione delle biomasse in prodotto gassoso”. Le parole di Donatella Barisano, ricercatrice ENEA, aggiungono inoltre che “attraverso l’utilizzo di metodi primari per la riduzione del carico di contaminanti, direttamente nella fase di attuazione del processo di gassificazione cercheremo di individuare materiali in grado di contribuire alla produzione di una corrente gassosa di alta qualità, in termini di composizione e potere calorifico, e di basso grado di contaminazione”.

I RITARDI SICILIANI.
L’Isola sul fronte delle cosiddette bioenergie resta parecchio indietro. Lo dicono i numeri del rapporto statistico sulle fonti rinnovabili del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) che ha evidenziato i pesanti ritardi proprio nel settore delle biomasse (148,3 GWh). La porzione isolana di settore vale appena il 2% del dato nazionale, mentre fanno ancora peggio i bioliquidi e il biogas, anche a fronte del l’enorme patrimonio di scarti forestali e dell’agricoltura che si potrebbero utilizzare per la produzione di energia. Lo spreco emerge dall’incrocio dei dati di uno studio Althesys sul potenziale del Mezzogiorno e di un piano per la Sicilia condotto dal professore Biagio Pecorino del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania: la promozione del settore porterebbe investimenti compresi tra 1,2 e 1,5 miliardi e l’impiego di 3 mila occupati, spingendo verso una produzione di 560 milioni di metri cubi di biometano all’anno, l’8% del potenziale nazionale.

LA REGIONE CI PROVA.
Ci sarà tempo fino al prossimo 25 giugno per presentare le domande di partecipazione a un bando per trasformare e commercializzare gli scarti delle lavorazioni agricole per produrre energia. Il bando prevede che possano partecipare imprese agricole – singole o associate – agroalimentari e forestali riunite in gruppi di cooperazione per promuovere e condividere lo scambio di competenze e di esperienze nel settore. Il sostegno finanziario è concesso in forma di contributo in conto capitale ed è pari al 100 per cento dei costi ammissibili sino a un importo massimo di centomila euro per beneficiario, nel caso di progetto con durata biennale, e di cinquantamila euro se il progetto ha durata annuale. Si tratta, dunque, di un piano per sostenere progetti di cooperazione di filiera per fornire la biomassa.

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