“Cassa integrazione, siciliani ostaggi di un’infinita deroga alla mala-burocrazia” - QdS

“Cassa integrazione, siciliani ostaggi di un’infinita deroga alla mala-burocrazia”

redazione

“Cassa integrazione, siciliani ostaggi di un’infinita deroga alla mala-burocrazia”

giovedì 28 Maggio 2020

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di una nostra lettrice, Maria Francesca Briganti

Caro direttore,
è trascorso più di un mese da quando il suo giornale ha pubblicato il mio appello rivolto al Presidente Musumeci, nel quale chiedevo tempi brevi per la valutazione e liquidazione della cassa integrazione e misure più incisive per rilanciare l’economia in Sicilia. Purtroppo, da allora, nonostante la pubblicazione della lettera e la trasmissione della stessa, presso la Segreteria della Presidenza e dell’ufficio di gabinetto del Presidente e all’assessore al lavoro Scavone, non ho ricevuto alcuna risposta.

Nonostante il mio pressing telefonico, le uniche risposte che mi sono state date ripetevano lo stesso rimpallo di scuse e responsabilità che a migliaia di lavoratori segregati in casa poco importano, se non ricevono gli aiuti.
Ad oggi abbiamo ricevuto, per chi è stato fortunato, solo una minima parte della Cig; in effetti l’Inps risponde che la somma ricevuta è relativa alla metà del mese di marzo in cui non abbiamo lavorato, ma se arriva nella prima decade di maggio, comprenderà che avremmo voluto ricevere l’importo per intero. Pare, dopo aver chiesto specificatamente, che ancora non siano stati lavorati i prossimi acconti, che sarebbero relativi a tutto il mese di Aprile e sino alla durata della Cig. Ma, al di là di tutto ciò, è evidente che la pubblica amministrazione, statale e regionale, si è rivelata completamente inadeguata a gestire questa emergenza.

Il Presidente e l’assessore si scusano e hanno annunciato un’indagine interna sul farraginoso e lentissimo iter che poteva iniziare anche prima del 7 Aprile u.s.; mi sono chiesta se tutto questo si poteva evitare? Io credo di sì.
Lo scorso 26 marzo, si legge nella Delibera n.119, la nota protocollo 1166/Gab, nella quale l’assessore al lavoro trasmette l’accordo quadro del 25/03/2020 stipulato con i sindacati. La suddetta nota protocollo riporta la data del 26/03/2020, in particolare riporta la scritta in grassetto “Verificata l’urgenza di garantire un sostegno al reddito ai lavoratori sospesi o a rischio di espulsione dai processi produttivi a causa dell’emergenza sanitaria al Covid-19, le parti concordano i criteri e i flussi di pagamento, ai sensi dell’articolo 22 del Decreto Legge del 17 marzo 2020 n.18”.

Per onestà intellettuale devo ammettere che non so chi ha deciso di far partire le domande il 07 di aprile, ma a ben leggere la nota protocollo 1166/Gab del 26 marzo, credo che nessuno avrebbe potuto ostacolare che dal giorno dopo si potessero aprire i termini per ridurre i tempi di attesa, visto che le domande dovevano essere presentate al Servizio Centro per l’impiego competente nel territorio in cui ha sede legale e operativa il datore di lavoro. Per questo sono a chiederLe di rivolgere questa mia domanda sia al Presidente Musumeci e sia all’assessore Scavone. “Avete messo in campo tutto il buon senso e tutte le risorse per aiutare i siciliani senza lavoro e senza reddito”?

Restano ancora tre nodi molto importanti e allo stesso tempo preoccupanti.
Il primo è quello del rilancio dell’economia e del mantenimento dell’occupazione. Dopo oltre 60 gg di chiusura gli imprenditori (senza aver ricevuto aiuti) sono molto preoccupati sulla ripresa della propria attività, in quanto sia a livello nazionale e sia a livello regionale si discute solo di prestiti. In effetti, almeno sul piano regionale, pare che metà del prestito sia a fondo perduto, ma credo sia sempre un onere troppo costoso per le aziende siciliane già provate dalla crisi ante virus. In molti paesi del mondo il sostegno all’economia avviene mediante contributi a fondo perduto e monetizzazione del debito. Possibile che in Italia (e peggio ancora in Sicilia) non si riesca ad uscire dal paradigma del “prestito” neanche in queste condizioni? Ce lo immaginiamo se durante la Guerra Mondiale le tessere alimentari fossero state un “prestito” e nel Dopoguerra lo Stato ne avesse chiesto ai cittadini la restituzione con un mutuo trentennale? Siamo seri…
Il secondo è sul lato dell’occupazione: nonostante il governo regionale sia consapevole del precario equilibrio del mercato del lavoro, non ha menzionato nessuna moratoria sull’ impossibilità di licenziare, pur avendo ribadito che la stragrande maggioranza degli occupati ha un contratto precario e senza potere negoziale. Non si trinceri dietro il difetto di competenze. La Regione ha potere in materia di lavoro ai sensi dell’art. 17 dello Statuto; lo eserciti sino in fondo.

Il terzo, infine, riguarda proprio lo Statuto. Sebbene sia stato sollecitato dai cittadini e dalle forze politiche autonomiste, pare che il Presidente sia bloccato sull’attuazione dello Statuto perché mancano (o non sono conformi al dettato statutario) i decreti attuativi (dopo 74 anni!), come se in tempi di emergenza per la Sicilia, non si trovi il tempo o la volontà di attuare quella che certamente sarebbe la nostra “unica salvezza”. Anche questo nodo doveva essere sciolto prima di approvare tutte le misure per il sostegno ai siciliani. Peraltro questa storia dei “Decreti attuativi” è un po’ sospetta: l’art. 43 ne parla solo per il passaggio di uffici e funzioni dallo Stato alla Regione, mentre tutto ciò che nello Statuto non comporta tale passaggio dovrebbe essere norma costituzionale immediatamente applicabile con leggi ordinarie. Si pensi che l’Autonomia finanziaria, che doveva essere oggetto di rinegoziazione dopo gli accordi scellerati Stato-Regione della precedente legislatura, doveva essere il cavallo di battaglia di questa amministrazione, e invece…

Pertanto Le rivolgo la preghiera di poter nuovamente dare voce a tutti i problemi dei siciliani, cercando di far luce sui ritardi della lavorazione della Cig che hanno creato molti disagi alle famiglie e non solo e di sensibilizzare il Presidente Musumeci sul tema dello Statuto. Le due questioni sono molto più legate tra loro di quello che si potrebbe pensare. Se non ci muoviamo in condizioni di emergenza quando dovremmo farlo?

Maria Francesca Briganti
Lentini

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