Coronavirus, Catania, l’Amt pensa già alla Fase 2 - QdS

Coronavirus, Catania, l’Amt pensa già alla Fase 2

Melania Tanteri

Coronavirus, Catania, l’Amt pensa già alla Fase 2

mercoledì 22 Aprile 2020

Intervista al presidente dell'Amt Catania, Giacomo Bellavia. Proroga per gli abbonamenti? “La stiamo valutando”

CATANIA – Sedili distanziati, accesso solo dalla porta anteriore, limiti di capienza. In tutto il Paese si immagina come possa ripartire il trasporto pubblico, quando l’emergenza coronavirus passerà alla ormai famosa “Fase 2”. E Catania non fa certo eccezione. Il servizio dell’Azienda metropolitana trasporti, mai interrotto durante il lockdown ma sensibilmente ridotto per rispettare la distanza sociale e tutte le altre prescrizioni contenute nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è tra quelli che andranno rimodulati non appena scatterà la seconda fase della gestione dell’emergenza sanitaria. Che comporterà ancora qualche sacrificio.

Fino al 3 maggio resteranno in vigore le limitazioni previste – afferma il presidente dell’Amt, Giacomo Bellavia. – sia le limitazioni orarie, con le corse che andranno dalle 6 del mattino alle 21 e l’eliminazione della prima e dell’ultima corsa, come stabilito da un decreto regionale, sia quelli relative al numero dei mezzi in circolazione, che al momento è ridotto del 50 per cento. Per quanto riguarda il futuro – ammette . ancora non abbiamo certezze”.

In attesa di normative che stabiliscano come debbano organizzarsi le aziende di trasporto locale, comunque, si studiano ipotesi. “Il problema è che il distanziamento sociale sugli autobus non è facile da applicare – continua Bellavia. Ora che gli utenti sono pochi è fattibile, ma in seguito, quando le persone torneranno a lavorare e a doversi spostare, no”.

Due le possibilità, secondo il numero uno Amt, per poter far ripartire il servizio per quanto possibile regolarmente. “Intanto – dice – bisognerà differenziare gli orari di accesso agli uffici per evitare le ore di punta e l’affollamento che ne consegue. E questo – prosegue – non può dipendere dall’azienda, ma occorre una normativa”. Bellavia si è già rivolto all’assessore alle infrastrutture della Regione, Marco Falcone, per chiedere un provvedimento regionale. “Anche perché – continua – con il distanziamento sociale, potremo far salire a bordo dei mezzi un massimo di 10-15 persone, e quindi dovremmo avere molti più autobus”.

Bisognerà attrezzarsi dunque con i dispositivi di protezione individuale. “L’altro passo – continua Bellavia – per regolarizzare il trasporto nella seconda fase dell’emergenza sanitaria, sarà quello di utilizzare obbligatoriamente i dispositivi di protezione individuale. Noi sanifichiamo le vetture una volta al giorno, in modo profondo, e facciamo diversi interventi di pulizia nell’arco della giornata – sottolinea – ma credo sarà necessario l’obbligo di mascherine a bordo. Ripristina il servizio pieno è il nostro obiettivo però ci sono queste oggettive difficoltà”. Ma, per il momento, si tratta solo di ipotesi.

“Attualmente – aggiunge – l’azienda continua a lavorare, seppur in modalità ridotta. Stiamo garantendo il servizio extraurbano, per quanto anche questo ridotto del 50%, anche se, per esempio, il comune di Aci Castello ci ha chiesto un’ulteriore riduzione di un altro 50%”. Bellavia interviene poi su uno degli elementi segnalati dall’utenza che aveva acquistato abbonamenti. “Beh, il servizio non è del tutto interrotto – spiega – ed è stato garantito, anche se è vero che il lockdown, non ha permesso spostamenti se non per validi motivi e che molte aziende sono chiuse così come l’Università. Ma è chiaro che, se tutti chiedessero rimborsi, avremmo bisogno di interventi specifici finanziari da parte del Comune, della Regione o addirittura statali, perché avremo veramente difficoltà a reperire i fondi necessari. È una questione che stiamo valutando”.

In ogni caso, per ovviare al naturale calo dell’utenza che, potrebbe registrarsi anche nella Fase 2, per via della prudenza e della preoccupazione che spingeranno molti a preferire mezzi meno affollati, l’Amt sta mettendo a punto un paio di iniziative per limitare il ricorso all’auto privata. “È allo studio l’attivazione del car sharing, che era in programma per aprile ma che poi, per ovvie ragioni, è stata posticipata – conclude – e il potenziamento del bike sharing”.

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