Centro trasformazione carni, la Regione prova a cambiare - QdS

Centro trasformazione carni, la Regione prova a cambiare

Michele Giuliano

Centro trasformazione carni, la Regione prova a cambiare

sabato 13 Luglio 2019

Dopo lo scandalo emerso nei mesi scorsi, l’assessorato regionale all’Agricoltura vuole assegnare la nuova gestione. Operazione non facile, difficoltà a trovare enti interessati: Regione costretta a prorogare termini di scadenza

PALERMO – Una struttura che doveva essere un fiore all’occhiello per la trasformazione delle carni del suino nero dei Nebrodi, e invece si sta perdendo nel nulla, tra malagestione e documenti che mancano: una situazione poco chiara a cui l’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea vuole mettere un punto.

Per ricominciare da capo, è stato pubblicato un invito alla manifestazione di interesse per l’assegnazione del centro pilota di Galati Mamertino a un nuovo ente. Si tratta in realtà di una proroga dei termini già scaduti, fissati al 28 giugno trascorso, e posticipati al 30 luglio prossimo, alle ore 13.

Il centro, costruito con fondi dell’Unione Europea, si estende su una superficie di circa 800 metri quadri ed è composto da diversi locali, adatti ai diversi stadi della lavorazione della carne, dalla sala ricevimento mezzene, alla sala pesate, un ufficio veterinario, due celle per la materia prima, un locale lavorazione trito-insacco, una cella sugna, una cella ossa, una cella budella. Ancora, ci sono diverse stanze dedicate alla produzione di prosciutti e salami: una cella salagione coppe, un deposito attrezzature, la cella 0°C, la cella asciugatura salami, la cella sale prosciutti, una sala per la stagionatura statica salumi, ed altre stanze per coprire tutti i passaggi necessari per una produzione fatta secondo termini di legge. Quindi, ci sono anche i locali per la fase finale del confezionamento del prodotto, come la cella per il sottovuoto, un locale deposito imballaggi, un locale spedizione e i relativi uffici amministrativi. Con questo avviso l’amministrazione regionale vuole, a differenza di quanto già fatto, sfruttare al meglio la struttura, per ottenere una migliore remunerazione del prodotto destinato alla trasformazione e, d’altro canto, accrescere nella coscienza delle nuove generazioni il processo di autoidentificazione con i prodotti di eccellenza siciliani, valorizzando le forme di produzione agro-zootecnica tradizionale dei Nebrodi ed in particolare quella legata all’allevamento del suino nero dei Nebrodi, tutelando le modalità tradizionali per la produzione agricola.

Un nuovo corso che si spera possa presto aprirsi per la struttura di Galati Mamertino, che fino ad ora ha lavorato ben al di sotto delle proprie potenzialità. Il motivo, i diversi problemi che ha dovuto affrontare il Consorzio terre dei Nebrodi, che ha gestito la struttura fino a questo momento. Un impianto che potrebbe produrre grandi quantità di prodotti, che allo stato attuale non garantisce ai produttori locali le condizioni minime sia igienico-sanitarie che economiche, per cui spesso sono costretti a rivolgersi altrove, con un aumento dei costi non indifferente.

Ultima pagina di questo strano racconto, in cui si leggono continue richieste, da parte del Comune all’assessorato regionale, al fine di controllare e verificare la correttezza, da parte del Consorzio, nell’utilizzo della struttura e dei processi avviati, la “scoperta” che al Comune non sono presenti documenti che regolino il rapporto tra i propri uffici e l’ente Terre dei Nebrodi.

“Come abbiamo evidenziato – scrive il primo cittadino di Galati, Antonino Baglio, al dirigente del dipartimento regionale al ramo – purtroppo presso questo Ente, quale proprietario del sito, non risultano documenti relativi all’affidamento, alla gestione, al funzionamento e all’attività sin oggi espletata nel sito, tranne essere a conoscenza informalmente, di un affidamento della gestione a Consorzio di privati, senza aver mai registrato un interfaccia con questa amministrazione”.

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