Centro storico di Alcamo, l’edilizia finalmente si rimette in moto - QdS

Centro storico di Alcamo, l’edilizia finalmente si rimette in moto

Vincenza Grimaudo

Centro storico di Alcamo, l’edilizia finalmente si rimette in moto

giovedì 04 Luglio 2019

Gli immobili privi di pregio storico non dovranno avere alcun ok dalla Sovrintendenza. Consiglio comunale approva lo Studio di dettaglio: per il 60% degli edifici niente più lungaggini

ALCAMO (TP) – Nove diverse tipologie di edifici e sette diverse modalità d’intervento.
Il centro storico di Alcamo da oggi ha un suo piano particolareggiato che punta a difendere i siti storici e a distinguerli da quelli che non hanno alcun interesse e su cui quindi si potrà intervenire liberamente seppur non alterando in alcun modo la cubatura.

Il consiglio comunale ha dato il via libera allo “Studio di dettaglio del Centro Storico”, introdotto da una legge regionale del 2015 che ha come obiettivo quello di distinguere ciò che è da conservare rispetto invece a quegli immobili che non hanno alcun valore storico-culturale.

In tal modo ci potrà essere un duplice obiettivo di base da raggiungere: da una parte permettere a quegli immobili non di pregio di poter essere ristrutturati senza dover passare dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, i cui vincoli rallentano le pratiche e comportano elevati costi; dall’altra si potrà anche favorire lo sblocco dell’edilizia locale, con l’apertura di piccoli cantieri favoriti si presume proprio dalla mancanza di ostacoli burocratici ed economici. Per l’esattezza sono 9 le diverse classificazioni di immobili: edilizia di base non qualificata, edilizia di base parzialmente qualificata, edilizia di base qualificata speciale (palazzetti), edilizia monumentale residenziale (palazzi dell’edilizia storica), edilizia monumentale specialistica (religiosi, civili, militari, produttivi ed altri), edilizia residenziale moderna non qualificata, edilizia specialistica moderna non qualificata ed infine edilizia appartenente ad altre tipologie (depositi, magazzini, etc…). Ci sono poi 7 diversi interventi edilizi, dai più blandi che ammettono persino demolizioni e ricostruzioni ad altri molto restrittivi.

“Diciamo che nella sostanza almeno il 60 per cento del centro storico, con questo studio, – afferma il consigliere comunale Gino Pitò – potrà essere sottoposto ad interventi edilizia di ristrutturazione senza dover passare dai vincoli imposti dalla Sovrintendenza”.

“Uno strumento fondamentale per la valorizzazione di una delle parti più belle della nostra città – aggiunge il sindaco Domenico Surdi – che consentirà di recepire le novità introdotte dalla legge regionale 13 del 2015. è un tassello che si aggiunge all’approvazione dello Schema di Massima di qualche settimana fa”.

È uno strumento – gli fa eco il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Vittorio Ferro – che mira a favorire il recupero del patrimonio edilizio del centro storico. Adesso, concluse le procedure legate alla legge regionale 13/2015, lo studio diventerà efficace a vantaggio e beneficio della città e del centro storico, indubbiamente nell’ottica della valorizzazione e del recupero degli edifici e dei quartieri interessati”.

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