Coronavirus e Fase 2, il premier Conte parla alle Camere - QdS

Coronavirus e Fase 2, il premier Conte parla alle Camere

redazione web

Coronavirus e Fase 2, il premier Conte parla alle Camere

giovedì 30 Aprile 2020

Per il Presidente del Consiglio è il giorno delle risposte. Fibrillazioni politiche, Quirinale fermo su unità e prudenza. Il report "segreto" del Cts. Bivacco notturno della Lega Nord nel Parlamento. Marcucci (Pd), in aula per farsi i selfie. GUARDA IL DISCORSO

Le Regioni, le opposizioni, le categorie: per il premier Giuseppe Conte è il giorno delle risposte.

Polemiche su mascherine e dossier “segreto”

Dopo una ridicola polemica delle opposizioni sulle mascherine sedata a stento dal presidente Roberto Fico, che ha dovuto anche sospendere la seduta, Conte ha cominciato alle 10.23 a parlare davanti alla Camera. Altra inutile polemica su un altro presunto dossier segreto del governo dopo quello di cui si era parlato qualche settimana fa.

Nel corso dell’informativa Conte ha spiegato che “Il recente rapporto del Comitato tecnico scientifico di cui si è parlato non è segreto, è stato pubblicato sui giornali, e oggi verrà illustrato dal professor Brusaferro”.

Conte, “un’ermergenza che non ha precedenti”

“Dopo nove giorni dalla mia ultima informativa alle Camere – ha detto il Presidente del Consiglio – ritorno nuovamente in Parlamento per riferire sulle iniziative assunte dal Governo in vista della ripresa delle attività, in particolare economiche. Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana e che sta mettendo alla prova tutte le democrazie avanzate”

“Sono giorni in cui – ha aggiunto – è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte, sugli strumenti normativi utilizzati, financo sulle modalità con cui queste decisioni sono state comunicate. La vivacità del dibattito rivela la forza e la vivacità del nostro sistema democratico, di equilibri e di garanzie”.

GUARDA LA DIRETTA DELL’INTERVENTO DI CONTE

Conte, “mai proceduto per via estemporana”

Conte si è presenta alla Camera puntando su quanto finora fatto, richiamando alla responsabilità alla vigilia del decreto che, nel piano del governo, potrebbe permettere la ripartenza economica dell’Italia.

“Il Governo – ha detto – ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c’è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale”.

La dottrina greca e le basi scientifiche delle scelte

“La filosofia antica, da Platone ad Aristotele, distingueva la doxa, intesa come l’opinione, la credenza alimentata dalla conoscenza sensibile, dall’epistème, la conoscenza che invece ha saldi basi scientifiche” ha sottolineato Conte spiegando le scelte sulla fase 2.

“È direi – ha detto – imperativo categorico per un Governo chiamato ad affrontare questa emergenza, che deve proteggere la salute e la vita stessa dei cittadini di fronte a una minaccia così concreta e insidiosa, porre a fondamento delle proprie decisioni, non già le libere e mutevoli tendenze che di volta in volta prevalgono nell’opinione pubblica, bensì le raccomandazioni frutto di meditate ricerche e riflessioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”.

“Parlamento costantemente e doverosamente informato”

Sulle misure per il Coronavirus c’è stata una “discussione ampia con i membri del governo, forze di maggioranza, parti sociali ed enti territoriali riuniti in una cabina di regia. Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente informato” e “dispone di tutti gli strumenti per indirizzare e controllare l’azione del Governo, sempre molto attento ai contributi che le Camere vorranno portare, ancor di più dal 4 maggio, con il progressivo allentamento delle misure e il ritorno alla vita”.

“Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo che prevede un costante confronto con il Cts” in modo da seguire “un principio di conoscenza scientifica nelle sue decisioni”.

“Far ripartire l’economia senza battute d’arresto in futuro”

Quello messo in campo “è un modo per far ripartire al meglio la nostra economia senza battute di arresto in futuro. Un approccio non graduale e incauto porterebbe ad una recrudescenza del contagio”.

“Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del chiudiamo tutto al riapriamo tutto, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi”.

Notizie non buone sul fronte economico

“Il Def – ha detto Conte – aggiorna il quadro alla luce dell’emergenza: il Pil dallo 0,6 subisce una contrazione significativa dell’8%, una previsione che sconta la caduta del Pil del 15% nel primo trimestre” e si prevede un rimbalzo con “una crescita del 4,7 nel 2021”.

Nel Def sono previsti anche scenari peggiori “con il rischio di una persistenza del virus” e questo porterebbe a una contrazione del Pil fino a -10,4%. Numeri che “danno la misura della gravità dello scenario”.

“Tra due settimane un quadro più chiaro”

“Al termine delle due settimane (previste dal Dpcm del 4 maggio, ndr) avremo un quadro più chiaro e potremo procedere ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive” ha aggiunto Conte, affermando: “Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona”.

“No alle iniziative improvvide di singoli enti locali”

Il premier ha assicurato che “non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”.

“Il primo decreto legge” sulle misure economiche “riprenderà tutti i provvedimenti del Cura Italia, li prolungherà e rafforzerà. Ci saranno 25 miliardi per le misure di sostegno al lavoro e sostegno al reddito come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti”.

“Daremo anche un riconoscimento per le province più colpite dal Covid-19”. Il computo delle misure per le imprese nel prossimo decreto sarà di “15 miliardi”.

Dal Ministero della Salute i criteri delle soglie d’allarme

“Nelle prossime ore il ministro della Salute emanerà un provvedimento per definire criteri e specifiche soglie di allarme per una valutazione accurata della tendenza al contagio in ciascuna area del Paese. Una volta che saranno definiti questi criteri sarà possibile anche un allentamento delle misure restrittive circoscritto su base territoriale, dove la situazione epidemiologica appare meno critica”.

Sostegno alle imprese turistiche

Sempre parlando del prossimo decreto economico Conte sottolinea che “per il turismo, comparto particolarmente esposto, ci sarà sostegno alle imprese turistiche e alle famiglie sotto alcune soglie di reddito con un bonus da spendere nelle strutture ricettive del Paese”.

Cruciale il supporto alle famiglie e ai disabili

“Il governo intende dedicare alle famiglie lo spazio che meritano nei prossimi provvedimenti. Sarà cruciale preparare e sostenere progetti territoriali, tutelando anche il diritto al gioco, all’attività motoria, senza compromettere le norme di distanziamento sociale”, afferma Conte. “Condivido l’urgenza di ripensare gli spazi educativi in forma dilatata”, ha spiegato, aggiungendo: “Specifica attenzione dovrà essere dedicata al tema della disabilità, anche dal punto di vista economico”.

Per quanto riguarda l’ultimo Dpcm abbiamo previsto e lavorato con le associazioni, una riapertura dei centri diurni così detti semi-residenziali. Ovviamente il tutto con dei protocolli che saranno siglati a livello di patti territoriali in modo da garantire alle persone con disabilità, ai loro familiari e a tutti gli operatori che lavorano con loro, la massima sicurezza”.

Riapertura sperimentale di nidi e scuole dell’infanzia

Non è mancato un riferimento “alla possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini”.

Burocrazia e supporto alle imprese

Il Governo prevederà “ricorso a iter autorizzativi semplificati per un campione di opere, è un’ulteriore direttrice di azione che prenderemo già nei prossimi provvedimenti. Un grande ruolo può essere svolto dal’azione coordinate delle grandi aziende a partecipazione pubblica”.

“Contiamo anche – ha aggiunto Conte – di recuperare un intervento di complessivo potenziamento di detrazioni fiscali a favore dell’edilizia e della sostenibilità. Stiamo studiando un meccanismo articolato che consenta ai cittadini di beneficare di sconti pari al costo pressoché totale dei lavori su lavori anti-sismici e di efficientamento energetico”.

La questione dei Dpcm

Il Premier è entrato anche nel merito dei Dpcm per il Coronavirus: “Non mi sfugge la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il 31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche come prevede il codice civile. A questo si sono aggiunti due decreti legge che offrono copertura legislativa”.

La rinascita passa da una drastica semplificazione

“Per offrire al Paese una prospettiva più ampia, strutturale e ambiziosa, il governo intende presentare nei prossimi giorni un secondo decreto legge per la rinascita economica e produttiva dell’Italia” ha aggiunto il premier parlando di “drastica semplificazione”. C’è “l’urgenza” di “riattivare investimenti pubblici e privati con un’agenda pubblica che deve predisporre un ambiente normativo il più favorevole possibile” a partire da “infrastrutture, innovazione verde e digitale”.

Quirinale fermo su unità e prudenza

Conte ha puntato insomma sulla legittimità della sua strategia e sul fatto che quello dei Dpcm è “un uso legittimo”. Così ragionano fonti di governo ricordando come la legge quadro resti il “decreto lockdown”.

Una linea che trova, in queste ore, la sponda prudente del Quirinale secondo il quale, sottolineano fonti parlamentari, l’emergenza coronavirus non è certo finita anche se bisogna programmare con attenzione la ripartenza.

Al Colle osservano con una certa attenzione le fibrillazioni politiche. Attenzione ma non allarme, nella convinzione che, in una fase come questa anche in gran parte della maggioranza ci sia la consapevolezza della necessità di una stabilità politica. Al contrario, l’Italia rischierebbe di andare incontro a ulteriori tempeste economiche anticipate, ad esempio, dal declassamento arrivato dall’agenzia Fitch. Insomma dal Quirinale resta una grande attenzione alla ripartenza del Paese, ai conti pubblici e alle reazioni dei mercati.

Unità e prudenza, insomma, sono le basi dalle quali Conte non vuole affatto abdicare neppure nella prima metà di maggio. E, al Quirinale si ricorda che il presidente si è sempre speso per buoni rapporti tra Stato e Regioni ma senza mai entrare nel merito delle singole richieste.

Il report del Comitato tecnico-scientifico

La stella polare per la fase 2, spiegherà, è stata il report del Comitato tecnico-scientifico. Un documento – per nulla segreto, come ha sottolineato Conte – che parla di un’Italia per nulla immune dal rischio di una risalita dei contagi.

“La forza della scienza vince sulle opinioni”, spiegano a Palazzo Chigi. Certo, nei prossimi giorni molti dei dubbi insiti nel Dpcm verranno chiariti.

Troppe le domande, anche se fonti di maggioranza non escludono l’ipotesi di un maxi-emendamento al dl lockdown che “parlamentarizzi” la fase 2 dal 4 a al 18 maggio.

Del resto, è il ragionamento del capo del governo, il 4 maggio torneranno in attività 4,5 milioni di persone, dato che pone una netta cesura con la fase 1.

Bivacco notturno della Lega Nord

Bivacco notturno dei parlamentari della Lega in Parlamento, dove, ha annunciato Salvini dal Senato nella consueta diretta Facebook, “saranno a oltranza, giorno e notte, fino a che non si daranno risposte certe” sull’emergenza coronavirus.

“Invece di andare a nanna come tutti gli altri, i senatori della Lega staranno nel luogo di lavoro finché il governo non darà tempi certi su cassa integrazioni, sui 600 euro… dopo 50 giorni chiusi in casa non bastano più le parole del presidente del Consiglio”.

In una nota della Lega si specifica: “Non rallenteremo, né impediremo il regolare svolgimento dei lavori programmati ma porteremo nelle aule, dove resteremo anche quando la seduta è conclusa, le voci dei lavoratori, di chi soffre, dei disabili, di chi è più fragile”. E i capigruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno detto di augurarsi “che tutte le opposizioni di centrodestra sostengano l’iniziativa di restare in Aula in nome della libertà, democrazia e sicurezza del popolo italiano”.

Marcucci, leghisti in aula per farsi i selfie

“E’ la prima volta nella storia della Repubblica che un’aula viene occupata durante una emergenza come quella che stiamo vivendo, solo per farsi selfie” ha commentato ironicamente il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci.

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