Comuni, le speranze dei Sindaci nel ministro Provenzano - QdS

Comuni, le speranze dei Sindaci nel ministro Provenzano

redazione web

Comuni, le speranze dei Sindaci nel ministro Provenzano

martedì 07 Gennaio 2020

Il Piano per il Sud al centro dell'incontro a Palermo con il Consiglio regionale di AnciSicilia. La perequazione e i rifiuti. "Ok ai tavoli di confronto, ma no alle logiche di commissariamento, perché la Regione deve fare la sua parte"

“Ringraziamo il ministro Giuseppe Provenzano per la disponibilità dimostrata nel voler costruire un rapporto diretto fra Governo e Autonomie locali e nell’avviare un lavoro di concertazione fra i vari livelli istituzionali”.

Così Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia, ha chiuso la riunione svoltasi a Villa Niscemi, a Palermo, tra il ministro per il Sud e per la Coesione territoriale e i componenti il Consiglio regionale dell’Associazione e al Coordinamento dei giovani amministratori siciliani.

“Abbiamo chiesto – ha detto Orlando – l’istituzione di un tavolo Stato-Regione-Autonomie locali che possa essere un luogo d’incontro e di confronto sulle problematiche d’interesse degli enti locali anche in considerazione del fatto che la Regione siciliana ha competenza esclusiva in materia di ordinamento delle Autonomie locali. Abbiamo necessità di trattare temi fondamentali come spopolamento delle aree interne, gestione dei rifiuti, del personale precario della pubblica amministrazione, la riscossione dei debiti di dubbia esigibilità, il Patto per il Sud e la necessità di infrastrutture, uscendo dalle, purtroppo consuete, logiche emergenziali”.

Al centro della riunione lo stato dei territori dopo che – ha detto Provenzano – “da quasi trent’anni il Sud è stato dimenticato da tutti i partiti e i Comuni sono state le prime vittime determinando un sentimento di abbandono” con cui adesso occorre fare i conti.

Da qui la necessità di un confronto e di varare quel Piano per il Sud che, ha sottolineato Provenzano, prevede “un metodo per mettere subito in campo le risorse disponibili per gli enti locali, rafforzando per esempio l’assistenza tecnica e provando a superare il modello di esternalizzazione con criteri spesso opachi di selezione di consulenti che non si sporcano le scarpe”.

“Vogliano – ha aggiunto – riformare l’Agenzia per la coesione territoriale, dalla fase della progettazione, che è il vero limite dei Comuni, fino alla fase finale”.

Secondo il segretario generale di AnciSicilia Mario Emanuele Alvano, è inoltre “necessario individuare una sede istituzionale stabile dove affrontare l’anomalia legata alla discrepanza fra la legislazione nazionale e quella regionale, spesso inapplicabili e in contraddizione tra loro, che rende spesso impossibile affrontare le innumerevoli problematiche che vivono quotidianamente i Comuni”.

“Sono favorevole – ha risposto Provenzano – a fare un tavolo a tre: Stato, Regione e Comuni. Ma colgo un rischio: non vorrei che in Sicilia si pensi di affidare tutte le responsabilità allo Stato: la Regione ha le sue competenze che deve svolgere per cui va bene il tavolo, ma con una prospettiva strategica”.

Rifiuti, il Sindaco di Raffadali, serve un Commissario in Sicilia

Ma i sindaci sono delusi dall’azione della Regione, tanto che il sindaco di Raffadali (Agrigento), Silvio Cuffaro, ha chiesto al Ministro che “il governo mandi un commissario in Sicilia per gestire i rifiuti: i Comuni non ce la fanno più”.

“Dobbiamo creare – ha risposto Provenzano – quei tavoli in cui trovare soluzioni a problemi che sono complessi in Sicilia: la logica non può essere un commissariamento generalizzato della Sicilia, perché significherebbe la sospensione della vita democratica e non penso che sia una prospettiva che qualcuno stia cercando”.

“Il compito principale – ha aggiunto, parlando con i giornalisti al termine dell’incontro – è uscire dall’emergenza. Ma il ricorso a continui salvataggi non fa che avvitarci a questa logica di emergenza”.

“Ci deve invece animare – ha detto ancora – il principio di leale collaborazione istituzionale e ciascuno deve assumersi le responsabilità sulla base delle proprie competenze: nessuno può allargare le braccia dicendo non posso fare più nulla”.

“E’ intendimento di tutti evitare di andare avanti seguendo logiche di emergenza – ha concluso Orlando – iniziando un percorso condiviso che porti alla soluzione dei problemi”.

“Non si pensi – ha concluso – che oggi si debba chiedere tutto allo Stato, così come prima prima si chiedeva tutto a mamma Regione. Il rilancio del Sud e della politica di sviluppo territoriale passa da un rinnovato rapporto con gli enti locali se il livello degli investimenti pubblici è crollato è dovuto ai tanti problemi che i Comuni sono costretti ad affrontare”.

Tutto questo però, prendendo atto del fatto che il Federalismo fiscale ha messo in ginocchio i Comuni del Sud aggravando le disparità con il Nord e il Centro Italia. E l’Autonomia chiesta da alcune regioni ricche rischia di aggravare questa situazione.

“Con l’azione intrapresa dal ministro Boccia – ha detto Provenzano – si sta superando la logica degli accordi bilaterali attraverso la definizione di una cornice generalizzata: si parla di perequazione e livelli essenziali delle prestazioni. In Cdm ho ribadito la priorità di fissare questi livelli, a garanzia dei servizi che spesso i comuni non sono nelle condizioni di offrire. Non difendo il Sud in questa partita ma i grandi pilastri della cittadinanza come sanciti nella Costituzione. Questa è la discussione che stiamo affrontando”.

Perequazione, dunque, è ancora la parola d’ordine.

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