Comuni, in Sicilia sette scioglimenti per infiltrazioni mafiose nel 2019 - QdS

Comuni, in Sicilia sette scioglimenti per infiltrazioni mafiose nel 2019

Raffaella Pessina

Comuni, in Sicilia sette scioglimenti per infiltrazioni mafiose nel 2019

giovedì 09 Gennaio 2020

Si tratta di: Pachino (Sr), San Cataldo (Cl), Mistretta (Me), San Cipirello (Pa), Torretta (Pa), Misterbianco (Ct) e Mezzojuso (Pa). Dati di Avviso Pubblico, se ne contano 21 in tutta Italia: si tratta del numero più alto da 29 anni. Dal 1991 è la settima volta che viene superata la soglia dei 20 scioglimenti.

PALERMO – Sono stati 7 i comuni sciolti per mafia in Sicilia nel 2019, anno con il più elevato numero di commissariamenti da 29 anni a questa parte. In tutta Italia ne sono stati sciolti 21. Otto i comuni sciolti in Calabria, tre in Puglia, due in Campania ed uno in Basilicata.

Il calcolo lo fa Avviso Pubblico, rete di Enti locali e Regioni contro le mafie e considerando anche le proroghe di precedenti scioglimenti – 26 nel 2019 – si ottiene si ottiene un numero veramente elevato. Dal 1991, anno di entrata in vigore della legge che disciplina tale istituto, è la settima volta che viene superata la soglia dei 20 scioglimenti. I decreti ex art. 143 del testo unico sugli enti locali emanati sono stati 545, dei quali 205 di proroga.

Su 340 decreti di scioglimento, 23 sono stati annullati dai giudici amministrativi. Gli enti la cui gestione amministrativa, durante il 2019, è stata affidata ad una commissione straordinaria in Sicilia sono Pachino (Siracusa), San Cataldo (Caltanissetta), Mistretta (Messina), San Cipirello (Palermo), Torretta (Palermo, sottoposto a scioglimento nel 2005; archiviato nel 2014), Misterbianco (Catania; già tra i primi enti sciolti nel 1991) e Mezzojuso (Palermo).
La legge sullo scioglimento dei comuni per mafia è in continua evoluzione, sia dopo le recenti modifiche alla normativa introdotte dal Decreto sicurezza e a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 195 del 2019.

Inoltre, si attendono ulteriori interventi correttivi poiché in seno alla I Commissione Affari costituzionali della Camera, sono stati presentati tre progetti di legge di iniziativa parlamentare (n. 474, n. 1512 e n. 1630) sulla materia.

Nel decreto sicurezza, l’articolo 28 specifica che nel caso in cui dalla relazione della Commissione di accesso emergano situazioni sintomatiche di condotte illecite gravi e reiterate, il prefetto indica i prioritari interventi di risanamento e i conseguenti atti da assumere; in caso di reiterato inadempimento, viene nominato un commissario ad acta. L’incandidabilità prevista per gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento si applica, oltreché nei casi di elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, anche “alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato della Repubblica e per il Parlamento europeo” e non più soltanto con riguardo alla tornata elettorale successiva allo scioglimento stesso, bensì ai due turni elettorali successivi, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo.

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