Coronavirus, carceri, si valutano nuovi rischi di sommossa - QdS

Coronavirus, carceri, si valutano nuovi rischi di sommossa

redazione web

Coronavirus, carceri, si valutano nuovi rischi di sommossa

lunedì 23 Marzo 2020

Dopo la proroga della sospensione dei colloqui con i familiari. Agenti della Polizia penitenziaria in stato d'agitazione. In arrivo ventimila mascherine per il personale. Saranno anche realizzate nelle carceri. In Sicilia a Noto e Siracusa

Torna il rischio di sommosse nelle carceri.

A lanciare l’allarme sono alcuni sindacati della polizia penitenziaria.

Scatta infatti da oggi la proroga della sospensione dei colloqui tra i detenuti e i loro familiari, provvedimento preso dal Dap – che ha distribuito nelle carceri 1.600 cellulari Tim e altrettanti ne ha ordinati – per contenere il contagio del Coronavirus.

Una misura, quella dello stop alle visite, che ha fatto da innesco alla rivolta scoppiata due settimane fa in quasi trenta penitenziari e che ha portato alla distruzione di interi reparti con danni per milioni di euro come accaduto a Modena, e provocando tredici morti da overdose tra i detenuti che hanno fatto incetta di metadone. Ma nel bilancio dei disordini vanno evidenziati il ferimento di tanti agenti, alcuni presi in ostaggio, e l’evasione di decine di condannati dal carcere di Foggia.

Gli agenti indicono da oggi lo stato d’agitazione

In vista di una settimana che si annuncia calda, l’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) ha indetto lo stato di agitazione sotto forma di sciopero bianco, richiamando tutti gli agenti a fare solo quello che è previsto dal mansionario.

Il personale, secondo il sindacato, è particolarmente provato da turni massacranti di 24 ore protratti anche per tre giorni di fila e da una situazione ancora più pesante per la chiusura degli spacci interni.

Non c’è più nemmeno il conforto di un caffè.

Settanta finora, secondo fonti sindacali, gli agenti contagiati da Covid19 che avrebbe colpito anche quindici detenuti.

Con una nota diramata due giorni fa, il capo della Polizia Franco Gabrielli, ha chiesto a questori e prefetti di stare attenti ai segnali di “iniziative esterne” da parte dei familiari dei detenuti o da parte degli anarchici per poter predisporre misure di ordine pubblico.

“La ministro dell’Interno Lamorgese – sottolinea Aldo Di Giacomo, segretario del Spp – ha raccolto il nostro allarme e lo prova la nota del Capo della Polizia Gabrielli. Il banco di prova sarà da oggi, con la proroga della sospensione dei colloqui”.

“La miscela esplosiva – aggiunge – è da una parte la campagna umanitaria che vorrebbe svuotare le carceri e dall’altra i provvedimenti decisi dal Governo che consentirebbero le misure alternative con gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico per un numero di detenuti decisamente esiguo, circa 1600. Se alla delusione, specie tra chi ha sulle spalle molti anni di detenzione e quindi appartiene a gruppi di criminalità organizzata, si aggiunge un possibile appoggio esterno da parte delle famiglie dei detenuti e di gruppi anarchici, la situazione diventa ancor più preoccupante”.

“Dobbiamo purtroppo constatare – afferma ancora Di Giacomo – che nessun provvedimento è sinora previsto da parte dell’Amministrazione Penitenziaria che, come è già accaduto nella prima ondata di rivolte che ha palesato la presenza espressa da magistrati di una ‘regia occulta’, continua a non saper gestire la situazione”.

Secondo il sindacalista, occorre inviare l’esercito per garantire l’ordine all’esterno e organizzare gruppi di agenti della penitenziaria dotati di taser per affrontare eventuali violenze all’interno dei reparti.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei cellulari che dovrebbero diventare 3.200, “si potrà fare ricorso a questi mezzi, in aggiunta a quelli già presenti negli istituti (Skype e telefoni fissi), oltre i limiti di tempo consentito”, informa il Dap.

Tra le altre iniziative per tenere quanto più calma una popolazione carceraria di oltre sessantamila persone che vivono stipate, c’è anche l’utilizzo senza costi del servizio di lavanderia, la possibilità di ricevere bonifici online, l’aumento dei limiti di spesa per ciascun detenuto.

Dap, ventimila mascherine per agenti penitenziari

Intanto, altre ventimila mascherine chirurgiche, messe a disposizione dalla Protezione Civile, saranno distribuite agli istituti sul territorio attraverso i Provveditorati generali.

Così salgono a oltre duecentomila i pezzi fin qui destinati al personale della Polizia Penitenziaria per fronteggiare il rischio contagio.

Lo rende noto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Da oggi, inoltre, parte la produzione di mascherine in tessuto non tessuto negli istituti che al loro interno hanno un laboratorio sartoriale riconvertito per la fabbricazione di questi dispositivi: come previsto dall’ultimo decreto legge, limitatamente al periodo di emergenza sanitaria, gli istituti penitenziari avvieranno la produzione di mascherine previo invio di un’autocertificazione all’Istituto superiore di sanità. Dalla ricognizione avviata dal Dap, sono stati fin qui individuati alcuni istituti dove poter avviare la produzione.

In Sicilia avverrà negli istituti di Noto e Siracusa.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017